La Russia sta esaurendo i carri armati, queste immagini non lasciano alcun dubbio

Ilena D’Errico

19 Agosto 2025 - 08:45

La Russia ha finito i carri armati? Ecco cosa ci mostrano le immagini satellitari.

La Russia sta esaurendo i carri armati, queste immagini non lasciano alcun dubbio

La Russia era pronta a una guerra lampo quando ha invaso l’Ucraina a febbraio 2022, ma la notevole potenza militare le ha permesso di sostenere il conflitto anche quando si è prolungato oltre ogni aspettativa. Oggi, però, la guerra va avanti da 3 anni e mezzo e anche Mosca deve fare i conti con fatiche sempre maggiori. Gli analisti militari e gli esperti dell’intelligence si adoperano continuamente per aggiornare le stime su armi e mezzi rimasti alla Russia, ma per quanto riguarda i carri armati le difficoltà di Mosca sono evidenti. Le immagini satellitari della base russa di Nižnij Tagil parlano chiaro: la Russia sta esaurendo i carri armati per davvero, almeno temporaneamente.

La Russia sta esaurendo i carri armati

Il trasferimento dei carri armati T-72A, per lo più modelli che hanno almeno 50 anni e sono stati conservati all’aperto, esposti alle intemperie, non fa ben sperare sulle condizioni dell’equipaggiamento russo. Come ormai abbiamo imparato negli ultimi 3 anni, il ricorso a mezzi obsoleti per compensare le perdite non indica necessariamente che la Russia si avvicina al punto di non ritorno. Al contrario, Mosca si dimostra sempre pronta a mettere in campo il massimo degli sforzi, nonostante il conflitto ne stia prosciugando l’economia.

Di fatto, però, la Russia ha rispolverato una notevole quantità di vecchi carri armati. I mezzi di qualità superiore stanno quindi esaurendo e il loro utilizzo deve essere ben ponderato. Nulla che non possa essere inserito in un sapiente cambiamento di strategia, come viene confermato dalla notevole e improvvisa riduzione degli attacchi con i cingolati, che non ha però arrestato l’offensiva in Ucraina. Di conseguenza, è importante tenere presente che le effettive criticità della Difesa russa non si traducono nell’impossibilità di proseguire la guerra, un’eventualità che sembra essere ancora lontana se si guardano soltanto le capacità di Mosca.

Fatto sta, però, che gli effetti delle sanzioni e la rottura dei rapporti commerciali che hanno tradizionalmente sostenuto l’industria bellica russa si fanno sentire, costringendo il Cremlino a continui cambiamenti. D’altra parte, la Russia può comunque contare su un’imponente superiorità numerica, che rende anche i mezzi più arretrati temibili.

La Russia è davvero in difficoltà?

Secondo gli analisti, la Russia avrebbe perso più di 3.000 carri armati dall’inizio della guerra, impossibili da sostituire con gli attuali ritmi di produzione. Si va da un minimo di 80 a un massimo di 200 l’anno secondo le stime, un limite che però non ha fermato le forze terrestri. Che la Russia stia esaurendo i carri armati è indubbio, ma è un dato che deve essere interpretato con prudenza. Intanto, come stiamo vedendo Mosca è pronta ad attingere pienamente alle proprie scorte, selezionando accuratamente quando basarsi sulla quantità e quando, invece, sfruttare vecchi componenti per nuovi sistemi.

Gli stessi carri armati T-72A sono stati in gran parte oggetto di un’ampia serie di modifiche, per lo più con l’aggiunta di una corazza rinforzata, lame da bulldozer e cannoni avanzati. Sicuramente deteriorata da un conflitto durato più del previsto, la Russia sta calibrando con grande attenzione l’uso delle proprie scorte, compensando le criticità di approvvigionamento e produzione come può: droni, mezzi datati e perfino civili adattati a nuove strategie per continuare l’avanzata.

Negli ultimi tempi si è parlato addirittura dell’impiego di asini e cavalli per il trasporto di armi, munizioni e uomini ma queste notizie, peraltro limitatamente vere, non riguardano la difficoltà della Russia, che possiamo dire essere anni luce lontana da un famigerato ritorno ai combattimenti a cavallo. Si tratta piuttosto di un escamotage impiegato per garantire i trasporti e difenderli dai droni ucraini. Nel complesso, non è la stanchezza russa a poter mettere il punto alla guerra, anche se questo sforzo sta diventando sempre maggiore.

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