Un equilibrio instabile travestito da crescita minaccia i mercati. Mentre le borse toccano nuovi massimi, segnali nascosti fanno pensare a una trappola pronta a scattare.
C’è un equilibrio instabile mascherato da espansione che minaccia le borse globali. E le mosse della banca centrale USA potrebbe averlo compromesso. Mentre i mercati corrono verso nuovi massimi, nessuno in borsa sembra leggere con toni rischiosi o negativi uno scenario economico che dietro le quinte si sta segretamente costruendo.
Le borse crescono. Specie in USA, dove l’S&P 500 ha toccato nuovi massimi storici. Un dato che, a prima vista, racconta un mercato in piena salute. Eppure, quei massimi potrebbero essere poco rappresentativi. Prima di tutto per una questione economica: le attese sull’inflazione negli Stati Uniti si muovono intorno al 2,9%, vicinissime ai massimi dell’anno. Un valore che non solo mette in discussione il taglio di 25 punti base della Federal Reserve, ma alimenta il sospetto che il tanto atteso “atterraggio morbido” dell’economia sia un po forzato in questo momento.
A questo si aggiunge il tema della disoccupazione, che torna a bussare alla porta. La domanda è: il mercato starebbe davvero prezzando uno scenario di forza che nei fondamentali non trova reale sostegno?
I segnali tecnici: RSI e MACD in allarme
Se a livello economico non si trova risposta, ecco un punto di vista tecnico.
Applicando l’RSI (Relative Strength Index) al grafico dell’S&P 500, emerge un dato chiaro: l’indice è entrato in zona di ipercomprato, con valori intorno ai 70 punti. Storicamente, questa soglia è interpretata come un campanello d’allarme: indica che il mercato ha corso tanto.
Ma non è solo l’RSI a sollevare dubbi. Anche il MACD (Moving Average Convergence Divergence) mostra una dinamica sospetta. Mentre i prezzi spingono verso l’alto, il MACD si muove in divergenza, segnalando un indebolimento del momentum rialzista.

La bull trap: la trappola dei rialzisti
Qui entra in gioco un concetto ben noto agli operatori: la bull trap.
Si tratta di una configurazione ingannevole in cui i mercati, dopo aver mostrato forza e segnali di breakout, attirano i compratori in un’illusione di solidità. In realtà, quel movimento nasconde fragilità strutturali, e quando la spinta rialzista si esaurisce, i prezzi collassano intrappolando proprio chi aveva creduto nel proseguimento del trend.
La situazione attuale richiama a questo schema?
Da un lato i record dell’S&P 500 alimentano euforia e nuove entrate. Dall’altro, i segnali economici e tecnici descrivono uno scenario meno robusto: inflazione in risalita, disoccupazione controversa, indicatori in divergenza.
Più consapevolezza, meno euforia
Non si tratta di generare panico o FOMO, quanto piuttosto di sviluppare consapevolezza. Tutto potrebbe evolversi senza complicazioni, visto che le variabili macro sono molto aleatorie, specie quelle previsionali come l’inflazione. Semplicemente, sui mercati ci sono nuove vette dell’S&P 500, mentre la Fed taglia i tassi d’interesse, di fronte a un inflazione sopra il target. Un’evidenza anomala che merita di essere seguita.
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