Scuola: per il rientro mancano 50mila insegnanti. Lezioni a rischio?

Teresa Maddonni

02/09/2020

13/04/2021 - 12:37

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Scuola: per il rientro fra meno di due settimane mancano all’appello al momento 50mila insegnanti secondo l’allarme lanciato dai sindacati. Ritardo delle graduatorie per le supplenze e richieste di esonero dai docenti “fragili”. Lezioni a rischio?

Scuola: per il rientro mancano 50mila insegnanti. Lezioni a rischio?

Per il rientro a scuola mancano almeno 50mila insegnanti nonostante le assunzioni promesse e i concorsi banditi. A lanciare l’allarme sono i sindacati, ma le lezioni sono a rischio?

La maggior parte degli studenti italiani con i loro insegnanti rientreranno a scuola il prossimo 14 settembre, mentre già nella giornata di ieri per alcuni si sono aperte le porte degli edifici scolastici per il recupero degli apprendimenti prima della campanella ufficiale.

Il problema per la scuola a settembre come ogni anno sarà quello delle cattedre vuote, se ne prospettano 50mila, laddove la“call veloce” per le immissioni in ruolo dei docenti in graduatoria è terminata nella giornata del 1° settembre, ma che secondo i sindacati non risolverà la questione.

Si dovrà pertanto ricorrere ai supplenti, ma resta anche il nodo degli insegnanti fragili da gestire nella scuola di settembre ancora in piena emergenza COVID-19.

Scuola: mancano 50mila insegnanti per il rientro

La scuola riparte fra soli 12 giorni, ma a oggi mancano 50mila insegnanti per il rientro in classe. I primi dati forniti dagli Uffici scolastici regionali e che hanno rilevato i sindacati parlano nel dettaglio di:

  • 400 professori di Italiano che mancherebbero in Campania;
  • 250 professori di matematica mancano in Puglia;
  • in Piemonte solo il 24% delle cattedre al momento è stato occupato;
  • in Toscana solo 200 posti sono stati occupati su 200.

Ci sono le Gps, le Graduatorie provinciali delle supplenze, che dovrebbero essere pronte per dare gli incarichi agli aspiranti docenti o precari della scuola, ma che in realtà dimostrano errori e inesattezze.

Molte addirittura non sono ancora pronte dal momento che solo alcuni Uffici scolastici regionali le hanno pubblicate il che determina un allungarsi dei tempi. Su 85mila cattedre vuote in tutta Italia, 50mila rischiano di restare tali nella scuola di settembre. La segretaria generale di Cisl Scuola Maddalena Gissi, in merito ai supplenti e agli errori nelle Gps, ha dichiarato:

“Anomalie del sistema, errori di dati insomma confusione su confusione. Le Gps non sono ancora state pubblicate se non in qualche provincia, ma se in tutte le realtà territoriali ci saranno casi analoghi, la scuola sarà pervasa di ricorsi alla magistratura e di contenziosi che comprometteranno non solo l’avvio dell’anno scolastico ma tutte le attività didattiche.”

I casi cui Gissi si riferisce è lei stessa a illustrarli:

“Ci riferiscono di docenti ai quali sono stati riconosciuti 15 anni di servizio su sostegno senza aver prestato mai nemmeno un giorno con i disabili e di professori che si ritrovano di ruolo su una cattedra di francese, disciplina che non hanno mai studiato. E ancora una giovane di 22 anni si è ritrovata con 80 punti solo di titoli, sono troppi, dovrebbe avere 2 lauree, 3 dottorati non è possibile”.

Scuola: il nodo dei lavoratori fragili

Altro nodo per la scuola a settembre è quello dei lavoratori fragili per i quali ancora non sono state fornite indicazioni in merito. Si attende infatti la circolare del ministero della Salute per capire come i lavoratori fragili, docenti e collaboratori scolastici, possano rientrare a scuola o comunque fare lezione.

Nel dettaglio lavoratori fragili sono coloro per i quali un potenziale contagio da COVID-19 potrebbe metterne in serio rischio la salute o risultare fatale. Si tratta di pazienti oncologici, immunodepressi, ma in alcuni casi anche coloro che hanno superato i 55 anni e per i quali deciderà il medico Inail.

Molte regioni tra cui spiccano Veneto, Liguria e Campania hanno già registrato richieste di esonero da parte dei lavoratori fragili. Se la didattica a distanza, con il professore a casa e i ragazzi a scuola, lo smart working dunque, appare impraticabile perché ci sarebbe il problema della classe scoperta durante la lezione, una soluzione avanzata dai sindacati potrebbe essere quella di dividere gli alunni in piccoli gruppi e con distanza maggiore dall’insegnante fragile. Altri sono invece per l’aspettativa del professore che a scuola sarebbe in serio pericolo.

Al momento però neanche i dirigenti scolastici sanno come muoversi e quale linea seguire perché in attesa di regole dal ministero. Dichiara ancora la segretaria Cisl Scuola Gissi:

“Aspettiamo la definizione delle regole. Laddove è certificata la fragilità i docenti devono sapere come proseguire la loro attività professionale. Abbiamo bisogno dei dati, con i numeri alla mano potremmo aprire un confronto serio ma non riusciamo a sapere quanto ci sarebbe dovuto in termini di trasparenza.”

Dunque l’attesa per la scuola a settembre riguarda non solo le Gps per le supplenze e la copertura dei posti vacanti, ma anche le regole per la gestione dei professori fragili laddove la quadra sembra essere stata trovata per trasporti e mascherina.

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