Servizio di leva obbligatorio, in quali casi può essere ripristinato?

Ilena D’Errico

16/01/2023

24/02/2023 - 14:12

condividi

Le liste di leva di quest’anno hanno allarmato notevolmente gli italiani, ignari del fatto che il servizio di leva obbligatorio può essere ripristinato. Ecco in quali casi.

Servizio di leva obbligatorio, in quali casi può essere ripristinato?

La convinzione generale è che il servizio di leva obbligatorio in Italia sia stato cancellato, motivo per cui l’obbligo d’iscrizione alle liste di leva per i nati nel 2006 ha suscitato piuttosto clamore. In realtà, l’obbligo di leva è stato semplicemente sospeso. Questo non significa che i cittadini maggiorenni possano essere convocati da un giorno all’altro per prestare servizio militare, tuttavia il servizio di leva obbligatorio può essere ripristinato in alcuni casi.

Il servizio di leva obbligatorio è stato sospeso dalla legge 23 agosto 2004 n. 226, conosciuta anche come legge Martino, secondo cui è stato sospeso il servizio di leva per i nati dopo il 1985. Per i nati entro il 1985, invece, l’obbligo è durato fino al 31 ottobre 2005.

Il servizio di leva obbligatorio potrebbe tornare: in quali casi può essere ripristinato?

La legge parla chiaramente di sospensione, la quale per definizione stessa ammette il ripristino dell’obbligo, contrariamente alla soppressione. In particolare, le condizioni per il ripristino sono specificate dall’articolo 1929 del Codice dell’ordinamento militare, un testo normativo della Repubblica italiana emanato con il decreto legislativo 15 marzo 2010 n. 66.

Nel dettaglio, il servizio di leva obbligatorio può essere ripristinato quando il personale in servizio volontario risulta insufficiente e, al contempo, non è possibile sopperire alla mancanza di organico richiamando al servizio il personale militare volontario. La legge stabilisce che possono essere richiamati al servizio soltanto i militari che abbiano terminato il servizio da meno di 5 anni. Non possono in ogni caso essere richiamati al servizio militare:

  • Appartenenti alle Forze di polizia a orientamento civile.
  • Vigili del fuoco.

Il Codice dell’ordinamento militare, che ha inglobato tutte le leggi a riguardo, ha dunque sospeso le chiamate per il servizio di leva, ma quest’ultimo rimane nel nostro ordinamento in qualità di istituto obbligatorio. Per questa ragione la legge ne consente il ripristino tramite decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione favorevole del Consiglio dei ministri. Quest’operazione deve comunque essere giustificata da una necessità effettiva, quindi:

  • La delibera dello stato di guerra secondo l’articolo 78 della Costituzione.
  • Una grave crisi internazionale che coinvolge l’Italia, anche indirettamente per la sua appartenenza a un’organizzazione internazionale.

Il servizio di leva obbligatorio può quindi essere ripristinato in caso di bisogno ed è per questa ragione che i comuni italiani provvedono ogni anno a formare le liste di leva. Queste ultime contengono i nominativi di tutti i cittadini italiani maschi con età compresa fra 17 e 45 anni, necessarie proprio per evitare inutili perdite di tempo in caso di urgenza. Di conseguenza, le liste di quest’anno non hanno alcuna caratteristica particolare, ma hanno comprensibilmente destato preoccupazione considerando la guerra in Ucraina.

Le proposte di reintroduzione e il no secco della provincia di Bolzano

Esiste poi un ulteriore motivo per cui le liste di leva hanno avuto una così forte risonanza, cioè le numerose proposte di reintroduzione vera e propria della leva militare. Matteo Salvini ne aveva fatto un punto cardine della sua propaganda elettorale, con l’obbiettivo di insegnare un po’ di rispetto ed educazione ai giovani. In proposito, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa si è detto favorevole all’introduzione di una specie di mini-leva. La Russa, in particolare, ha delineato una proposta più simile a un servizio civile, piuttosto che un servizio militare vero e proprio.

Il presidente del Senato vorrebbe con questo metodo insegnare ai più giovani non solo l’amore per la patria, ma anche il senso civico e la solidarietà. Nonostante non si tratti di una proposta ufficiale, la provincia autonoma di Bolzano ha già provveduto a una mozione nel Consiglio provinciale. Il risultato? La ferma contrarietà al ripristino dell’obbligo. Durante la presentazione, oltretutto, non sono mancate importanti riflessioni sul passato di La Russa, tra cui la proposta di utilizzare il saluto romano per evitare le strette di mano durante la pandemia.

In definitiva, non ci sono possibilità concrete che il servizio di leva venga ripristinato nell’immediatezza. La crisi Ucraina, peraltro, non ha ripercussioni rilevanti sulla nostra nazione.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO