Cos’è il referendum abrogativo? Iter e quorum

Alessandro Cipolla

19 Maggio 2025 - 16:09

La guida al referendum abrogativo in vista del voto dell’8 e 9 giugno: la differenza con quello costituzionale, quando può essere richiesto e il quorum da dover superare per essere valido.

Cos’è il referendum abrogativo? Iter e quorum

Cos’è il referendum abrogativo? Una domanda questa di grande attualità visto che, il prossimo 8 e 9 giugno, gli italiani saranno chiamati a esprimersi in primavera in merito a cinque quesiti: quattro riguardanti il lavoro e uno invece la cittadinanza.

Il referendum abrogativo è uno strumento di democrazia diretta previsto dalla Costituzione italiana (art. 75) che permette ai cittadini di decidere se mantenere o eliminare una legge o una parte di essa.

In questo 2025 gli italiani saranno chiamati a esprimersi in merito a cinque referendum, quelli sul lavoro promossi dalla Cgil e quello sulla cittadinanza da +Europa.

Se dovesse vincere il Sì la legge - o parte di essa - viene abrogata, cioè cancellata: l’effetto è vincolante e immediato una volta pubblicati i risultati. In caso di vittoria del No invece tutto rimane allo stato delle cose, così nel caso in cui non viene raggiunto il quorum necessario.

Vediamo allora nel dettaglio il significato di referendum abrogativo, la differenza con quello Costituzionale, quando può essere richiesto e il quorum da dover superare per essere valido.

Significato di referendum abrogativo

Tra i diversi tipi di referendum ammessi nel nostro ordinamento, in questo caso ci soffermeremo sul referendum abrogativo.

Il referendum abrogativo è uno strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione. Permette di ritoccare una legge, una disposizione di legge, un decreto, o parti di esso, tramite una consultazione popolare.

Data la sua importanza, la Costituzione stabilisce tassativamente le materie sulle quali può essere proposto, quelle che lo escludono e il quorum da raggiungere affinché sia valido.

Inoltre ogni testo referendario, prima di poter essere sottoposto al voto degli elettori, deve superare il giudizio di costituzionalità della Corte Costituzionale che li può ammettere oppure respingere.

Entrando più nel dettaglio, si tratta di una petizione popolare con la quale si chiede di abrogare una legge, un decreto legislativo o un decreto legge o parte di essi, facendone cessare la produzione di effetti nel futuro.

La disciplina sul referendum abrogativo è contenuta nell’articolo 75 della Costituzione, che reca quanto segue:

“E` indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.”

La disposizione in esame conferisce al popolo il potere di modificare il quadro normativo dell’ordinamento. Tuttavia, come vedremo nei paragrafi seguenti, per evitare abusi delle minoranze e interventi nelle materie più delicate, la sua efficacia è stata ancorata al raggiungimento di una precisa soglia di voti; inoltre il legislatore ha escluso alcune materie dal novero di quelle abrogabili mediante referendum.

Differenza tra abrogativo e costituzionale

Secondo la Costituzione della Repubblica italiana le tipologie di referendum sono diverse, hanno differenti scopi e usi ma anche differenti caratteristiche, quorum, maggioranze e così via.

È la stessa Costituzione a definire esplicitamente i diversi tipi di referendum ammessi, mentre altri, non espressamente previsti dal testo, sono invece menzionati in fonti di natura giuridica sub-costituzionale.

In Italia esistono diversi tipi di referendum che potremmo raggruppare in delle grandi categorie:

  • Referendum abrogativo
  • Referendum costituzionale
  • Referendum territoriali

La differenza tra referendum abrogativo e referendum costituzionale in Italia riguarda il loro oggetto, il procedimento e i requisiti di validità.

CaratteristicaReferendum AbrogativoReferendum Costituzionale
Oggetto Leggi ordinarie Modifiche costituzionali
Quorum 50% + 1 degli elettori Nessun quorum
Richiesta 500.000 firme o enti vari 500.000 firme o enti vari
Applicabilità No per bilancio e trattati Solo per revisioni costituzionali

La prima differenza riguarda l’oggetto: il referendum abrogativo si chiede agli elettori se vogliono abrogare - in tutto o in parte -, una legge o un atto normativo, mentre quello costituzionale riguarda le modifiche alla Costituzione già approvate in Parlamento.

Il referendum abrogativo poi non si può applicare a leggi di bilancio, tributarie, amnistie o indulti e trattati internazionali, mentre quello costituzionale non può tenersi se la riforma costituzionale è stata approvata in Parlamento con una maggioranza di almeno due terzi in entrambe le Camere.

La differenza maggiore riguarda però il quorum, che non è previsto per il referendum costituzionale e che invece rappresenta l’ostacolo principale per quello abrogativo.

L’iter del referendum abrogativo: quando può essere richiesto e come

Il referendum abrogativo può essere richiesto in due modi: tramite la raccolta di 500.000 firme da parte di altrettanti elettori oppure su richiesta di almeno 5 Consigli regionali.

Raggiunto questo obiettivo, il quesito referendario, ovvero la domanda che viene sottoposta al giudizio degli elettori, deve prima ottenere il giudizio positivo da parte della Corte Costituzionale.

Per prima cosa i giudici controllano che il referendum abrogativo non riguardi una delle materie espressamente vietate di cui sopra, in secondo luogo controllano le caratteristiche formali e sostanziali della legge oggetto del quesito. Sono escluse quelle di rango costituzionale e quelle a contenuto costituzionalmente vincolato.
La domanda, inoltre, deve essere posta in maniera chiara e coerente, tale da non confondere gli elettori.

Il giudizio sulla costituzionalità o meno del referendum abrogativo deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro e non oltre il 10 febbraio di ogni anno.

Se il giudizio è positivo, il referendum avrà il via libera, altrimenti il quesito verrà respinto e non si potrà procedere alla votazione.

Il quorum necessario per il referendum abrogativo

Affinché la votazione sia valida, come abbiamo detto in precedenza devono esprimersi sul quesito referendario la maggioranza degli aventi diritto al voto alla Camera dei deputati, cioè i cittadini che hanno compiuto il diciottesimo anno di età.

Il testo si considera abrogato se viene raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi, ovvero il 50% +1 degli aventi diritto.

Referendum abrogativo in Italia: ecco cosa sapere

Nel 2025 gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum: quattro sul lavoro promossi dalla Cgil e uno sulla cittadinanza ai cittadini stranieri avanzato invece da +Europa.

Nel 2022, l’ultima volta che in Italia si è votato per i referendum - in quell’occasione quelli sulla giustizia voluti dal centrodestra -, l’affluenza è stata del 21%, la più bassa di sempre.

In passato invece le iniziative referendarie hanno avuto un impatto ben diverso in Italia. Il primo e uno dei più famosi è stato quello del 1974 sull’abrogazione della legge Fortuna-Baslini sul divorzio, respinto con quasi il 60% dei voti e che ha fatto registrare un’affluenza dell’87%.

Nel 1981 poi è stato respinto quello sull’aborto, nel 1987 c’è stato quello sul nucleare e nel 1990 quello sulla caccia per la prima volta non è riuscito a superare il quorum.

Nel 1993 in piena Tangentopoli il 90% degli italiani votò per abolire il finanziamento pubblico ai partiti, ma negli ultimi tempi il quorum è stato raggiunto solo nel 2011 per i referendum in materia di acqua pubblica e nucleare.

Il referendum abrogativo è uno strumento potente per i cittadini, anche se negli ultimi anni il mancato raggiungimento del quorum ha spesso invalidato molti quesiti referendari.

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