L’esercito russo ha invaso diverse città ucraine, esplosioni anche nella capitale Kiev. C’è il rischio di un conflitto nucleare? Intervista a Nona Mikhelidze (Istituto Affari Internazionali).
La guerra è iniziata. Alle 6 del mattino, ora locale, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato in tv l’attacco all’Ucraina. «Un’operazione militare per proteggere il Donbass» ha dichiarato, chiedendo all’esercito di Kiev di consegnare le armi.
Nelle ultime ore, l’esercito di Mosca ha invaso diverse città. Esplosioni anche nella capitale ucraina. Inizia la conta delle vittime. Il presidente americano Joe Biden ha definito l’attacco russo «una catastrofica guerra premeditata». Ma come si è arrivati a questo punto? E quali sono i rischi per l’Italia? Ne abbiamo parlato con Nona Mikhelidze, Head of Eastern Europe and Eurasia Program dell’Istituto Affari Internazionali (Iai).
Perché la Russia ha deciso di attaccare? Putin l’ha definita «un’operazione per denazificare l’Ucraina».
È iniziata la guerra militare e narrativa della Russia. A quest’affermazione il presidente dell’Ucraina Zelensky ha risposto così: “Come può essere nazista un paese che ha sacrificato 8 milioni di vite per combattere il nazismo”.
Le analisi dell’establishment politico italiano, secondo cui Putin non avrebbe mai attaccato, erano sbagliate. Adesso il governo Draghi deve spiegare ai cittadini che il prezzo economico da pagare sarà altissimo. Dal 2008 l’Italia ha assunto un approccio troppo morbido nei confronti della Russia. Era chiara la politica di Mosca dal conflitto con la Georgia, seguito poi dall’occupazione della Crimea e del Donbass. L’Italia si è illusa che ci fosse spazio per il dialogo e che i rapporti economici avrebbero portato la Russia a integrarsi con il resto d’Europa. Ma non è stato così.
Qual è l’obiettivo di Putin?
L’interesse di Putin è ideologico e nazionalista. In un discorso dello scorso anno Putin affermò che “l’Ucraina come paese indipendente non esiste”. Il vero obiettivo russo è invadere l’Ucraina e per questo è disposto a pagare qualsiasi prezzo. Putin non ha paura della Nato né delle sanzioni. Sa a cosa va incontro, ma per lui ne vale la pena. La vera minaccia per Mosca è perdere l’Ucraina dal proprio spazio geoculturale. La Russia teme di non essere più un modello per i paesi post sovietici. L’Ucraina si stava avviando verso l’integrazione europea.
C’è il rischio di un conflitto nucleare?
Stiamo assistendo alle azioni di Putin che sono del tutto irrazionali. Ci saranno gravi conseguenze economiche per la Russia stessa. A Mosca c’è già difficoltà nel ritirare i soldi al bancomat. E tra oggi e domani scatteranno le sanzioni. Ma per lui ne vale la pena, è talmente irrazionale che non si può escludere niente. Siamo allo scenario peggiore. Rischio guerra nucleare? A Mosca è tutto monopolizzato. Non so se, nel caso Putin decidesse, ci siano istituti in grado di fermarlo.
Che ruolo avrà la Cina? Pechino ha rifiutato il termine “invasione”.
Aspettiamo la reazione ufficiale. Il rapporto bilaterale tra Cina e Russia è caratterizzato da tante limitazioni. In quel rapporto è la Russia il vassallo. La Cina ha interessi anche in Ucraina. Pechino non ha mai riconosciuto l’indipendenza della Crimea e del Donbass. Ne rimarranno fuori.
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