Reddito di cittadinanza, nuova stretta: chi rischia di essere tagliato fuori da tutto

Simone Micocci

26 Aprile 2023 - 11:56

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Reddito di cittadinanza, requisiti resi più severi? Le risorse non bastano, Pal e Gal rischiano di sparire: zero aiuti per gli occupabili?

Reddito di cittadinanza, nuova stretta: chi rischia di essere tagliato fuori da tutto

Il testo del Decreto lavoro che verrà approvato il 1° maggio dal Consiglio dei ministri potrebbe essere molto differente dalla bozza circolata qualche settimana fa (la trovate qui). In particolare per quanto riguarda la riforma del Reddito di cittadinanza, in quanto due delle tre misure previste dalla bozza rischiano di sparire.

Nel dettaglio, la riforma del Reddito di cittadinanza come descritta dalla bozza del Dl lavoro prevede l’introduzione di tre diverse misure:

  • la Gil (Garanzia per l’inclusione) a decorrere dal 1° gennaio 2024 per le famiglie che al loro interno hanno almeno un componente minorenne, ultrasessantenne, disabile oppure invalido percettore di relativo assegno;

Tuttavia, quella che doveva essere una stretta si è trasformata perlopiù in un’operazione di rebranding, di solo cambio nome quindi. Lo conferma il fatto che le risorse risparmiate dal taglio del Rdc sono inferiori al miliardo di euro. Ecco perché non è da escludere che la riforma del Reddito diventi più severa in questi giorni, con il governo che potrebbe persino fare un passo indietro per due delle tre misure sopra indicate.

Riforma Rdc, Pal e Gal a rischio?

Come riporta Il Messaggero, il governo potrebbe fare un passo indietro per quanto riguarda la Prestazione di accompagnamento al lavoro e la Garanzia per l’attivazione lavorativa, provvedendo così a una vera e propria stretta nei confronti degli occupabili.

A differenza di quanto previsto dall’ultima bozza, infatti, coloro che fanno parte di un nucleo familiare in cui non c’è neppure un minore, un disabile o un ultrasessantenne non solo dovranno sottostare alla tagliola prevista dalla legge di Bilancio 2023, con la quale viene fissata la decadenza del Rdc al pagamento della settima mensilità, ma non avranno accesso ad altre misure né nel 2023 né tantomeno il prossimo anno.

Un’operazione che permetterebbe al governo di recuperare altri 2,2 miliardi di euro, un tesoretto utile in vista della prossima legge di Bilancio 2024 con la quale, ad esempio, dovranno essere stanziate le risorse per confermare gli aumenti di stipendio.

Non è da escludere però che anziché eliminarle del tutto il governo decida di limitarne ulteriormente la platea: ad esempio, nel caso della Gal oggi il limite Isee è di 6.000 euro: la soglia potrebbe essere rivista al ribasso, così che sempre più occupabili siano esclusi da tutto.

I dubbi di Giorgia Meloni

Fin dall’inizio Giorgia Meloni si è detta contraria al Reddito di cittadinanza. Per questo motivo sembra che la presidente del Consiglio non sia convinta dello schema di riforma come ritagliato dall’ultima bozza.

In particolare c’è il dubbio legato alla Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal), con la quale gli occupabili avranno accesso a un assegno mensile dai 350 ai 525 euro a seconda del numero di persone che vi fa richiesta (da uno a due per nucleo familiare). Un sostegno legato alla partecipazione a una politica attiva, con l’obiettivo di formare - se necessario - il percettore e ricollocarlo in tempi brevi.

Il dubbio è che ciò che non ha funzionato per il Reddito di cittadinanza si ripeta anche per la Garanzia per l’attivazione lavorativa che, secondo le ultime stime, dovrebbe coinvolgere circa 426 mila persone. Il timore è che si possa trattare di un ulteriore sostegno per persone che non hanno l’interesse a lavorare o che, ancora peggio, abbiano un impiego in nero.

Ecco perché Giorgia Meloni nutre più di qualche dubbio sulla Gal che, seppur per soli 12 mesi, permetterebbe agli occupabili di continuare a godere di un sostegno.

Il pugno duro, quindi, vorrebbe la cancellazione della Gal, come pure della Pal che invece verrebbe riconosciuta solamente nel 2023; l’alternativa - nonché la speranza per gli occupabili - è che alla fine si deciderà solamente in favore di una stretta dei requisiti nonché nel rendere più severi gli obblighi, ad esempio intensificando la partecipazione a politiche attive non dando così tempo per svolgere altre attività come potrebbe essere il lavoro irregolare.

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