Liberty Lines sotto sequestro da oltre 100 milioni di euro. Secondo l’accusa, la compagnia avrebbe fatto circolare i suoi aliscafi nonostante la presenza di avarie e gravi problemi di sicurezza.
Bufera giudiziaria su Liberty Lines. La storica compagnia di navigazione siciliana, da anni punto di riferimento per i collegamenti veloci con le isole minori, è stata colpita da un sequestro preventivo di oltre 100 milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Trapani.
Le accuse sono pesanti. Secondo gli inquirenti, la compagnia avrebbe effettuato le sue tratte nonostante le evidenti avarie e criticità legate alla sicurezza all’interno delle imbarcazioni, continuando così a percepire le sovvenzioni pubbliche milionarie previste dal contratto di servizio.
A finire nel registro degli indagati sono 48 persone, tra dirigenti, funzionari e persino due ufficiali della Capitaneria di Porto di Trapani. Intanto, il pubblico ministero ha già chiesto gli arresti domiciliari per 9 indagati, che saranno ascoltati dal giudice nei prossimi interrogatori. Oltre a Liberty, è finita nel mirino della Procura anche SNS - Società di Navigazione Siciliana, un altro colosso del trasporto veloce da e verso Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria, Ustica e Reggio Calabria.
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I dettagli dell’inchiesta contro Liberty Lines
Dalle carte dell’indagine emerge un quadro definito dagli inquirenti come “altamente critico” nella gestione delle imbarcazioni. Secondo gli atti processuali, alcune navi avrebbero continuato a operare nonostante problemi tecnici rilevanti, con procedure interne finalizzate a evitare che le anomalie venissero segnalate alle autorità di controllo.
Gli investigatori parlano di riunioni riservate in cui si sarebbe discusso di come “sistemare” le criticità senza segnalarle formalmente, anche grazie al presunto coinvolgimento di alcuni rappresentanti dell’ente di certificazione navale. In un episodio particolarmente eclatante, un danneggiamento strutturale su “Ale”, una nave del gruppo, sarebbe stato classificato come imprevisto, nonostante fosse già stata pianificata una riparazione che non è mai stata portata a termine.
Il materiale acquisito dagli inquirenti - raccolto in un’ordinanza di 2.700 pagine - elenca situazioni che vanno da una concentrazione del batterio della legionella oltre i limiti di sicurezza fino alla concessione di passaggi gratuiti agli ispettori, presumibilmente in cambio di valutazioni tecniche favorevoli tali da evitare dichiarazioni formali di guasto.
Le intercettazioni confermano le accuse
Le intercettazioni ricostruiscono un clima di preoccupazione diffusa all’interno della società. Nelle conversazioni registrate, i responsabili erano impauriti per un possibile controllo, mentre i comandanti si mostravano rassegnati di fronte ai danni mai riparati e alle continue anomalie tecniche. Ma, nonostante ciò, le navi hanno continuato a garantire le tratte, mettendo a rischio migliaia di passeggeri ogni giorno.
Ora spetta al tribunale di Trapani valutare la solidità delle accuse e stabilire quali saranno le ripercussioni. Secondo gli inquirenti, il quadro delineato sarebbe quello di un meccanismo studiato e strutturato, mentre i difensori di Liberty Lines hanno contestato il provvedimento definendolo “ingiustificato”. Nel frattempo, la compagnia è stata affidata temporaneamente alla gestione di tre amministratori giudizari, così da garantire il regolare svolgimento delle tratte navali.
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