Reddito di cittadinanza, il governo ci ripensa: stop alle nuove domande per queste famiglie

Simone Micocci

24 Luglio 2023 - 09:31

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Niente domande di Assegno di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro per i furbetti del Reddito di cittadinanza. Il governo, dopo le segnalazioni di Money.it, lavora a una soluzione.

Reddito di cittadinanza, il governo ci ripensa: stop alle nuove domande per queste famiglie

Come Money.it segnala da tempo, i nuovi Assegno di inclusione e il Programma per la formazione e il lavoro hanno un problema: non escludono dai beneficiari i furbetti del Reddito di cittadinanza, ossia coloro a cui il sostegno è stato tolto per mancato rispetto della condizionalità prevista dalla normativa, con il divieto di presentare una nuova domanda per i successivi 18 o 6 mesi (a seconda di come è composto il nucleo familiare).

Ciò significa che se la normativa non cambierà, questi furbetti non dovranno aspettare tutto questo tempo per tornare a beneficiare di un sostegno di Stato, in quanto potrebbero fare tranquillamente domanda per le due nuove misure in arrivo. Paradossalmente verrebbero avvantaggiati dall’addio al Reddito di cittadinanza.

Il che è inaccettabile e come auspicato da noi di Money.it il governo sta per correre ai ripari, facendo sì che i furbetti mantengano la sanzione comminata con il Reddito di cittadinanza anche con il passaggio all’Assegno di inclusione e il Programma per la formazione e il lavoro, impedendo così loro di farne domanda fino a quando non scadrà il divieto.

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Non è la prima volta che il governo deve correre ai ripari per un errore commesso in fase di approvazione di una legge. È stato così, ad esempio, con la legge di Bilancio 2023 che ha cancellato il reato di percezione indebita del Reddito di cittadinanza, rischiando così di far saltare tutti i processi ancora pendenti, sul quale poi si è intervenuti alla prima occasione utile per ripristinarlo.

E sarà così anche per il Decreto Lavoro, appena convertito in legge, all’interno del quale non ci sono riferimenti a quei furbetti del Reddito di cittadinanza, ossia coloro che hanno cessato il beneficio a seguito di una sanzione comminata per mancato rispetto della condizionalità.

Non ci riferiamo ai casi più gravi, per i quali è contemplato persino il carcere, come può essere l’aver mentito su alcune informazioni essenziali, bensì a violazioni minori: vedi ad esempio chi non si è presentato alle convocazioni da parte del Centro per l’impiego, oppure chi non ha preso parte ai Puc oppure ha rifiutato un’offerta di lavoro ritenuta congrua.

Per questi la normativa prevede che oltre a perdere immediatamente il Reddito di cittadinanza ne scatta l’impossibilità di fare domanda per i 18 mesi successivi, che si riducono a 6 per quei nuclei in cui sono presenti minori o invalidi.

Ad esempio, chi ha perso il Rdc a luglio avrebbe dovuto attendere fino a febbraio 2025 prima di poterlo richiedere nuovamente, mentre con il passaggio all’Assegno di inclusione e al Supporto per la formazione e il lavoro (bonus da 350 euro) la nuova domanda può essere immediata visto che non si tiene conto delle sanzioni afflitte nel periodo in cui si è percepito del Reddito di cittadinanza.

Una situazione di cui il ministero del Lavoro sembra esserne venuto a conoscenza solamente in questi ultimi giorni (che siano stati rilevanti le nostre segnalazioni?), tanto che i tecnici sono già al lavoro per una soluzione che potrebbe essere inserita nel prossimo provvedimento utile.

Difficile che lo si faccia con il decreto attuativo ministeriale per Assegno di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro, ma se per il primo strumento non c’è fretta (vista la sua introduzione a gennaio 2024 con la possibilità di correggere l’errore nella legge di Bilancio) per il secondo servirà sbrigarsi visto che il suo avvio è in programma il prossimo settembre.

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Alla fine, quindi, i furbetti del Reddito non potranno accedere alle due nuove misure, almeno fino a quando non avranno scontato la loro precedente pena.

La correzione apportata, quindi, dovrebbe essere la seguente: tener conto della scadenza del divieto di presentare una nuova domanda di Reddito di cittadinanza - di 6 o 18 mesi a seconda dei casi - anche per i due nuovi strumenti. A tal proposito ci saranno dei controlli preventivi per scovare coloro che non rispetteranno una tale indicazione: d’altronde sarà facile per l’Inps, in quanto basterà incrociare i dati in suo possesso, bloccando così sul nascere la richiesta da parte di coloro che non soddisfaranno questa importante condizione.

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