Riforma della giustizia approvata in Senato, le novità del ddl Nordio in 8 punti

Ilena D’Errico

17 Febbraio 2024 - 15:51

condividi

La riforma della giustizia presentata dal Guardasigilli è stata approvata in Senato e passa alla Camera. Ecco tutte le novità del ddl Nordio in 8 punti.

Riforma della giustizia approvata in Senato, le novità del ddl Nordio in 8 punti

La riforma della giustizia del ministro Nordio ha completato una parte dell’iter, venendo approvata dal Senato in prima lettura con 106 voti a favore e 54 contrari, si attende ora il passaggio in Camera per la seconda lettura. Continuano ovviamente le critiche al testo, accusato di essere poco bilanciato ed equilibrato, come d’altronde già avviene da quando era ancora in stato di bozza.

Intanto la riforma ha ricevuto la prima approvazione e si appresta a modificare alcuni elementi essenziali del Codice penale, del Codice di procedura penale, dell’ordinamento penitenziario e anche del Codice dell’ordinamento militare. Cambiamenti molto controversi, soprattutto per quanto riguarda il ridimensionamento dell’abuso d’ufficio e i limiti al giornalismo riguardo la citazione delle ordinanze di arresto (grazie a cui il disegno di legge si è guadagnato l’appellativo di legge bavaglio).

Anche parte dell’opposizione ritiene il disegno di legge autoritario e illiberale, mentre il Guardasigilli considera la riforma necessaria proprio per tutelare le garanzie costituzionali dei cittadini, soprattutto rispetto al potere pubblico. Uno dei punti chiave, come ricordato dal ministro della Giustizia dopo l’approvazione, è la presunzione d’innocenza che è “sintomo di civiltà" e necessario alla certezza della pena. Vediamo quindi le novità principali del disegno di legge Nordio in materia penale.

L’abuso d’ufficio non è più reato

La novità più dibattuta del ddl Nordio è senza dubbio l’abrogazione dell’articolo 323 del Codice penale e cioè le previsioni sul reato di abuso d’ufficio. Questo reato viene completamente abolito, con l’intento di eliminare i rallentamenti burocratici dovuti alla “paura della firma”, anche in considerazione del fatto che la maggior parte delle indagini per questo reato si conclude con delle archiviazioni.

L’abrogazione di questo reato è fortemente criticata dall’Associazione nazionale magistrati ed è potenzialmente incompatibile con la regolamentazione dell’Unione europea e dell’Onu, ma il ministro Nordio ha assicurato che verranno introdotti nuovi meccanismi sanzionatori se necessario.

Non bisogna comunque dimenticare che restano comunque in vigore le normative che regolano le funzioni della Pubblica amministrazione, con particolare riferimento alla disciplina dei concorsi pubblici. La fattispecie dell’abuso d’ufficio resta dunque vietata indirettamente laddove il regolamento preveda precisi criteri da adottare, ma non sarà più di pertinenza penale.

Il traffico di influenze illecite viene ridimensionato

Il secondo articolo del disegno di legge Nordio intende modificare l’articolo 346 bis del Codice penale, dedicato al reato di traffico di influenze illecite. Attualmente questo reato si compie quando il pubblico ufficiale “indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione illecita verso un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio”.

La riforma applica una restrizione, limitando la punibilità alla sussistenza dei seguenti elementi:

  • Intenzionale sfruttamento delle relazioni con il pubblico ufficiale;
  • relazioni esistenti e non più solo asserite;
  • utilità economica (data o promessa);
  • versamento a fine remunerativo.

Questo significa che saranno punibili soltanto i soggetti che, sfruttando reali relazioni con un pubblico ufficiale, vengono ricompensati in denaro per una mediazione illecita. Questo significa, ad esempio, che lo scambio di favori non integra gli estremi di reato. La pena minima è però alzata a 1 anno e 6 mesi (da 1 anno), mentre la massima resta pari a 4 anni e 6 mesi.

