“Ripudia la guerra”: quali sono i quesiti e le ragioni del referendum popolare contro le armi all’Ucraina

Enrica Perucchietti

3 Aprile 2023 - 08:00

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L’iniziativa referendaria sarà articolata in due quesiti proposti dal Comitato Ripudia la guerra e da Generazioni Future. La raccolta delle 500 mila firme necessarie inizierà dal 21-23 aprile.

“Ripudia la guerra”: quali sono i quesiti e le ragioni del referendum popolare contro le armi all’Ucraina

«Riteniamo che in un momento così drammatico, nessun governo o anche parlamento possano ritenersi investiti della responsabilità di condurre il Paese in un conflitto che rischia di degenerare in modo irreversibile, senza interpellare la popolazione».

Così il comitato promotore del referendum “Ripudia la guerra”, con portavoce Enzo Pennetta, spiega l’iniziativa della raccolta firme del referendum popolare per abrogare le leggi che consentono all’Italia l’invio di armi all’Ucraina.

Come nasce l’iniziativa referendaria

L’iniziativa parte da un gruppo di giuristi, intellettuali, giornalisti, scienziati, artisti, liberi professionisti, personalità della politica e della cultura e dal Comitato promotore unitario “Ripudia la guerra” che è giunto a un accordo di collaborazione con “Generazioni future” del prof. Ugo Mattei.

Due i quesiti fondamentali: uno per bloccare l’invio di armi in Ucraina e l’altro per abrogare le norme che favoriscono la sanità privata. Si tratta, dunque, di due referendum abrogativi distinti che vengono messi all’interno di una stessa campagna di mobilitazione.

La raccolta delle 500 mila firme necessarie alla presentazione della proposta inizierà dal fine settimana 21-23 aprile 2023, proprio alla vigilia della data simbolica del 25 aprile.

«Il conflitto russo-ucraino sta assumendo connotati sempre più inquietanti per la linea sconsideratamente aggressiva che l’intera classe politica rappresentata in Parlamento sta manifestando», spiega Pennetta.

«Mai come oggi il dettato Costituzionale dell’art. 11 ritorna in tutta la sua attualità e ne pretendiamo il rispetto. [...] Mai come oggi da cittadini sentiamo il bisogno di intervenire su una legislazione che ha aggirato la Costituzione per legittimare l’assunzione di impegni internazionali che mettono a rischio la sicurezza e il benessere delle generazioni attuali e future».

Chi sostiene il referendum

Un fronte variegato di giuristi, economisti, giornalisti e intellettuali sostiene l’iniziativa.

Questi i nomi dei sostenitori, oltre a Pennetta e a Mattei: Alessandro Somma, Marina Calamo Specchia, Anna Maria Poggi, Sergio Foà, Luca Nivarra, Paolo Cappellini, Maurizio Borghi, Giuseppina Leo, Geminello Preterossi, Pasquale De Sena, Guido Viale, Vladimiro Giacchè, Carlo Freccero, Vauro Senesi, Moni Ovadia, Franco Cardini, Marco Guzzi, Alberto Bradanini, Manlio Dinucci, Germana Leoni e Marinella Correggia.

Lo scopo del referendum

Secondo i promotori, che fanno appello all’articolo 11 della Costituzione, le autorità italiane dovrebbero impegnarsi nei conflitti internazionali non mediante l’invio di armi bensì con un lavoro diplomatico volto a ottenere il cessate il fuoco e delle trattative di pace.

Così, sono stati elaborati due quesiti riguardo l’abrogazione delle disposizioni sull’invio di armi all’Ucraina contenute nell’art. 2 bis della Legge 28/2022 e nell’art.1 della legge n. 8/2023; nonché delle disposizioni contenute all’art. 1, comma 6, lettera a) della legge 185/1990 che ammettono eccezioni al divieto di invio di armi ai Paesi in stato di conflitto armato.

Verranno presentati quindi i seguenti quesiti inerenti l’invio delle armi.

Quesito A

Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell’Ucraina), convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023 nelle parole: “È prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, di cui all’art. 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalità ivi stabilite.”?

Quesito B

Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “6. L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”) limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”?”…).

I due quesiti sono strettamente legati tra loro anche dal punto di vista economico, visto che l’ultimo Def, Documento di Economia e Finanza del Governo, prevede nel 2023 un aumento di 12 miliardi di euro per il budget della Difesa a fronte di una riduzione di 2 miliardi per le spese sanitarie pubbliche.

Argomenti

# Guerra

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