Sciopero della pasta al via, come funziona e perché è importante

Alessandro Nuzzo

18/06/2023

L’iniziativa lanciata da Assoutenti per protestare contro l’aumento dei prezzi: ecco come funziona.

Sciopero della pasta al via, come funziona e perché è importante

Alcuni generi alimentari anche di prima necessità, hanno subito in questi mesi dei rincari record, soprattutto per colpa dell’aumento delle materie prime e dell’inflazione. Uno dei prodotti che ha visto il suo prezzo lievitare maggiormente è la pasta. Secondo un’analisi i prezzi sono aumentati in varie città italiane il doppio rispetto a quanto indicato dai pastai, ovvero 2,13 euro al kg.

Nelle scorse settimane, il Governo, a differenza di altre nazioni europee ha tenuto una riunione sul tema degli aumenti e dell’inflazione decidendo però di non intervenire sui prezzi. Una decisione che ha fatto scattare la protesta di Assoutenti che ha deciso di organizzare uno sciopero della pasta di una settimana. Un tentativo di boicottaggio di un alimento tanto amato e venduto in Italia per cercare di smuovere le acque nel tentativo di riportare i prezzi a livelli standard. Vediamo come funziona lo sciopero della pasta e perché è importante.

Sciopero della pasta: come funziona

Assoutenti per protestare contro il caro prezzi di alimenti anche di prima necessità come la pasta, ha deciso di organizzare un vero sciopero di una settimana a partire dal 22 giugno e fino al 30. Sette giorni dove si invita tutti gli italiani a boicottare l’acquisto di pasta. Il tentativo oltre a fini di protesta serve anche a capire se il far restare gli scaffali pieni serva a far scendere i prezzi come accade spesso in caso di boicottaggio delle merci. «Il prezzo della pasta è assolutamente sproporzionato rispetto ai costi di produzione» - ha detto il presidente di Assoutenti Furio Truzzi.

La pasta è uno degli alimenti che ha subito il maggior rincaro dallo scorso anno ad oggi. Se nel 2022 il prezzo al chilo era di 1,37 euro, quest’anno ha superato quota 2 euro. Attualmente la media è di 2,13 euro al chilo, ben il 25,3% in più. La città più cara è Ancona dove un pacco di pasta da un chilo può arrivare a costare 2,44 euro. La più economica risulta essere invece Cosenza. Siena è la città dove si sono registrati più aumenti per il prezzo della pasta. In totale sono soltanto 12 le province italiane dove il costo è al di sotto dei 2 euro al chilo. Con questi numeri secondo Assoutenti una famiglia di 4 persone spenderà in media 915 euro in più all’anno in generi alimentari, con un aumento di quasi il 12%, per un totale di 7.690 euro all’anno.

Considerando che la pasta è un alimento molto quotato e di uso comune Assoutenti ha pensato così ad un gesto forte chiedendo a tutti di non comprare pasta dal 22 al 30 giugno. Una settimana intera con scaffali pieni per capire se i prezzi in questo modo si abbasseranno oppure no.

L’immobilismo del Governo

In tutta questa situazione c’è da segnalare comunque l’immobilismo del Governo che non ha deciso alcuna misura per contenere quella che sta diventando una speculazione, considerato che l’aumento delle materie prime resta contenuto e non giustifica l’aumento record dei prodotti finiti. All’estero la situazione è diversa; in Francia il governo ha fatto un accordo di tre mesi con le catene di supermercati per ridurre i prezzi di centinaia di alimenti di base. Anche la Gran Bretagna si sta muovendo in questo modo per contrastare l’aumento di prodotti alimentari che hanno raggiunto prezzi che non si toccavano da 45 anni.

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