La Russia sta per attaccare l’Europa, questo segnale è inequivocabile

Alessandro Nuzzo

15 Ottobre 2025 - 21:00

Nei giorni scorsi è accaduta una strana cosa al confine con l’Estonia. Quando accadde l’ultima volta nel 2014 non fu positivo.

La Russia sta per attaccare l’Europa, questo segnale è inequivocabile

L’Estonia ha segnalato nei giorni scorsi uno strano movimento al confine con la Russia. Le guardie di frontiera estoni hanno avvistato alcuni soldati russi vestiti e mascherati in modo insolito rispetto al consueto. Gli agenti hanno parlato di «omini verdi mascherati», e l’ultima volta che accadde non fu un buon segnale.

Dopo la segnalazione, il 10 ottobre il Governo estone ha deciso di chiudere parzialmente il tratto di strada che corre lungo quel confine geografico. Si tratta di una porzione lunga circa un chilometro tra Värska e Saatse, resa temporaneamente inaccessibile dopo la scoperta di soldati russi con atteggiamenti sospetti nelle vicinanze.

Il giorno precedente, il 9 ottobre, le guardie di frontiera estoni avevano individuato non meno di sette militari russi armati e mascherati. Sebbene Mosca abbia sostenuto che si trattasse di normali operazioni di routine, le uniformi erano diverse da quelle solitamente usate per la sorveglianza di confine. Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsakhna, ha dichiarato domenica 12 ottobre che le truppe russe stavano «operando in modo più deciso e visibile rispetto al passato». Ha tuttavia rassicurato l’opinione pubblica, escludendo che la situazione al confine fosse in procinto di degenerare.

Il precedente che preoccupa

Esiste però un precedente che desta inquietudine. L’ultima volta che fu registrata la presenza di questi reparti risale al 2014, pochi giorni prima che l’esercito russo lanciasse l’offensiva in Crimea, dando inizio alle prime fasi della guerra russo-ucraina. Si tratta di gruppi di soldati composti da un mix di varie forze militari, impiegati per operazioni speciali.

L’Institute for the Study of War si è detto preoccupato per la situazione nell’Europa orientale. Secondo l’ISW, «la Russia è entrata nella fase zero della sua campagna di preparazione a una possibile futura guerra con la NATO». L’istituto ha aggiunto che «è in questa fase che vengono create le condizioni informative e psicologiche per un eventuale attacco da parte di Mosca».

Putin incontro il presidente siriano

Nel frattempo, Putin sembra intenzionato a riallacciare i rapporti diplomatici con la Siria. Oggi ha incontrato a Mosca, per la prima volta, il presidente ad interim siriano Ahmed al-Sharaa, succeduto a Bashar al-Assad. Il leader del Cremlino ha accolto calorosamente il collega siriano, sottolineando come Russia e Siria siano legate da relazioni speciali che durano da decenni, e ribadendo la disponibilità di Mosca a mantenere consultazioni regolari con Damasco tramite il ministero degli Esteri.

Putin ha inoltre definito le elezioni parlamentari siriane un grande successo, affermando che contribuiranno a rafforzare i legami tra le diverse forze politiche del Paese. La Russia è stata a lungo il principale alleato della Siria, fino a quando Assad era al potere. L’incontro di oggi è storico, poiché Putin ha ricevuto al-Sharaa, che ha rovesciato il regime di Assad, oggi esiliato proprio in Russia come rifugiato politico.

A quanto pare, il presidente Putin mira a ristabilire i rapporti per mantenere il controllo sulle basi militari russe in Siria. Il nuovo leader, dal canto suo, punta a ottenere di nuovo appoggi economici e diplomatici da Mosca, in particolare nel settore energetico. Tuttavia, secondo un funzionario siriano, al-Sharaa intenderebbe anche chiedere al Cremlino l’estradizione di Assad, che secondo diversi giornali si troverebbe ancora a Mosca.

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