La Russia vieta l’esportazione di lingotti d’oro dal Paese

Alessandro Nuzzo

13 Dicembre 2025 - 14:03

Dal 2026 la Russia vieterà l’esportazione dei lingotti d’oro dal paese, ma non solo: ecco perché.

La Russia vieta l’esportazione di lingotti d’oro dal Paese

A partire dal 2026, la Russia vieterà l’esportazione di lingotti d’oro dal Paese, ma non solo. Ad annunciarlo è stato il vice primo ministro Aleksandr Novak durante una riunione del Consiglio per lo sviluppo strategico e i progetti nazionali. Oltre ai lingotti, le autorità limiteranno anche le esportazioni di denaro contante di origine sconosciuta. Questa novità arriva dopo l’introduzione del divieto di esportare rifiuti e rottami di metalli preziosi. Un provvedimento già entrato in vigore e che sarà prorogato almeno fino a maggio 2026. Quest’ultima misura è stata introdotta per aumentare l’utilizzo della capacità produttiva delle imprese russe e rafforzare la filiera interna dei metalli preziosi.

Per quanto riguarda invece i lingotti e il denaro contante, il divieto di esportazione è stato deciso nel tentativo di recuperare una quota di economia sommersa che ogni anno lascia il Paese. Si stima che questo fenomeno incida sul Pil per circa l’1,5%. Recuperando parte di queste risorse, secondo le autorità, i bilanci pubblici a tutti i livelli potrebbero ricevere fino a un trilione di rubli di entrate aggiuntive ogni anno. Per questo motivo, a partire da gennaio, nessuno potrà portare all’estero lingotti d’oro né tantomeno denaro contante la cui provenienza risulti sconosciuta o dubbia. Si tratta anche di un modo per rafforzare il controllo statale sui flussi finanziari.

Anno record per le riserve auree detenute in Russia

Tra l’altro, questo si preannuncia come un anno record per la Russia per quanto riguarda le riserve auree detenute dalla Banca centrale. Secondo i dati diffusi dalla stessa banca russa, a novembre il valore delle riserve d’oro aveva raggiunto i 299,8 miliardi di dollari, una cifra enorme se si considera che nello stesso periodo dell’anno precedente era pari a 207,7 miliardi. Ciò significa che il valore dell’oro russo è aumentato di circa 92 miliardi di dollari in un solo anno. Si tratta di un record assoluto, poiché non era mai accaduto che le riserve auree del Paese crescessero in modo così rapido in un arco di tempo così breve.

Tuttavia, il valore dell’oro detenuto dalla Russia non è cresciuto per un aumento delle riserve fisiche, ma grazie al forte rialzo del metallo prezioso sui mercati internazionali. Nel 2025 il prezzo dell’oro è salito in modo significativo: nel giro di un anno il valore di un’oncia è passato da 2.700 a 4.000 dollari. Alla luce di questa impennata, anche il valore complessivo delle riserve auree russe è aumentato drasticamente, nonostante il volume fisico di oro detenuto dal Paese sia diminuito di circa tre tonnellate nel corso del 2025. Ed è proprio grazie a queste riserve e alle quotazioni record dell’ultimo anno che Vladimir Putin è riuscito a finanziare il conflitto, mantenendo a galla l’economia russa. Negli ultimi anni, infatti, l’oro è stato utilizzato come uno dei principali strumenti finanziari per sostenere la guerra in Ucraina e compensare le difficoltà legate alle sanzioni occidentali.

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