Rottamazione quinquies, per gli esclusi si fa marcia indietro

Patrizia Del Pidio

21 Settembre 2025 - 11:15

Le parole di Salvini riaccendono le speranze dei decaduti dalle precedenti rottamazioni, potranno accedere alla nuova sanatoria? Vediamo cosa ha detto il vice premier.

Rottamazione quinquies, per gli esclusi si fa marcia indietro

La rottamazione quinquies potrebbe arrivare già il prossimo anno. Il provvedimento che la prevede, infatti, dovrebbe essere inserito all’interno della Legge di Bilancio 2026. Anche se nulla è stato definito ufficialmente riguardo alla nuova sanatoria, su un punto il ministro dell’Economia è stato abbastanza chiaro: l’accesso deve essere negato a chi è già decaduto da precedenti rottamazioni.

Ormai da mesi i decaduti della rottamazione quater si stanno mettendo l’animo in pace con la quasi certezza di non poter beneficiare della prossima sanatoria. Il problema principale è che da una parte non ci sono abbastanza risorse per garantire una pace fiscale per tutti e vanno posti dei paletti, dall’altra parte non si vuole concedere ai furbetti un’altra chance per prendere tempo e ritardare le azioni esecutive.

Rottamazione chiusa ai furbetti

Con le rottamazioni precedenti in molti hanno presentato domanda di adesione senza iniziare a pagare neanche la prima rata. In questi casi il sospetto è quello che l’istanza sia stata presentata per altri motivi che non comprendono il dover saldare i debiti.

Con le rottamazioni, infatti, basta la sola presentazione dell’istanza per bloccare azioni esecutive e per poter richiedere e ottenere un Durc regolare. In molti casi le istanze di accesso sono state presentate con la consapevolezza che non si sarebbe poi effettivamente pagato nulla e solo per beneficiare dei vantaggi che la presentazione dell’istanza prevede (solitamente dall’apertura della presentazione delle domande all’effettivo pagamento della prima rata passano diversi mesi).

L’esecutivo su questo punto era stato chiaro: i furbetti non devono accedere alla rottamazione quinquies perché, tra le altre cose, prevedendo la decadenza solo dopo 8 rate non pagate si rischia che godano per oltre un anno dei benefici che spettano a chi aderisce alla rottamazione quater.

Anche la Corte dei Conti ha sottolineato che le adesioni alle definizioni agevolate non hanno mai soddisfatto le entrate attese. Proprio per questo si è reso necessario escludere chi ha utilizzato in modo strumentale la sanatoria.

L’idea avanzata per impedire ai recidivi di accedere alla sanatoria era stata quella di non ammettere i decaduti delle precedenti rottamazioni. In questo caso, però, si rischia di fare di tutta l’erba un fascio e di penalizzare anche coloro che sono intenzionati a pagare.

Non tutti i decaduti sono “furbetti”

Non tutti i decaduti delle altre rottamazioni sono, però, dei furbetti ed escluderli tutti potrebbe essere una profonda ingiustizia. Nelle altre sanatorie era previsto un numero assai ridotto di rate che, in presenza di debiti importanti, dava luogo a un versamento molto ingente. Molti dei decaduti, quindi, non sono riusciti a pagare l’importo previsto dal piano di rateizzazione. In alcuni casi proprio la prima e seconda rata (nel caso della rottamazione quater le prime due rate avevano importo pari al 10% ognuna del debito totale) hanno decretato la decadenza dalla pace fiscale.

Escludere tutti i decaduti, in questo caso, significa anche non permettere a chi vuole regolarizzare la propria posizione con il Fisco di farlo in maniera agevolata.

Da mesi, però, l’esecutivo lascia trapelare che sono allo studio criteri per fare una selezione accurata di chi potrà accedere ed è stata ventilata l’ipotesi di escludere tutti i decaduti.
Ospite da Bruno Vespa, Matteo Salvini, però, ha riacceso le speranze di chi è decaduto dalle precedenti rottamazioni: l’ipotesi avanzata dal vice premier è quella di permettere a chi non è riuscito a pagare rottamazioni precedenti di accedere alla quinquies facendo supporre un dietro front del Governo sull’esclusione.

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