Navi da guerra russe puntano le coste calabresi del Mar Ionio. Quando scatta l’intervento Nato?

Emiliana Costa

09/04/2022

09/04/2022 - 15:30

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Russia-Ucraina, la tensione nel Mediterraneo resta altissima. Le navi da guerra russe tallonano la flotta occidentali e puntano le coste calabresi dello Ionio. Pronto l’intervento Nato?

Navi da guerra russe puntano le coste calabresi del Mar Ionio. Quando scatta l’intervento Nato?

Russia-Ucraina, alta tensione nel Mediterraneo. Le navi da guerra russe tallonano la flotta Nato e puntano le coste calabresi dello Ionio. Da circa due mesi, l’incrociatore Varyag e il caccia Tributs tengono sotto pressione le tre portaerei dell’Alleanza atlantica Truman, De Gaulle e Cavour.

Si tratta di una strategia di guerra più ampia del Cremlino. Gli esperti, studiando i movimenti delle flotte, analizzano le strategie di Mosca. Ma come mai le navi russe puntano le coste italiane? E in quale caso interverrebbe la Nato? Entriamo nel dettaglio.

Flotta russa punta le coste calabresi, ecco cosa sta succedendo

Guerra Russia-Ucraina, la tensione nel Mediterraneo resta altissima. Le navi da guerra di Mosca tallonano le flotte occidentali, puntando le coste calabresi del Mar Ionio. Si tratta dell’incrociatore Varyag e del caccia Tributs che, da due mesi, provano a tenere sotto pressione le tre portaerei Nato, Truman, De Gaulle e Cavour. Le manovre fanno parte di una più ampia strategia di guerra della Russia.

Ma perché le navi russe puntano l’Italia? La flotta del Cremlino non può raggiungere il Mar Nero perché la Turchia ha chiuso l’attraversamento del Bosforo alle imbarcazioni da guerra. Restano dunque nel Mediterraneo tenendo altissimo il livello d’attenzione dell’Alleanza atlantica. Dopo aver navigato al largo della Siria (alleata di Mosca), l’incrociatore Varyag e il caccia Tributs, seguiti dall’incrociatore Maresciallo Ustinov, il caccia Kulikov e la fregata Kasatanov sono tornati nel Mar Ionio.

I movimenti sono stati registrati dal sito CovertShore, tra i portali più attendibili per quanto riguarda questioni militari. Non solo, è stata segnalata l’emersione del sottomarino Kilo, ripreso al largo di Cipro. Un evento molto raro, dovuto probabilmente a problemi tecnici.

In questi giorni, almeno tre di questi sottomarini starebbero navigando nel Mediterraneo. Come le fregate e i caccia, i sottomarini hanno a disposizione missili cruise Kalibr, che possono colpire l’Ucraina se lanciati proprio dal Mar Ionio. Dotate di armi ancora più potenti, le navi ammiraglie: missili capaci di abbattere le portaerei.

In quale caso la Nato interverrà militarmente?

In un’intervista a Money.it, Elio Calcagno, ricercatore nel programma Difesa dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), ha rassicurato affermando che il Mediterraneo è sempre stato «trafficato» fin dai tempi della Guerra fredda.

Calcagno ha poi spiegato in quale caso interverrebbe in guerra l’Alleanza atlantica: «Gli interventi della Nato dipendono dall’articolo 5 sulla difesa collettiva. Un attacco a uno degli alleati è un attacco a tutti gli alleati. Perché la Nato entri in guerra, dunque, ci vorrebbe un attacco a un paese membro come i Paesi Baltici o la Polonia. Esiste il rischio di incidenti. Ma il Mediterraneo è sempre molto ’trafficato’ dai tempi della Guerra fredda. I russi hanno una base in Siria e sul Mar Nero. C’è sempre stato il ’tallonamento’ tra flotte anche per strategia».

Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lancia un appello ai paesi della Nato: «Noi possiamo vincere contro la Russia se ci date le armi. Ogni scusa e ogni ritardo ha un motivo: che i politici vogliono aiutare la Russia più di quanto vogliano aiutare l’Ucraina. Ieri i russi hanno lanciato un missile sulla stazione di Kramatorsk, 38 persone sono morte sul colpo, altre 12 sono morte in ospedale. Tra loro c’erano bambini e abbiamo ancora decine di feriti».

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