Rinnovo contratto Medici e Dirigenti Sanitari: cosa prevede l’accordo

Simone Micocci

24 Luglio 2019 - 11:09

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Medici e Dirigenti sanitari: siglato l’accordo per il rinnovo del contratto 2016-2018. Aumento di stipendio e più valore all’esperienza; ecco tutte le novità previste.

Rinnovo contratto Medici e Dirigenti Sanitari: cosa prevede l’accordo

Il rinnovo del contratto per medici e dirigenti sanitari è stato finalmente firmato: dopo 10 anni di attesa, l’ARAN e i sindacati (ad eccezione di Cimo-Fesmed e Anpo) hanno sottoscritto l’accordo che oltre a ritoccare gli stipendi dà la garanzia di un incarico a coloro che hanno almeno 5 anni di anzianità.

Medici e dirigenti sanitari - per un totale di 130.000 interessati - hanno finalmente un nuovo contratto, valido per il triennio 2016-2018. I sindacati si sono detti soddisfatti dell’accordo per il rinnovo del contratto di medici e dirigenti sanitari, poiché con questo sono stati raggiunti “risultati economici e normativi importanti” (come dichiarato da Andrea Filippi, segretario nazionale della FP Cgil Medici e Dirigenti Ssn). Questo perché l’accordo riconosce - e premia - le carriere gestionali e professionali, oltre a valorizzare il lavoro dei neoassunti che finalmente possono contare su una retribuzione minima di base riconosciuta da contratto.

Per la prima volta” - parole di Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - “è stato trovato un assetto di regole e principi organizzativi unici”. Insomma, da tutte le parti in causa ci sono riscontri positivi sul rinnovo del contratto di medici e dirigenti sanitari, il quale da una parte va a favorire lo sviluppo professionale, così da aumentare le opportunità di carriera, e dall’altra introduce elementi importanti di innovazione che andranno a migliorare anche la qualità del servizio offerto ai cittadini.

Ad anticipare le novità del nuovo contratto di medici e dirigenti sanitari è stata la CGIL Medici che in queste ore ha pubblicato un volantino dove sono riassunti tutti i punti più importanti dell’accordo. Vediamo allora quali sono le novità introdotte e cosa cambia con la firma del nuovo contratto per medici e dirigenti sanitari.

Medici e Dirigenti Sanitari: le novità nel contratto 2016-2018

Secondo il riepilogo realizzato dalla CGIL, sono sette le novità introdotte con il rinnovo del contratto per medici e dirigenti sanitari. Come anticipato, la prima è quella che dà la certezza di un incarico a medici e dirigenti con più di 5 anni di anzianità. È stato chiarito, infatti, “l’obbligo delle aziende di dare un incarico retribuito a tutti, anche a coloro che hanno lavorato a tempo determinato, con o senza soluzione di continuità”.

La prima novità, quindi, è quella riconosce a tutti l’intera anzianità. Ma ce ne sono altre, ossia:

  • aumento di stipendio per la maggior parte dei medici con più di 5 anni di anzianità riceverà un incremento sulla retribuzione di posizione pari a 2.000€. Quindi, oltre all’aumento economico già previsto per tutti i dipendenti pubblici, per circa 30.000 medici la retribuzione di posizione passa da 3.600€ a 5.500€;
  • riconosciuta una retribuzione fissa di posizione per i giovani medici neoassunti pari a 1.500€ annui;
  • più valore alla carriera professionale. Vengono stabiliti, infatti, quattro step di posizione fissi per gli incarichi professionali: come anticipato, si va da un minimo di 5.500€ a 6.500€, fino ad un massimo di 11.000€ o 12.500€ annui.
  • sempre sul fronte retribuzioni è stata introdotta una clausola di garanzia con la quale a tutti viene assicurata una retribuzione di posizione certa in base all’età, indipendentemente dall’incarico ricoperto. Nel dettaglio, al passaggio dei 5 anni è di 5.000€, 6.000€ dopo i 15 anni e 7.000€ dopo i 20 anni;
  • novità anche per l’indennità di guardia notturna che passa da 50,00€ a 100,00€ a notte, o 120,00€ nel caso di lavori in Pronto Soccorso. Viene anche stabilito che dopo i 62 anni - se richiesto dall’interessato - si può essere esonerati dalle guardie.

L’ultimo punto da segnalare è lo stop alle aziende che non riconoscono le carriere, dal momento che - come si deduce anche dalle altre novità descritte - il riconoscimento professionale non sarà più una “variabile aleatoria.

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