La rottamazione delle cartelle quinquies prevede un piano di ammortamento più lungo, ma potrebbe non essere previsto per tutti il pagamento in 120 rate. Vediamo i particolari.
La rottamazione quinquies, molto probabilmente, sarà inserita nella Legge di Bilancio 2026. Si tratta della nuova sanatoria proposta dalla Lega che dovrebbe prevedere un piano di ammortamento più lungo per chi sceglie il pagamento dilazionato, con 120 rate spalmate su dieci anni.
C’è grande attesa per la nuova pace fiscale, visto che promette di essere la sanatoria che consentirà di eliminare definitivamente tutte le pendenze con il Fisco. La proposta di legge parte da presupposti ottimi, ma bisogna sempre tenere presente che in Italia non tutto può essere realizzato con leggerezza, visto che si devono tenere sempre sotto controllo i conti pubblici.
Non ci sono abbastanza coperture per attuare una rottamazione aperta a tutti e proprio per questo motivo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha annunciato che molto probabilmente la misura avrà dei paletti. Uno di questi riguarda gli importi: Leo ha fatto notare che dilazionare in dieci anni e in 120 rate un debito inferiore ai 1.000 euro avrebbe poco senso. Vediamo quali potrebbero essere le soluzioni quali potrebbero essere le soluzioni per i piccoli debiti e chi saranno i grandi esclusi dalla rottamazione quinquies.
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Rottamazione quinquies per piccoli debiti
Se, davvero, come ha detto Leo per i debiti più piccoli non ci sarà possibilità di dilazione in 120 rate, come si potranno rottamare i debiti inferiori a 1.000 euro?
Sicuramente dilazionare 1.000 euro in 120 rate ha davvero poco senso visto che, senza contare gli eventuali interessi, la rata da versare avrebbe un importo inferiore a 8,5 euro. Significa che i piccoli debiti saranno esclusi dalla rottamazione quinquies? La risposta a questa domanda è la risposta è no: non saranno esclusi, ma molto probabilmente la rateizzazione in 10 anni sarà concessa solo per debiti superiori a una determinata soglia.
Una delle soluzioni che potrebbero essere adottate per impedire la rateizzazione di piccoli debiti in 10 anni potrebbe essere quella di vincolare il numero delle rate a un importo minimo da versare mensilmente. Se si stabilisce che ogni rata non possa essere di importo inferiore ai 20 euro, è ovvio che un debito di 1.000 euro o inferiore non potrà godere della dilazione decennale. Se si fissa un importo minimo della rata, il numero di pagamenti ne sarà conseguente. Con una rata che non può essere inferiore a 20 euro, ad esempio, un debito di 1.000 euro potrebbe essere dilazionato in un massimo di 50 rate.
Ovviamente non sappiamo per certo che questa sia la soluzione che adotterà il governo per evitare di dilazionare in troppi anni i debiti di importo meno elevato, ma sembra quella più probabile.
I grandi esclusi dalla rottamazione quinquies
Il viceministro ha fatto sapere, inoltre, che la rottamazione quinquies non sarà per tutti. Sempre nell’obiettivo di risparmiare risorse si sta meditando sull’escludere dalla sanatoria coloro che hanno le risorse economiche, ma risultano inadempienti. Questo anche per prevenire quella che è stata quasi una prassi nelle ultime edizioni della rottamazione: contribuenti che sfruttano l’adesione per posticipare le azioni esecutive.
Se questi contribuenti saranno esclusi dalla rottamazione in base a quello che si inserirà nel testo del provvedimento, però, ci sono altri contribuenti che saranno esclusi a priori. La legge 91 del 2022 prevede che coloro che sono decaduti da dilazioni concesse dopo il 16 luglio 2022 non possono più dilazionare il debito se prima non saldano tutte le eventuali rate scadute e non pagate.
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