Scuola, addio alla bocciatura per gli studenti? Ecco come stanno davvero le cose

Stefano Rizzuti

2 Maggio 2022 - 17:50

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Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia propongono di eliminare la bocciatura a scuola e imitare il modello britannico, ma l’ipotesi può davvero essere considerata da ministero dell’Istruzione e governo?

Scuola, addio alla bocciatura per gli studenti? Ecco come stanno davvero le cose

Addio alle bocciature a scuola? Un’ipotesi di cui si parla nelle ultime ore e che nasce da una proposta lanciata da Fratelli d’Italia. Ma davvero è allo studio l’idea di eliminare le bocciature per gli studenti e passare a un modello completamente diverso come quello, per esempio, del Regno Unito?

Al momento l’idea di eliminare le bocciature per gli studenti sembra essere una proposta voluta solo da Fratelli d’Italia e dalla sua leader, Giorgia Meloni. Dal ministero dell’Istruzione non sembra arrivare alcuna apertura sul tema e le parole del sottosegretario Rossano Sasso sembrano chiarire ulteriormente la posizione della maggioranza.

Perché, allora, si parla dell’ipotesi di abolire le bocciature e quali potrebbero essere i nuovi modelli da adottare secondo la proposta di Fdi? E, ancora, come hanno reagito negli ambienti di governo a questa idea? Proviamo a capirlo.

La proposta di Meloni e Fdi: stop bocciature

Fratelli d’Italia ha inserito nel suo programma una proposta lanciata negli scorsi giorni da Luca Ricolfi e sostenuta da Giorgia Meloni. Una rivoluzione per il sistema scolastico italiano che introdurrebbe un meccanismo simile a quello del Regno Unito, basato non sulla bocciatura ma su diversi livelli di competenze.

Di fatto nel Regno Unito esiste un meccanismo per certificare il livello di conoscenza di ogni alunno. L’idea di Fdi è quella di passare dalle bocciature ai diversi livelli, ovvero un sistema che permetta di fornire il livello di conoscenza raggiunta dallo studente in ogni singola materia. Con un’abolizione delle bocciature per come siamo abituati a conoscerle oggi.

Addio bocciature, cosa ne pensa il ministro Bianchi

Interpellato su questa proposta a Radio 24, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha preferito soffermarsi sull’idea di prendere spunto da un altro sistema, in questo caso quello britannico: “C’è sempre qualcuno che ci propone qualcosa d’altro”, ha ironizzato il ministro.

Secondo Bianchi in Italia si tende spesso a voler imitare altri modelli stranieri senza tenere conto delle specificità della situazione nelle diverse aree e la soluzione non sembra quindi essere, interpretando la risposta del ministro, quella di abolire le bocciature.

Bianchi, inoltre, ha spiegato come il sistema britannico non preveda le bocciature come noi le conosciamo ma comunque introduce dei livelli da raggiungere. Di fatto cambiare il sistema con una forma come questa sarebbe, a suo parere, niente più che un artificio.

Stop bocciature a scuola, ipotesi improbabile

Ancora più netta ed esplicita è la posizione del sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso. “Non mi schiero al fianco di chi ritiene che il futuro della scuola italiana debba passare per l’eliminazione delle bocciature e l’instaurazione di un sistema all’anglosassone, con una certificazione del livello raggiunto al termine del ciclo di studi”, scrive su Facebook l’esponente leghista.

Secondo Sasso il mondo dell’istruzione deve garantire le stesse condizioni di partenza a tutti, premiando poi il merito. Non deve, quindi, “appiattire le differenze e mandare avanti tutti, indipendentemente da attitudini, volontà, preparazione”.

La scuola, secondo Sasso, non deve diventare un diplomificio e non deve portare gli studenti verso il disimpegno: “Una bocciatura non è la fine del mondo. Ripetere un anno per far completare la maturazione di uno studente, per fargli acquisire quelle competenze che, per mille motivi, non è riuscito ancora a fare sue non deve essere vissuto come una condanna”.

Per il sottosegretario “un anno ripetuto alle scuole superiori può essere il viatico per una carriera universitaria brillante, magari conclusa in anticipo rispetto a quanto previsto dal piano di studi. Una scuola che non dice mai di no non rende un buon servizio agli studenti, al pari di un genitore che non dice mai di no al proprio figlio”.

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