Separazione dei beni: quando, come va comunicata e conseguenze su pensioni ed eredità

Ilena D’Errico

6 Settembre 2023 - 23:50

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Separazione dei beni, ecco quando deve essere comunicata, come fare e quali sono le conseguenze sulla pensione e sull’eredità dei coniugi.

Separazione dei beni: quando, come va comunicata e conseguenze su pensioni ed eredità

Il matrimonio è fatto anche di scelte pratiche, tra cui quella del regime patrimoniale. Il nostro ordinamento prevede la comunione dei beni, ad oggi sempre più temuta a causa dei possibili debiti, e la separazione dei beni. Quest’ultima può risultare molto vantaggiosa, ma deve essere espressamente comunicata. Oltretutto, molti sposi hanno paura delle ripercussioni sulla pensione e sull’eredità che ne possono derivare. Ecco cosa prevede la legge sulla separazione dei beni, quando va comunicata, come e quali effetti provoca.

Cos’è la separazione dei beni

La separazione dei beni è un regime patrimoniale riferito al matrimonio e alle unioni civili, con cui le parti scelgono di mantenere separati i propri patrimoni. Ognuno dei coniugi conserva così la proprietà dei beni che acquista durante il matrimonio, dei crediti e anche la titolarità dei debiti personali.

Ovviamente la separazione dei beni non è rilevante quando i coniugi scelgono di cointestare dei beni o assumere congiuntamente delle obbligazioni. La separazione dei beni può poi essere affiancata da un fondo patrimoniale, utile per preservare i beni utili a tutta la famiglia e distinti da quelli appartenenti ai coniugi.

Quando deve essere comunicata la separazione dei beni e come

La separazione dei beni può essere comunicata contestualmente al matrimonio oppure in qualsiasi momento successivo scelto dai coniugi (lo stesso principio si applica anche alle unioni civili). Per tutti i matrimoni celebrati successivamente al 1975 il regime patrimoniale legale è quello della comunione.

Perciò se i coniugi non comunicano altrimenti e finché non lo fanno si applica la comunione dei beni. È poi bene sapere che scegliendo la separazione dei beni dopo il matrimonio non è possibile evitare i debiti del coniuge, a meno che siano stati contratti successivamente alla scelta di questo regime patrimoniale.

Riguardo alle modalità, la comunicazione immediata è la scelta più rapida ed economica per i coniugi. Questi ultimi possono comunicare la propria decisione direttamente al momento del matrimonio, senza alcuna procedura da seguire e in modo del tutto gratuito.

Per cambiare regime patrimoniale e comunicare la separazione dei beni dopo il matrimonio, invece, è necessario rivolgersi al notaio. Quest’ultimo dovrà avviare una pratica burocratica e annotare la scelta a margine dell’atto di nozze. L’ultima opzione prevede evidentemente i costi legati all’onorario del professionista, alle tasse e alle marche da bollo. Mediamente la spesa si aggira intorno ai 500/1.000 euro, ma è bene chiedere tutte le informazioni preventivamente.

Effetti della separazione dei beni su pensione ed eredità

La separazione dei beni, a prescindere dal momento in cui viene scelta, comporta evidenti vantaggi per le parti, non solo a livello dei debiti. Per esempio, con il regime di separazione dei beni diventa più agevole svolgere le pratiche burocratiche, come le transazioni di denaro e le compravendite immobiliari.

Molte persone temono la separazione per quanto riguarda i possibili effetti sulla pensione e sull’eredità. Riguardo alla pensione di reversibilità è bene precisare che questo diritto non riguarda in alcun modo il regime patrimoniale dei coniugi, tanto che può spettare anche al coniuge separato.

In riferimento ai trattamenti assistenziali, poi, il regime patrimoniale è egualmente irrilevante perché nella determinazione dei redditi familiari sono sempre compresi quelli di entrambi i coniugi conviventi, a prescindere dalla eventuale separazione dei beni.

Infine, la separazione dei beni non influisce nemmeno sui diritti successori esistenti tra coniugi, ma può dar luogo a un’apparente diversa ripartizione. Questo perché quando i coniugi erano in comunione dei beni, la quota spettante al superstite è calcolata sulla metà del patrimonio e sui beni esclusi dalla comunione, mentre il restante 50% è già in suo possesso.

Al contrario, con la separazione dei beni la quota del coniuge superstite è calcolata sull’intero ammontare del patrimonio del defunto. È chiaro che in quest’ultimo caso si ha un importo minore in favore del superstite, ma in realtà le quote ereditarie sono invariate. La porzione aggiuntiva del coniuge in caso di separazione dei beni, infatti, non deriva dall’eredità ma era già in sua proprietà per effetto del regime patrimoniale.

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