Pensione a 62 anni addio dal 2026, ecco perché bisogna fare presto

Patrizia Del Pidio

3 Settembre 2025 - 09:46

Con la cancellazione della pensione a 62 anni, quali potrebbero essere le alternative di pensionamento flessibile per il 2026? Vediamo le ipotesi in campo e cosa potrebbe cambiare.

Pensione a 62 anni addio dal 2026, ecco perché bisogna fare presto

Addio pensioni a 62 anni già nel 2026, ma il cantiere pensioni promette novità, non sempre interessanti, da ora al 2028. Anche se ormai siamo abituati ai cambi di rotta e alle modifiche alle uscite dal mondo del lavoro, i cambiamenti che interverranno a breve potrebbero essere più rilevanti.

Intanto c’è da mettere in conto che per il biennio 2027/2028 è previsto l’aumento dell’età pensionabile di 3 mesi per adeguamento alla speranza di vita Istat. L’aumento è previsto ogni biennio, ma l’età pensionabile è rimasta congelata dal 2019. Quello del 2027, quindi sarebbe il primo aumento dopo quello che ha sancito l’età per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni e i contributi per accedere all’anticipata a 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne un anno in meno).

Il Governo sta ipotizzando di congelare ancora l’aumento per un altro biennio e scongiurare che dal 2027 siano necessari 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mese per accedere all’anticipata (sempre un anno in meno per le donne), ma per farlo sono necessarie coperture e qualcosa va cambiato.

Addio pensione a 62 anni?

L’addio alla pensione a 62 anni, ovviamente, non è assoluto. Si sta ipotizzando di dire l’addio definitivo alla Quota 103 che permette l’accesso alla pensione, appunto, a 62 anni, ma solo a chi ha maturato almeno 41 anni di contributi e accetta il ricalcolo contributivo del trattamento. La misura appare fortemente in bilico e proprio per questo potrebbe essere cancellata per lasciare posto a nuove misure che magari aprano le porte al pensionamento a una platea più folta di lavoratori.

Per chi vuole accedere alla pensione con la Quota 103, quindi, potrebbe esserci tempo solo fino alla fine dell’anno per il raggiungimento dei requisiti. Se la misura dovesse essere cancellata, infatti, potrebbe accedervi nel 2026 solo chi ha cristallizzato i requisiti entro la fine di quest’anno.

Ovviamente la pensione a 62 anni (e anche prima del compimento di questa età) rimarrebbe un’opzione esercitabile anche nel 2026 da chi raggiunge i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) necessari per accedere alla pensione anticipata. Lo stesso meccanismo vale anche per chi rientra nella quota 41 precoci, misura che non fissa alcuna data limite per l’accesso.

Cosa cambia dal 2026?

Il cantiere pensioni potrebbe avere, come abbiamo detto, delle sorprese. Al fianco della sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile (che potrebbe essere totale e riguardare tutti o essere solo parziale ed essere prevista solo per la pensione di vecchiaia) il Governo sta valutando altri interventi tra i quali spicca la modifica all’Opzione donna. C’è chi parla di una possibile chiusura anche per la pensione dedicata alle donne e c’è, invece, chi parla di un rafforzamento del regime in parola. Mancano ancora quattro mesi al termine ultimo per le decisioni che riguardano la Legge di Bilancio 2026 e il tempo per pianificare c’è ancora.

Resta da vedere quali saranno le sorti dell’Opzione donna, mentre avanza la proposta del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che prevede di potenziare la pensione a 64 anni prevista, oggi, solo per i contributi puri ampliandola anche a chi ricade nel sistema misto. La modifica porterebbe il requisito contributivo da 20 a 25 anni. Si dovrebbe prevedere, inoltre, la possibilità di utilizzare il Tfr almeno in parte, per riuscire ad accedere alla misura che prevede di soddisfare anche un terzo requisito, quello dell’importo del trattamento che deve essere pari almeno a tre volte l’assegno sociale.

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