Sciopero giudici di pace da oggi: protesta contro riforma Orlando

Irene Mancuso

2 Ottobre 2017 - 14:23

Lo sciopero dei giudici di pace che parte da oggi 2 ottobre 2017 è ancora una volta una forma di protesta contro la riforma Orlando.

Sciopero giudici di pace da oggi: protesta contro riforma Orlando

Sciopero giudici di pace: a partire da oggi per tutta la settimana, la magistratura italiana sciopera nuovamente.

Contro la riforma Orlando, approvata a luglio, si schierano i giudici di pace, definendola “degradante”.

La categoria lamenta in un comunicato l’abbattimento dell’indennità, la riduzione del personale pur incrementando la mole del lavoro, e l’assenza di alcune tutele previdenziali.

La protesta, che avrà durata per tutta la settimana, è uno stop che fa seguito a diversi mesi di protesta che hanno visto le assenze dei giudici dalle udienze.
Quali sono i magistrati che aderiscono allo sciopero e per quali motivi?

Sciopero dei giudici di pace: chi sono e perché

Lo sciopero dei giudici coinvolge sia quelli di pace che i magistrati onorari di tribunali e procure.
Da più di un anno infatti la categoria è in fibrillazione in vista della riforma Orlando, approvata definitivamente lo scorso luglio.

Lo sciopero potrebbe mettere a rischio circa mezzo milione di processi.
Il motivo riguardo la disapprovazione nei confronti della riforma voluta dal ministro della Giustizia Andrea Orlando.

I giudici accusano il ministro Orlando di voler il “collasso del sistema Giustizia” dove gli stessi giocano un ruolo fondamentale a livello di ruoli e competenze.
Secondo un’analisi infatti, hanno i giudici di pace hanno circa il 60% delle competenze della giurisdizione.

A discapito dei magistrati la riforma ha limitato l’orario di lavoro dal tempo pieno a due giorni alla settimana e introdotto la prescrizione di gravi reati.

Le parole di Unagipa

L’Unione nazionale giudici di pace (Unagipa) riferisce in una nota che la riforma

segnerà il de prufundis della Giustizia in Italia, come dimostrano gli ultimi dati statistici che registrano «crolli di produttività degli uffici del 30% in corrispondenza con i nostri scioperi: quando si ferma la magistratura onoraria e di pace, si ferma la giustizia nel Paese.

Secondo la categoria il ministro Orlando

ritiene di poter fare a meno di personale amministrativo e giudiziario stabile e qualificato, delegando compiti e funzioni a stagisti e tirocinanti, che dovrebbero essere formati ed invece sono sfruttati come lavoratori in nero, creando nuove sacche di precariato.

Con l’effettivo blocco da parte dei magistrati onorari di tribunali e procure e dei giudici di pace si arresterà circa il 60% dei processi gestiti da entrambe le categorie.

Lo sciopero terminerà venerdì 6 ottobre.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it