Rete unica per la fibra ottica e 5g, altra grana per Meloni: a rischio i progetti di Tim, Fdi punta sul “piano Minerva”

Giacomo Andreoli

15/10/2022

15/10/2022 - 15:36

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Si allungano i tempi per la rete unica nazionale, con il piano Cdp-Open Fiber che potrebbe saltare, mentre sono a rischio gli investimenti sul 5g. Fdi punta tutto sul “progetto Minerva”.

Rete unica per la fibra ottica e 5g, altra grana per Meloni: a rischio i progetti di Tim, Fdi punta sul “piano Minerva”

La rete unica nazionale, il grande progetto che coinvolgerebbe Tim, Cassa depositi e prestiti, il fondo americano Kkr e Open Fiber, sembra ancora in alto mare. L’obiettivo, oramai da tempo, è quello di creare un solo operatore delle reti, per evitare la duplicazione degli investimenti ed accelerare molto la diffusione della fibra ottica in Italia, promuovendo la digitalizzazione dell’economia, sull’intero territorio nazionale. Traguardi ambiziosi, che sfrutterebbero anche gli effetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Tuttavia il progetto è ancora fermo. La timeline va aggiornata, visto che tutti prendono tempo in attesa del nuovo governo guidato probabilmente da Giorgia Meloni. L’accordo tra Tim, Kkr, Cdp e Open Fiber, che dovrebbe coinvolgere anche l’australiana Macquarie (che ha il 40% di Open Fiber), non c’è. Insomma, il piano messo in piedi dal governo di Mario Draghi e l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola sembra non andare in porto e per questo Fratelli d’Italia spinge sulla sua ricetta alternativa, il cosiddetto “piano Minerva”.

Nel frattempo Labriola avverte che tutte le industrie del settore, compresa Tim, visto il caro-bollette dovranno decidere all’inizio del prossimo anno “se mettere soldi nella rete 5g o pagare l’energia”. Più in generale, ha aggiunto, “è necessario che ora si decida quale dovrà essere la politica industriale per il settore in Italia ed in Europa”. Per il comparto, secondo lui, sarebbe quindi utile arrivare a un nuovo modello di definizione dei prezzi.

Rete Unica, cos’è il Piano Labriola

Il piano che sembra essere in crisi, come detto, è quello che giornalisticamente parlando porta il nome di Labriola. Si tratta in sostanza del Memorandum of Undertanding (MoU), firmato da Cdp e da altre società. Non sono chiari tutti i dettagli economici della possibile operazione, ma da numerose indiscrezioni sembrerebbe che la società a maggioranza pubblica Open Fiber compri la rete di Tim per 15-18 miliardi di euro (2 o 5 cash e 13 di debito trasferito tra le due società). Cassa depositi e prestiti, visto che detiene il 60% di Open Fiber, dovrebbe quindi pagare il 60% in cash (circa 1,2-3 miliardi).

Il progetto Minerva di Fratelli d’Italia

Secondo il progetto Minerva elaborato da Fratelli d’Italia, invece, Cdp (che possiede il 9,8% di Tim), lancia un’offerta di pubblico acquisto sulla società di Labriola. Per arrivare a controllare Tim servirebbero almeno 2,5 miliardi di euro. Si cederebbe quindi Tim Brasil, i clienti retail fissi e mobili ed altri asset di rete “ridondanti” per ridurre il debito netto di Tim. Quindi ci sarebbe l’acquisto da parte della “nuova” società a guida Cdp, del 60% di Open Fiber, con Tim che incrementa il suo debito di 2-3 miliardi.

Attesa per il nuovo cda di Tim

Mentre Tim attende, Cdp Equity, Macquarie e Open Fiber chiedono di estendere la discussione. Le incertezze, dopo due anni di voci e indiscrezioni, sono tante e riguardano il piano Labriola in sé e la postura del nuovo esecutivo.

Viste le tante incertezze, nel frattempo, S&P taglia il rating da doppia B a B+, con prospettive negative. Secondo l’agenzia di rating “ci saranno condizioni difficili nel mercato interno competitivo: questo influenzerà gli utili e i flussi di cassa”. Per questo la stessa S&P potrebbe agire di nuovo e tagliare il merito di credito a B se il calo dell’Ebitda della società non rallentasse «sostanzialmente».

Nel frattempo Tim aveva convocato un cda per venerdì, poi saltato per l’assenza di due figure chiave della trattativa: Arnaud de Puyfontaine e Frank Cadoret. Pertanto nessuna delibera, anche se forse questa settimana il presidente Salvatore Rossi potrebbe fare una nuova convocazione.

Barclays punta sull’idea di Meloni

Dall’estero arrivano segnali a favore del piano alternativo di Fratelli d’Italia, ad esempio dagli analisti di Barclays, che lo ritengono più attuabile. Se si applicasse, quindi, per gli analisti “Cassa depositi e prestiti farebbe un’offerta su Tim, per poi vendere circa 30 milioni di abbonati fra telefonia mobile e fissa ai concorrenti, per un compenso di circa 13 miliardi di euro, oltre a cedere l’unità brasiliana e mantenere il controllo della rete fissa del Telecom Italia”.

Nel complesso, sempre per gli analisti, si risparmierebbero soldi rispetto ai 15-18 miliardi necessari per il piano Labriola. La nuova Tim, secondo la loro previsione, comprerebbe la quota in mano a Cassa depositi e prestiti di Open Fiber per circa 3 miliardi, a debito, che sommato ai 4 miliardi di debito di Open Fiber, porta il conto complessivo a 10 miliardi. Lo Stato, però, avrebbe un nuovo esborso effettivo di due-tre miliardi.

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