Sei nella classe media se hai queste abitudini nei ristoranti e non te ne rendi conto

Ilena D’Errico

4 Agosto 2025 - 21:08

Ecco sei abitudini che le persone della classe media hanno quando mangiano al ristorante (e come migliorarle).

Sei nella classe media se hai queste abitudini nei ristoranti e non te ne rendi conto

Chi appartiene alla classe media è sopra alla soglia di povertà ma non ha una vita agiata. Deve stare attento al budget, ma può concedersi qualche sfizio, come una cena o un pranzo al ristorante. Molti italiani appartengono a questa categoria, una condizione del tutto dignitosa che però si riflette nel modo di vivere la quotidianità in maniera evidente. Non c’è nulla di sbagliato in questo, ma non sempre questi atteggiamenti portano a scelte davvero convenienti e soprattutto alla migliore maniera di relazionarsi agli altri. Il blogger Avery White, in particolare, ha notato 6 abitudini al ristorante delle persone che appartengono alla classe media, migliorabili senza sacrificare i limiti di spesa.

È possibile adottare modalità più eleganti e rispettose e vivere esperienze più piacevoli con qualche semplice accorgimento, senza ostentare disponibilità economiche fittizie ma neanche facendo del budget il protagonista dell’uscita. Possiamo quindi trarre da queste abitudini, diffuse anche tra i consumatori italiani, qualche accorgimento per non rovinarsi l’umore al ristorante senza sperperare il proprio denaro.

Confrontare i prezzi ad alta voce

Discutere dei prezzi è normale, come pure stupirsi e indignarsi quando sembrano insolitamente elevati. Non bisogna però scadere in confronti ingiusti, soprattutto quando monopolizzano la conversazione e rovinano la serenità del tavolo (e del personale). Per esempio, confrontare il prezzo delle pietanze con il costo che avrebbe avuto prepararle a casa o mettere in discussione il criterio alla base del listino (di solito additando il costo dell’acqua e dei dolci rispetto al resto del menù) sono abitudini diffuse che sarebbe meglio evitare. Sarebbe invece preferibile:

  • consultare i prezzi in anticipo;
  • bilanciare le proprie scelte (per esempio, concedendo una spesa maggiore per la portata preferita e risparmiando sul resto);
  • chiedere al personale il motivo per costi di cui non si conosce il motivo.

Chiedere troppe sostituzioni del menù

Le molteplici sostituzioni e le variazioni al menù sono tra gli argomenti più discussi, ma come spesso accade è facile trovare la soluzione nel mezzo. Si possono chiedere un paio di cambiamenti rispetto alle portate nel menù o, in caso di esigenze specifiche, comunicarle preventivamente e restare aperti a suggerimenti. Si evita così di compromettere il servizio e anche di spendere più del previsto.

Calcolare a lungo (e all’ultimo) la mancia

La terza abitudine della classe media al ristorante tocca sul vivo gli italiani, poco avvezzi alla mancia. Quando si sceglie di lasciarla diventa un momento critico, spesso alla fine del pasto per avere prima un’idea della spesa finale. Gli errori di valutazione e l’imbarazzo fanno da padroni, anche se sarebbero facilmente evitabili. Basterebbe infatti pensare alla fascia in cui contenere la mancia prima di mangiare, prevedendo una percentuale media sul costo della cena o delle cifre di riferimento. La somma precisa può poi essere rifinita in base al servizio, preferibilmente motivando in modo sintetico la propria scelta per dare un feedback costruttivo al locale.

Freddezza e distacco dai camerieri

La quarta abitudine non si nota soltanto nei ristoranti, ma in moltissimi locali commerciali, negozi di abbigliamento, profumerie e trucchi al primo posto. Per evitare le proposte di camerieri, commessi e addetti alle vendite si tende spesso ad adottare un atteggiamento freddo, scostante, anche al limite della maleducazione.

Si prova così a stroncare sul nascere ogni proposta fuori budget evitando l’imbarazzo, compromettendo la qualità dell’esperienza. In realtà, la cordialità non impone di accettare qualsiasi consiglio e il personale non si occupa certo di giudicare le scelte della clientela. Anzi, comunicare apertamente con i professionisti è utile a rientrare nei limiti di spesa e scegliere al meglio. Altrimenti, è sempre possibile declinare le proposte con cortesia.

Occupare il tavolo troppo tempo

Chi va poco al ristorante vuole godersi ogni attimo e soprattutto sfruttare fino all’ultimo centesimo pagato per il pranzo o la cena. Comprensibile, ma entro alcuni limiti. Occupare il tavolo per troppo tempo crea grossi disagi al ristorante e può comportare, in un modo o nell’altro, un sovrapprezzo. Meglio chiedere con anticipo se siano previste delle fasce orarie per la consumazione (frequenti soprattutto quando ci sono servizi aggiuntivi come la fruizione di un’area gioco per i bambini o l’animazione) e alzarsi alla conclusione della cena (o pranzo). Allungare la lista di consumazioni è spesso poco conveniente per entrambe le parti, quindi di solito è meglio spostarsi in una caffetteria o similari per prolungare lo svago.

Cercare (soltanto) la convenienza

Infine, un consiglio all’apparenza controproducente: non soffermarsi soltanto sulla convenienza. O meglio, bisognerebbe evitare di guardare soltanto al prezzo in termini assoluti e rischiare così di vivere un’esperienza poco soddisfacente, tutto il contrario del risparmio. Soprattutto, non bisogna cercare di trarre il massimo dal prezzo pagato con comportamenti come consumare forzatamente grissini e pane inclusi nel coperto e simili. Bene invece chiedere di portare via le pietanze non consumate, un’abitudine positiva per combattere gli sprechi alimentari ed economici. con la cosiddetta doggy bag. Non per questo bisogna però ordinare deliberatamente senza tenere conto del consumo effettivo (a maggior ragione con le formule “all you can eat”).

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