Ogni quanto tempo colf e badanti hanno diritto all’aumento di stipendio? Dipende dagli scatti di anzianità, ecco come funzionano.
I lavoratori domestici, nello specifico colf e badanti, hanno diritto agli scatti di anzianità quando dovuti. Come funzionano questi aumenti dello stipendio?
In generale, si tratta di aumenti che si attivano in automatico e che si applicano alla retribuzione percepita, riconosciuti in base agli anni di servizio continuativo presso lo stesso datore di lavoro, previsti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL).
Questi meccanismi servono a premiare la fedeltà e l’esperienza del lavoratore domestico. Più a lungo una colf o badante lavora per lo stesso datore, più aumenta il suo stipendio minimo previsto dal contratto.
Nel 2025 è entrato in vigore l’aumento ISTAT (+0,96%), incrementando le retribuzioni minime orarie di queste categorie, dalle quali si calcolano gli scatti.
Di seguito, tutto quello che c’è da sapere su questo importante diritto: come funzionano gli scatti di anzianità per i lavoratori domestici.
Scatti d’anzianità Ccnl lavoro domestico
Come anticipato, gli scatti d’anzianità per colf e badanti sono stati introdotti nel lontano 1972, poi riformati nel 1992, quando la normativa è stata modificata per introdurre delle maggior tutele per queste categorie di lavoratrici. Ad esempio è stato stabilito il divieto di assorbire gli scatti stipendiali in un eventuale superminimo.
La normativa vigente, quindi, prevede che a colf e badanti - naturalmente assunte con regolare contratto di lavoro - va riconosciuto un aumento di stipendio ogni 2 anni di servizio prestato presso la propria famiglia.
Questi lavoratori cominciano a maturare gli scatti d’anzianità a partire dal 1° giorno del mese successivo dall’inizio dell’attività lavorativa. Ad esempio, una colf assunta il 26 marzo del 2021 avrà diritto a un aumento di stipendio il 1° aprile del 2023.
Il Ccnl del lavoro domestico, però, prevede un limite alla maturazione degli scatti d’anzianità: il datore di lavoro deve riconoscerne al massimo 7, dopodiché la collaboratrice domestica pur continuando a lavorare presso la stessa famiglia non avrà diritto ad altri aumenti di stipendio.
Di quanto aumenta lo stipendio
L’aumento di stipendio una volta raggiunto un determinato periodo di impiego, viene calcolato sulla base della retribuzione minima prevista dal Ccnl del lavoro domestico, a seconda del proprio livello di inquadramento professionale.
Nel dettaglio, per ogni scatto d’anzianità il dipendente ha diritto a un aumento del 4% della retribuzione minima.
Attenzione a non commettere errori: la percentuale del 4% si applica sempre sulla retribuzione minima prevista dal Ccnl di riferimento e non sullo stipendio del dipendente. Ad esempio, nel secondo scatto d’anzianità non va aggiunto il 4% allo stipendio attuale della collaboratrice domestica (aumentato del 4% già due anni prima) ma l’8% della retribuzione minima.
Esempi pratici di scatti di anzianità lavoratori domestici
Innanzitutto bisogna sapere che dal 1° gennaio 2025 le retribuzioni minime orarie sono aumentate in questo modo:
- Livello B (colf): da €6,62 a €6,68
- Badanti conviventi CS: circa €1.137,86/mese per lavoratrici con assistenza
Facendo una simulazione:
nel 2025 la retribuzione minima è di 6,68 euro l’ora; dopo 2 anni scatta il 4%, con un aumento di 0,27 euro a 6,95 euro l’ora; dopo 4 anni alla base di 6,68 euro si applica l’8% con un aumento di 0,53 euro a 7,21 euro l’ora, fino a max 7 anni con un +28% a 8,55 euro l’ora.
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