Rinnovo contratti Pubblica Amministrazione: le trattative andranno avanti dopo l’estate. L’obiettivo è rendere operativo il nuovo contratto da inizio 2018, ma non c’è accordo sulle cifre dell’aumento di stipendio.
Rinnovo contratti statali, ultime novità: nella giornata di martedì 25 luglio c’è stato il primo incontro tra il Governo e le rappresentanze del Comparto Sicurezza e Difesa per discutere del tanto atteso rinnovo.
Un incontro che però è stato solamente interlocutorio, durante il quale è stata comunicata formalmente l’apertura del tavolo delle trattative. Tant’è che all’incontro non ha preso parte alcun ministro, mentre per le Forze Armate erano presenti le principali rappresentanze della Polizia di Stato e Penitenziaria, dei Carabinieri, dell’Esercito e della Guardia di Finanza.
Come rappresentante per le amministrazioni era presente Angelo Rughetti - sottosegretario alla Funzione Pubblica - il quale ha confermato l’intenzione del Governo di procedere con il rinnovo del contratto e con l’aumento di stipendio medio di 85 euro lordi mensili, ma per farlo bisognerà attendere il 2018.
Infatti, le risorse messe a disposizione con la manovra finanziaria dello scorso anno non sono sufficienti per garantire l’aumento di stipendio a tutti gli aventi diritto, ecco perché con la Legge di Bilancio 2018 bisognerà mettere nuovamente mano ai fondi statali.
Solo una volta che saranno stanziate delle ulteriori risorse - di cui una parte sarà utilizzata per le nuove assunzioni nelle Forze Armate - il rinnovo del contratto potrà essere finalmente operativo.
Nel frattempo però le trattative non si fermeranno, poiché lo stesso Rughetti ha ribadito l’urgenza di negoziare al più presto i dettagli del nuovo contratto. Tuttavia, con l’estate alle porte i rappresentanti delle amministrazioni e dei dipendenti pubblici si sono dati appuntamento a settembre, in un incontro al quale prenderanno parte anche i titolari dei vari Ministeri.
Rinnovo del contratto effettivo dal 2018?
Il sottosegretario alla Funzione Pubblica Angelo Rughetti ha confermato l’intenzione della Pubblica Amministrazione di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno, così da permettere ai lavoratori nel pubblico impiego di beneficiare dell’aumento di stipendio già da inizio 2018.
L’intenzione di Rughetti è di definire tutti i dettagli in sede di contrattazione, così da arrivare alla Legge di Bilancio con un’intesa già raggiunta. È per questo motivo che nonostante la pausa estiva le negoziazioni andranno avanti tramite uno scambio di materiali tra le parti e la definizione di un calendario di ipotesi dei lavori.
Il rinnovo coinvolgerà tutta la Pubblica Amministrazione, poiché il contratto del pubblico impiego - specialmente delle Forze dell’Ordine - si ripercuote direttamente sulla sicurezza del Paese.
Se tutto procederà senza intoppi è probabile che si chiuda entro la fine del 2017, con il nuovo contratto che sarà operativo da inizio 2018. Tuttavia le trattative non si preannunciano facili, tant’è che già nel primo incontro interlocutorio i sindacati hanno dimostrato di non essere d’accordo con quanto stabilito dall’amministrazione.
Silp CGIL: “Diamo 250€ ai dipendenti pubblici”
Il motivo principale del disaccordo tra sindacati e pubblica amministrazione è dato dall’aumento di stipendio che seguirà al rinnovo. Come risaputo, i dipendenti pubblici avranno in media 85 euro in più (lordi) sullo stipendio, distribuiti in base al reddito e al merito.
Per i sindacati però si tratta di una cifra irrisoria che non risarcisce i dipendenti pubblici dei 7 anni di blocco. Il mancato rinnovo infatti ha causato tagli per oltre 4 miliardi di euro, che adesso dovrebbero essere riutilizzate per garantire un aumento di stipendio pari a 250 euro mensili.
Una cifra lontana dalla realtà per la Pubblica Amministrazione, la quale - come anticipato - ha già difficoltà nel trovare le risorse necessarie per l’aumento di 85€.
Ma nel corso dell’incontro si è parlato anche di altro: il sindacato di Polizia Silp CGIL ad esempio ha ribadito l’importanza di prevedere dei parametri chiari per il trattamento accessorio, definendo il giusto valore della retribuzione oraria straordinaria. Senza dimenticare poi l’istituzione della previdenza complementare della quale non si può più fare a meno.
Di tutto questo se ne riparlerà a settembre quando l’ARAN valuterà anche i vari atti di indirizzo redatti dai vari settori del pubblico impiego; nel frattempo non resta che godersi il sole estivo attendendo novità positive sul fronte contrattuale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA