Rubano quasi €300.000 dalle casse dello Stato. Servivano per pagare le pensioni in Australia

Ilena D’Errico

03/11/2025

Sono stati rubati quasi 300.000 euro necessari a pagare le pensioni australiane. Ecco come e cosa succede ora.

Rubano quasi €300.000 dalle casse dello Stato. Servivano per pagare le pensioni in Australia

I sistemi pensionistici sono rimasti obsoleti in gran parte del mondo, incapaci di rispondere concretamente ai cambiamenti sociali ed economici, ma pure alle nuove minacce di sicurezza. Gli italiani sono abituati fin troppo spesso a considerare i Paesi esteri più capaci e all’avanguardia, ma la sfortunata serie di eventi che ha colpito i cittadini australiani ricorda che nessuno Stato è davvero immune a questi problemi. Sono stati rubati circa 300.000 euro dal maggiore fondo pensionistico della nazione, soldi che servivano appunto a pagare le pensioni o che già dovevano essere nelle mani dei cittadini. Anche se si tratta di un fondo privato, però, sarà comunque anche lo Stato australiano a rimetterci a causa di questo furto, visto l’impegno collettivo richiesto, ma non solo. I fondi privati per la Superannuation, per la pensione di lavoro obbligatoria, sono fondamentali nella costruzione nazionale e i principali acquirenti di debito nazionale. In altre parole, rubare loro dei soldi significa sottrarli direttamente alle casse dello Stato e alla cittadinanza.

A causa dei molteplici cyberattacchi, infatti, moltissimi australiani hanno subito grossi disagi, restando all’improvviso senza la possibilità di accedere al proprio conto pensionistico e utilizzare il denaro. Nello stesso periodo sono stati attuati numerosi attacchi analoghi ai fondi pensionistici australiani, non tutti andati a buon fine, ma il furto di 300.000 euro riuscito a danno dell’AustralianSuper è uno dei casi di phishing più imponente di sempre.

L’istituto si è rapidamente attivato per tutelare i cittadini, ma come sottolineato dal governo australiano è urgente incrementare le misure di sicurezza e fornire a tutti le indicazioni corrette per salvaguardare i propri risparmi. In caso contrario i soldi di tutti i cittadini sono in costante pericolo, sotto il peso di azioni mirate sempre più raffinate e senza scrupoli.

Rubati 300.000 euro dalle pensioni australiane

AustralianSuper è il fondo pensioni più grande e utilizzato dell’Australia, con più di 3,5 milioni di membri e miliardi di dollari investiti nei trattamenti pensionistici. Così, anche se soltanto 4 dei 600 tentativi di phishing sono riusciti nell’intento, i criminali sono riusciti a derubare i pensionati di circa 500.000 dollari australiani, quasi 300.000 euro. Una cifra considerevole, tanto da causare grosse problematiche a molti cittadini australiani. A seguito degli attacchi, infatti, svariate persone non sono riuscite ad accedere al proprio conto pensionistico per ore, mentre in altri casi veniva loro riportata l’assenza totale di fondi, causando non pochi spaventi.

Tutti hanno cominciato a pretendere, comprensibilmente, spiegazioni dall’AustralianSuper, intasando virtualmente tutti i canali di comunicazione del fondo. In una manciata d’ore call center, linee telefoniche e account social hanno iniziato ad accumulare un numero tale di richieste di assistenza che le comunicazioni hanno spesso subito ritardi e interruzioni, aumentando l’ansia dei cittadini. L’AustralianSuper ha però comunicato pubblicamente che il problema sarebbe stato soltanto temporaneo, garantendo che tutti i conti fossero al sicuro e che avrebbe agito tempestivamente per risolvere il problema. Nonostante ciò, come si può ben immaginare, sono trascorsi momenti molto difficili, che hanno fatto arrivare alle stelle la diffidenza dei cittadini.

Non a caso, è intervenuta anche l’Association of superannuation funds of Australia (Asfa), l’ente di settore che rappresenta anche l’AustralianSuper, per chiarire la situazione. L’intervento dell’Asfa ha evidenziato ancora di più la portata degli attacchi, che hanno colpito anche molti altri fondi pensionistici, come Rest, Hostplus, Insignia e Australian Retirement. Non sempre le misure di sicurezza si sono rivelate sufficienti a evitare il peggio, ma tutti i fondi garantiscono protezione totale dei cittadini, i cui risparmi non dovrebbero esser stati toccati.

Il problema, comunque, non è limitato ai fondi pensionistici. Come chiarito anche dal primo ministro australiano Anthony Albanese, nel Paese si verifica in media un attacco informatico ogni 6 minuti, rendendo molto difficile contrastare la criminalità. Non è nemmeno la prima volta che vengono colpiti enti di questo genere, visti gli ultimi attacchi a Optus, Latitude e Medibank (quest’ultima, in particolare, ha subito la diffusione dei dati privati della cassa malati nel dark web).

Così, lo Stato ha deciso di incrementare i finanziamenti federali per la cybersecurity e di affiancare alle aziende colpite, a partire dai fondi pensionistici, il National cyber cecurity coordinator, ufficio federale adibito proprio alla sicurezza informatica. Nel frattempo, anche l’Asfa lavora a un miglioramento dei sistemi di sicurezza, indispensabile per riconquistare la fiducia dei cittadini dopo questi avvenimenti.

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