Reddito di cittadinanza, l’annuncio del governo: ecco cosa succede dopo il 31 dicembre 2022

Simone Micocci

03/11/2022

«Il reddito di cittadinanza non sparirà dopo il 31 dicembre 2022». L’annuncio del nuovo sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.

Reddito di cittadinanza, l’annuncio del governo: ecco cosa succede dopo il 31 dicembre 2022

Il reddito di cittadinanza non finirà nel 2023. Lo sosteniamo da tempo, smentendo coloro che riferiscono di una cancellazione immediata della misura, ma adesso è arrivato l’annuncio di una delle componenti più importanti del ministero del Lavoro: si tratta di Claudio Durigon, appena nominato sottosegretario al dicastero di via Vittorio Veneto.

Parlando a Radio 24, il sottosegretario, in quota Lega, ha dato l’annuncio che i percettori del reddito di cittadinanza aspettavano con ansia:

“La misura non finirà il 31 dicembre di quest’anno”.

Nessuno stop immediato al reddito di cittadinanza è in programma, almeno per il momento. D’altronde il piano Meloni ve lo abbiamo raccontato nei giorni scorsi: puntare da subito su un inasprimento degli obblighi previsti nei confronti dei percettori così da procedere con una prima scrematura, per poi avere il tempo nel 2023 di valutare l’andamento della misura ed eventualmente effettuare una sostituzione con un’altra misura, come potrebbe essere il reddito di sussistenza.

Lo stesso Durigon ha parlato di cambiamenti al reddito di cittadinanza, i quali verranno discussi nei prossimi giorni insieme al ministro del Lavoro, Marina Calderone, e con l’intera coalizione.

Reddito di cittadinanza, un dibattito politico destinato a continuare

Chi credeva che Giorgia Meloni avrebbe smantellato il reddito di cittadinanza dovrà ricredersi. Almeno per adesso, infatti, il reddito di cittadinanza resterà dov’è: visto il poco tempo a disposizione per elaborare la Legge di bilancio ci si concentrerà su quello che c’è già provando a migliorarlo.

Il dibattito sul reddito di cittadinanza, quindi, sembra destinato a continuare. Perché per il momento la misura non è destinata a sparire, come tra l’altro si vociferava da settimane. D’altronde, già la nomina di Marina Calderone al ministero del Lavoro era stata un chiaro segnale, in quanto in passato si era schierata in favore del mantenimento della misura pur auspicandone un maggior coinvolgimento degli enti privati.

Dello stesso parere Claudio Durigon, appena nominato sottosegretario al Lavoro, che proprio in queste ore ha annunciato che il reddito di cittadinanza non sparirà il 31 dicembre 2022, confermando quindi che non ci sarà un intervento del governo volto a favorire la cancellazione anticipata della misura, come invece sembravano presagire alcune dichiarazioni fatte da Meloni, ad esempio quando nel discorso d’insediamento alla Camera dei Deputati ha parlato di “fallimento” della misura.

Il dibattito quindi andrà avanti, anche perché nel frattempo bisognerà “progettare qualcosa fin da subito”, come aggiunto da Durigon nelle sue dichiarazioni. Servirà un confronto nella coalizione per valutare come riformare il reddito di cittadinanza nell’immediato; un ruolo fondamentale nella discussione ovviamente lo avrà il ministro al Lavoro, ma Durigon in qualità di sottosegretario darà il suo contributo.

Non sarà un confronto semplice viste le diverse componenti che animano il centrodestra. Come spiegato da Durigon, infatti, “c’è chi è più drastico”, e quindi vorrebbe misure volte a tagliare il reddito di cittadinanza, e chi, come la Lega appunto, ritiene che la “tutela della povertà sia un elemento importante in questa fase”.

Reddito di cittadinanza: quali modifiche dopo il 31 dicembre 2022?

L’annuncio di Durigon, quindi, ci conferma che il reddito di cittadinanza ci sarà ancora dopo il 31 dicembre 2022 ma sarà differente rispetto a oggi. Intanto per quanto riguarda la politica attiva dovrebbe esserci un maggior coinvolgimento da parte degli enti privati, come confermato dall’addio ai navigator certificato da un recente messaggio del ministero del Lavoro (anche se il loro futuro sembra ancora tutto da scrivere).

Dopodiché si interverrà su obblighi, sanzioni e controlli: in particolare ci sarà un atteggiamento meno permissivo per quanto riguarda la possibilità di rifiutare offerte di lavoro mentre si prende il reddito di cittadinanza. La decurtazione di 5 euro per chi rifiuta la prima offerta è ritenuta inutile e per questo motivo si dovrebbe andare verso la decadenza della misura già al primo no. Sanzione che tra l’alto già è prevista nel caso in cui il rifiuto arrivi successivamente ai primi 18 mesi di fruizione.

A tal proposito, maggiore attenzione ci sarà per il sistema di tracciamento delle offerte di lavoro presentate, così da poter individuare tutti coloro che pur avendo l’opportunità di lavorare preferiscono mantenere il reddito di cittadinanza. Già il governo Draghi era intervenuto a riguardo, ad esempio riconoscendo anche alle aziende la possibilità di segnalare chi prende il Rdc e rifiuta un’offerta di lavoro, ma l’obiettivo è di fare ancora meglio.

È possibile poi che il reddito di cittadinanza venga utilizzato per recuperare risorse utili per altre misure. Ad esempio per quota 103 per la pensione anticipata, per la quale le risorse potrebbero arrivare da un allungamento del periodo di sospensione del reddito di cittadinanza, come spiegato qualche giorno fa da Matteo Salvini.

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