Schemi Ponzi, come riconoscerli e difendersi dalle truffe finanziarie

Alessandro Norcia

17 Giugno 2025 - 08:00

Analisi dei segnali distintivi degli schemi Ponzi e consigli pratici per evitarli.

Schemi Ponzi, come riconoscerli e difendersi dalle truffe finanziarie

Negli ultimi anni gli schemi Ponzi hanno continuato a evolversi adattandosi alle nuove tecnologie e sfruttando la crescente digitalizzazione per attrarre sempre più vittime.

La promessa di rendimenti elevati e “garantiti” in poco tempo rappresenta una trappola nella quale, purtroppo, continuano a cadere investitori inesperti, risparmiatori in difficoltà economica, persone anziane ma anche giovani attratti da facili guadagni ed è per questo che riteniamo fondamentale sapere cosa sono, come funzionano e, soprattutto, come riconoscerli per difendersi nel modo più efficace possibile.

Lo schema Ponzi prende il nome da Carlo Ponzi, un immigrato italiano che, negli anni 20 del secolo scorso, mise in piedi una frode finanziaria promettendo lauti rendimenti attraverso i buoni di risposta internazionale; in realtà, i guadagni venivano pagati grazie ai capitali dei nuovi investitori, senza che vi fosse alcuna attività economica alle spalle.

Questa struttura fraudolenta si basa su un principio relativamente semplice: i denari dei nuovi aderenti servono per generare i rendimenti promessi agli investitori precedenti e in questo modo lo schema può proseguire fino a quando il flusso di nuovi investitori è sufficiente a sostenere i prelievi. Tuttavia, quando le entrate rallentano o gli investitori iniziano a richiedere indietro il capitale, crolla l’intero sistema.

Riconoscere uno schema Ponzi non è sempre facile, soprattutto perché chi lo propone spesso è molto abile nella comunicazione e nel creare una parvenza di legittimità dell’attività proposta.

Fortunatamente esistono alcuni segnali ricorrenti che ci mettono in allerta per poter riconoscere il sistema. Vediamo i più importanti:

  • rendimenti troppo alti e costanti: il primo campanello d’allarme è la promessa di facili guadagni, per esempio del 5% o 10% mensili, senza correre in alcun rischio di perdita: nessun investimento serio e legale potrà mai garantire profitti elevati e costanti;
  • mancanza di trasparenza: se la società, o la persona, che propone un investimento resta vaga o comunque risulta essere poco trasparente su dove e come vengono generati i profitti, oppure se, per confondere, vengono utilizzati termini tecnici senza fornire spiegazioni comprensibili, è probabile che ci sia sotto qualcosa di losco;
  • pressioni psicologiche e senso di urgenza: i promotori degli schemi Ponzi usano spesso frasi come “Devi entrare adesso”, “Posti limitati”, “Salire sul treno in corsa che passa una volta nella vita” che servono solo a mettere pressione, impedire un’analisi razionale e non dare la possibilità di fare ricerche o rivolgersi a figure competenti per una consulenza o un semplice consiglio;
  • incentivi a reclutare nuovi partecipanti: quando un sistema offre bonus o percentuali per ogni persona che viene reclutata all’interno del sistema, molto probabilmente trattasi di un meccanismo piramidale che si autoalimenta;
  • assenza di controlli e registrazioni ufficiali: gli schemi Ponzi non sono mai autorizzati presso autorità di vigilanza come CONSOB o Banca d’Italia: se mancano licenze, regolamenti, bilanci pubblici o la più elementare trasparenza fiscale, è meglio evitare di investire.

Difendersi da questi sistemi è possibile, ma è fondamentale elevare il proprio livello di educazione finanziaria, spirito critico e attenzione ai dettagli.

Qui di seguito, alcuni dei consigli utili per non cadere in uno schema Ponzi:

  • verifica delle fonti: controllare sempre che le società siano autorizzate a operare e che abbiano le autorizzazioni degli Enti di controllo finanziario competenti;
  • fare domande scomode: chiedersi sempre da dove arrivano realmente i rendimenti, sapere chi controlla i flussi di denaro e farsi inoltrare un prospetto informativo completo. Se le risposte saranno evasive o aggressive è meglio starne alla larga;
  • evitare il “passaparola”: anche amici e parenti, spesso in buona fede, possono proporre questi sistemi senza rendersi conto di essere a loro volta vittime di una truffa.;
  • non essere mai avidi: se un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente lo è.

Se pensate di esser stati coinvolti in uno schema Ponzi, o conoscete qualcuno che ne è diventato vittima, è fondamentale intervenire nel minor tempo possibile non investendo ulteriormente, raccogliendo e conservando ogni tipo di documentazione (screenshot, cronologia delle conversazioni e pagamenti), segnalando il caso alle autorità e contattando un avvocato o una Associazione a tutela dei consumatori specializzata in truffe online.

Gli schemi Ponzi si basano principalmente su una formula semplice ma alquanto pericolosa: sfruttano la fiducia, la scarsa conoscenza finanziaria e la speranza di un facile arricchimento ed è per questi motivi che, riconoscere il loro funzionamento, è il primo passo per evitarli; l’educazione e la prevenzione sono le armi migliori che abbiamo a disposizione per difendere noi stessi e chi ci circonda.

L’Associazione “Il Gatto e la Volpe nel Web” vanta un’esperienza pluriennale nel riconoscere questo tipo di truffa; negli anni, abbiamo individuato e smascherato moltissimi schemi Ponzi e continueremo a farlo attraverso segnalazioni e “scam alert” offrendo ai cittadini, tramite i nostri studi legali, la possibilità di denunciare queste attività illecite fornendo strumenti utili per proteggerli dalle insidie online.

Per segnalazioni potete mandare una email a: info@ilgattoelavolpenelweb.it

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