C’è divisione nella maggioranza per la definizione della rottamazione quinquies. C’è chi vorrebbe una maxi rata iniziale per garantire il gettito, ma la Lega dice no.
La discussione sulla realizzazione della rottamazione quinquies provoca una spaccatura nella maggioranza tra chi vuole maxi rata iniziale e chi vuole rate di pari importo. In ogni caso il formato più gettonato per la nuova definizione agevolata vuole una rottamazione con stralcio di sanzioni e interessi e un piano di rateizzazione lungo. Si vorrebbero escludere i contribuenti decaduti e si vorrebbero escludere dalla pace fiscale tributi locali e multe.
Il Governo, in ogni caso, vuole puntare su meritevoli e non meritevoli per escludere dal beneficio tutti coloro che nel corso degli anni hanno fatto ricordo alle rottamazioni precedenti senza pagarle.
La nuova sanatoria promossa dalla Lega che vuole offrire ai contribuenti la possibilità di estinguere definitivamente tutti i debiti: sono moltissimi i contribuenti che attendono la nuova sanatoria e il Governo ha la ferma intenzione di aiutare chi si trova in difficoltà economica e non riesce a pagare. La rottamazione, tra l’altro, è anche un modo per garantire nuovo gettito alle casse pubbliche, visto che senza una sanatoria molti dei debiti pendenti resterebbero inesigibili.
Rottamazione, spunta la maxi rata
La rottamazione quinquies ha lo scopo di superare la criticità delle precedenti versioni. Uno dei problemi riscontrati dalle altre sanatorie andava ricercato nelle prime due maxi rate che, in molti casi, avevano un importo molto elevato. Proprio per questo, nelle intenzioni iniziali, la rottamazione quinquies doveva prevedere un piano di rateizzazione molto lungo (si parlava di 10 anni) con rate mensili tutte di uguale importo, senza maxi rate iniziali.
Ora, però, la maggioranza si spacca perchè per garantire un gettito maggiore si sta parlando di inserire una maxi rata iniziale per poter, poi, benficiare delle agevolazioni che la pace fiscale prevede. Ovviamente la Lega si oppone, ma per capire cosa si deciderà di fare è necessario attendere il testo definitivo della Legge di Bilancio.
Rottamazione quinquies, le novità
Per accedere alla nuova rottamazione le modalità dovrebbero rimanere immutate rispetto alle versioni precedenti: si dovrà inoltrare la richiesta di adesione all’Agenzia delle Entrate e attendere la risposta con l’eventuale comunicazione delle somme dovute.
Con l’accoglimento dell’istanza l’Agenzia fornirà ai contribuenti il piano di pagamento in base al numero di rate scelto al momento di presentazione della domanda. Il debito potrà essere versato in un’unica soluzione oppure dilazionato fino a rate.
Nelle intenzioni iniziali il piano di rateizzazione doveva arrivare a 120 rate in 10 anni, ma si sta ipotizzando un periodo più breve:
- o in 96 rate in 8 anni;
- o in 108 rate in 9 anni (che sembra l’ipotesi più plausibile).
Anche la decadenza subisce degli aggiustamenti e non interverrà più dopo un ritardo di 5 giorni su uno dei versamenti, ma solo quando il contribuente ha saltato 8 rate anche non consecutive.
La rottamazione nella Legge di Bilancio 2026
A confermare che la maggioranza sta cercando di trovare spazio (e coperture) nella prossima Manovra è il viceministro all’Economia Maurizio Leo. Si attende la relazione della commissione istituita per passare in rassegna il carico del magazzino del Fisco dal 2000 al 2023 per stabilire quali saranno i debiti ammessi nella nuova sanatoria. Nelle intenzioni del Governo, però, c’è la volontà di riuscire a riscuotere quasi la metà dei crediti pendenti (che ammontano a oltre 1,2 miliardi di euro).
Il bacino dei debiti della rottamazione quinquies dovrebbe essere quello dei carichi affidati alla riscossione tra l’inizio del 2000 e il 31 dicembre 2023. Il debito ammesso alla definizione agevolata, poi, potrà essere pagato con una dilazione lunga con almeno 96 rate mensili (che potrebbe arrivare anche a 108).
Per inserire la misura nella nuova Legge di Bilancio è necessario innanzitutto trovare le coperture. La parte più difficile, poi, sarà quella di limitare l’accesso alla rottamazione solo ai cittadini in difficoltà, tagliando fuori dalla sanatoria i furbetti che non pagano in attesa di sanatorie.
leggi anche
Controllo cartelle esattoriali, come verificare la situazione debitoria sul sito dell’Agenzia delle Entrate

Quali debiti rientrano nella rottamazione quinquies?
Come nelle precedenti edizioni potranno essere rottamate le cartelledi tributi erariali e previdenziali, ma sembrerebbe esserci l’intenzione di escludere i tributi locali e le multe. Va ricordato, però, che non tutti i debiti possono essere oggetto di definizione agevolata. Nella rottamazione quinquies non potranno rientrare:
- i debiti che sono già oggetto di definizione agevolata (ovvero le cartelle esattoriali che si stanno versando con la rottamazione quater);
- le somme che si devono versare per il recupero degli aiuti di Stato dichiarati illegittimi dall’Ue;
- i crediti per danni erariali derivanti da condanne della Corte dei Conti;
- multe e sanzioni che derivano da condanne penali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA