Bruxelles prova a chiudere le vie di fuga digitali a Mosca, ma i limiti tecnici e geopolitici restano elevati.
“For the first time, our restrictive measures will hit crypto platforms, and prohibit transactions in cryptocurrencies. We are listing foreign banks connected to Russian alternative payment service systems. And we are restricting transactions with entities in special economic zones - (Per la prima volta, le nostre misure restrittive colpiranno le piattaforme cripto e proibiranno transazioni in criptovalute. Stiamo producendo una lista di banche estere collegate ai sistemi russi di pagamento alternativi. E stiamo limitando le transazioni con entità situate in zone economiche speciali)”.
Questo è un estratto della conferenza stampa tenuta il 19 settembre u.s. dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen in relazione al 19°pacchetto di ulteriori sanzioni contro Mosca.
In poche righe Bruxelles ha esteso la logica delle sanzioni bancarie anche al mondo delle criptovalute e delle valute digitali. Ma la domanda è inevitabile: si possono davvero bloccare i russi dall’usare Bitcoin o Ethereum? E, soprattutto, che cosa significa questa misura per chi detiene criptovalute oggi in Europa? [...]
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