La ministra del Lavoro, Marina Calderone, annuncia che presto ci sarà una modifica all’Opzione donna, la pensione anticipata per le lavoratrici: ecco cosa potrebbe cambiare.
Opzione donna può cambiare. L’anticipo pensionistico per le lavoratrici potrebbe essere modificato dal governo Meloni nei prossimi mesi. A garantirlo è la ministra del Lavoro, Marina Calderone, dopo l’incontro con le parti sociali che ha aperto la discussione sulla riforma della legge Fornero e sulle misure per l’uscita anticipata dal lavoro.
I sindacati chiedono, su Opzione donna, di tornare al meccanismo in vigore nel 2022. Con la legge di Bilancio, infatti, è stata introdotta una stretta sui requisiti, riguardanti sia l’età che i criteri d’accesso. Mossa contestata da più parti e che alla fine potrebbe concludersi con un passo indietro, almeno parziale, del governo.
Al termine dell’incontro i sindacati hanno ribadito la loro richiesta di tornare all’Opzione donna così come la conoscevamo nel 2022. Dal ministero viene comunicato che uno degli obiettivi principali è quello di revisionare le misure per l’anticipo pensionistico come proprio l’Opzione donna. La discussione ripartirà proprio dalle lavoratrici e dai giovani, già a inizio febbraio. Ma come funziona oggi Opzione donna e come potrebbe cambiarla il governo?
Opzione donna, l’annuncio di Calderone
Durante l’incontro con le parti sociali, Calderone ha spiegato che ci sono interventi, come quello su Opzione donna, che non hanno portato consenso e per questo ora c’è “il massimo impegno per trovare misure per rivedere alcuni passaggi della norma”. L’obiettivo, in vista del nuovo incontro dell’8 febbraio, è trovare soluzioni su questo tema.
Già stasera, in Consiglio dei ministri, la ministra del Lavoro segnalerà la questione Opzione donna, come annunciato da lei stessa durante l’incontro. Il passaggio successivo sarà quello dell’8 febbraio, quando ci sarà un nuovo confronto sul tema, a cui faranno seguito una serie di incontri settimanali sulla riforma delle pensioni e della legge Fornero.
Pensioni, Opzione donna nel 2022 e nel 2023
Nel 2022 potevano accedere a Opzione donna tutte le lavoratrici con almeno 58 anni di età se dipendenti e 59 se autonome. Le regole sono però cambiate per il 2023. Innanzitutto sono stati introdotti tre requisiti: possono accedere solo le caregiver, chi ha un’invalidità almeno al 74% e le lavoratrici di aziende in crisi o licenziate.
Inoltre è stato introdotto un nuovo criterio in base all’età: l’anticipo vale per chi ha 60 anni di età e non più 58 o 59. Si scende, però, a 58 anni nel caso delle lavoratrici con almeno due figli e a 59 per quelle con un figlio.
Pensioni, come può cambiare Opzione donna
Diverse sono le opzioni in campo per la riforma dell’Opzione donna. Una delle ipotesi, richiesta dai sindacati, è quella di tornare ai requisiti del 2022, quindi senza restrizioni per categorie e con accesso alla pensione anticipata a 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome.
Un’altra ipotesi è quella di lasciare i requisiti (caregiver, invalidità e aziende in crisi) ma di eliminare i criteri relativi ai figli, con l’accesso a 58 anni per tutte le lavoratrici. Ancora, un’altra opzione è quella di eliminare i tre criteri ma di lasciare invariate le regole sull’età. Per il momento, comunque, non ci sono novità su quelle che potrebbero essere le nuove regole e la ministra, al momento, non ha anticipato nulla sulle intenzioni del governo.
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