Sanatoria su contanti e cassette di sicurezza, ecco cosa c’è di vero

Patrizia Del Pidio

13/09/2023

14/09/2023 - 12:36

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Il Governo sta lavorando o no a una sanatoria per regolarizzare i contanti detenuti in cassette di sicurezza e in casa? Le parole del viceministro Leo chiarisco il mistero.

Sanatoria su contanti e cassette di sicurezza, ecco cosa c’è di vero

Cosa c’è di vero nella notizia che il Governo starebbe lavorando a una sorta di “voluntary discosure” per i patrimoni liquidi occultati nelle cassette di sicurezza, in casseforti domestiche o all’estero. Si tratterebbe di una sorta di dichiarazione spontanea che il cittadino dovrebbe fare per rivelare al Fisco somme in contante mai dichiarate sulle quali regolarizzare la propria posizione pagando un’aliquota forfettaria.

Ci si dovrebbe basare sul modello delineato nel 2016 dal magistrato Francesco Greco che aveva stimato un tesoro riparato agli occhi del Fisco che doveva essere tra i 200 e i 300 miliardi di euro, di cui la metà liquidi. L’idea era quella di applicare una sorta di scudo sui reati tributari a fronte di un prelievo sulle somme dichiarate per far uscire il denaro in questione dell’economia sommersa.

La sanatoria su contanti e cassette di sicurezza

Secondo le notizie rivelate dalla stampa, il governo sarebbe all’opera per realizzare questo progetto prevedendo l’applicazione di un’aliquota del 26% sulle somme accertabili, ovvero di quelle per le quali è possibile accertare la provenienza.

Per le somme non accertabili, invece, si starebbe pensando a una regolarizzazione senza prelievo. Si dovrebbe, però fare in modo di evitare che entrino nella sanatoria anche somme derivanti da reati non fiscali (come quelle che sono legate alla criminalità organizzata) per evitare che la voluntary disclosure diventi una sorta di riciclaggio di denaro sporco.

Si tratterebbe, in ogni caso, di una misura controversa perché andrebbe a premiare contribuenti scorretti aprendo anche una strada al riciclaggio (e tra l’altro non si accompagnerebbe la misura in questione a una stretta dell’utilizzo del denaro contante). Una sorta di condono sul nero che potrebbe creare spiacevoli precedenti.

Proprio per questo è il caso di chiedersi quanto c’è di vero in questo progetto di sanatoria e a chiarire il tutto è il viceministro dell’Economia Maurizio Leo con le sue dichiarazioni.

Nessuna voluntary discosure

Le parole di Leo sono abbastanza chiare al riguardo, il Governo non sta studiando nessuna sanatoria.
Leo ha affermato categoricamente che:

Contrariamente a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa, smentisco categoricamente che è allo studio una «voluntary disclosure» per far emergere valori e contanti detenuti nelle cassette di sicurezza. È un tema peraltro del quale non mi occupo e non mi sono mai occupato. Forse il giornalista, serio commentatore economico, avendo acquisito informazioni da fonti parlamentari, con un sillogismo ha ritenuto che fossi io al lavoro su tale ipotesi.

Il viceministro ci ha tenuto a chiarire, poi, che l’unica misura a cui ha lavorato è la tregua fiscale per permettere al contribuente in debito di pagare il dovuto con una sanzione ridotta. Leo si dichiara, inoltre, fermamente contrario a qualsiasi forma di regolarizzazione di contanti non dichiarati al Fisco.

Dopo le dichiarazioni di Leo, quindi, si può affermare con certezza che non ci sarà nessuna sanatoria per regolarizzare i contanti sommersi e occultati in cassette di sicurezza, in casseforti domestiche e all’estero.

La smentita del viceministro, però, non sembra spazzare del tutto l’ipotesi che la misura possa essere (o poteva essere) inserita con gli emendamenti della Legge di Bilancio proprio perché trapelata con tanto anticipo.

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