Tutela delle comunicazioni tra imputato e difensore

La riforma della giustizia interviene anche sulla procedura penale, al fine di tutelare le garanzie di libertà del difensore. In particolare, si aggiungono due commi all’articolo 103 del Codice di procedura penale stabilendo:

  • il divieto di acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria delle comunicazioni tra difensore e imputato in qualsiasi forma, salvo che ci siano fondati motivi che si tratti del corpo del reato;
  • l’autorità giudiziaria e gli organi delegati dovranno interrompere le operazioni di intercettazione se la comunicazione è fra quelle vietate.

Viene anche ampliato il divieto di pubblicazione e di rilascio in copia delle intercettazioni, salvo la dimostrata rilevanza. Il limite si estende con vigore a tutti i dati di terze persone.

Vietata la pubblicazione dell’avviso di garanzia

Il ddl Nordio vieta anche di pubblicare l’avviso di garanzia, imponendo ai giornalisti di limitarsi a descrivere sommariamente i fatti. Questo è uno degli elementi che ha maggiormente preoccupato il Consiglio nazionale dei giornalisti, che lamenta una lesione del diritto all’informazione dei cittadini.

L’intento è preservare la presunzione d’innocenza sancita dall’ordinamento anche nelle dinamiche sociali, ma potrebbe avere comunque un effetto controproducente. I testi delle ordinanze sono senza dubbio caratterizzati da oggettività, mentre la possibilità di ometterli fornendo invece un resoconto rende più difficile contenere le considerazioni personali dell’autore.

Il Pubblico Ministero non può appellare i proscioglimenti

Sarà fatto divieto ai Pubblici ministeri di appellare le sentenze di proscioglimento per i reati che prevedono la citazione diretta in giudizio. Questi ultimi prevedono come pena la multa o la reclusione fino a 4 anni, ma il massimo può salire nelle ipotesi aggravate (come ricettazione e truffa).

La legittimazione del Pubblico ministero ad appellare le sentenze di proscioglimento è un tema ricorrente nella giustizia penale, era stato già abolito nel 2006 con la legge Pecorella ma ripristinato dopo l’illegittimità dichiarata dalla Consulta della Corte Costituzionale. Anche in questo caso, tuttavia, il fine è preservare il garantismo.

La nuova approvazione delle misure cautelari

Un ulteriore limite ai poteri dei Pubblici ministeri: l’applicazione delle misure cautelari da loro richiesta dovrà prima passare da una composizione collegiale composta da 3 magistrati, anziché un solo Giudice per le indagini preliminari. L’indagato dovrà inoltre essere avvertito con un preavviso minimo di 5 giorni.

Fra le novità, questa è quella che crea maggiori perplessità anche fra coloro che condividono gli intenti della riforma. Con la grave carenza di magistrati e le regole sull’incompatibilità, il rischio è di sovraccaricare ulteriormente la macchina della giustizia. Difficilmente si può auspicare in una risoluzione in soli 2 anni, questo è infatti il tempo previsto dalla riforma per l’applicazione delle norme.

L’obiettivo di questa previsione è quello di garantire la difesa preventiva dell’imputato, con eccezioni delle situazioni caratterizzate da particolare urgenza (ad esempio se sussiste un pericolo di fuga o di inquinamento delle prove o di reiterazione dei reati più gravi). Questa eccezione si può interpretare come buon compromesso, perciò la problematicità di questo articolo risiede per lo più nel rischioso rallentamento dei tribunali.

Aumento del ruolo organico della magistratura

La riforma Nordio considera ovviamente anche la carenza di magistrati, prevedendo un aumento del ruolo organico della magistratura da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado. Nel dettaglio, si prevede un aumento di 250 unità attraverso gli appositi concorsi.

Ai militari precluso l’avanzamento solo con la condanna

Il ddl Nordio interviene anche sul Codice dell’ordinamento militare, per limitare la preclusione dell’avanzamento di carriera soltanto in caso di condanna di primo grado per delitti non colposi, escludendo che debba perdere l’opportunità di avanzamento per il solo rinvio a giudizio o l’ammissione ai riti alternativi.

Iscriviti a Money.it

Correlato