Red Bull è indagata dall’UE. Ecco perché e cosa rischia

P. F.

14/11/2025

Red Bull è sotto inchiesta da parte della Commissione Europea. Secondo le accuse, avrebbe attuato delle strategie di concorrenza sleale nei confronti delle aziende del settore energy drink.

Red Bull è indagata dall’UE. Ecco perché e cosa rischia

Red Bull finisce nel mirino dell’antitrust. La Commissione Europea ha avviato un’indagine formale nei confronti del colosso austriaco delle bevande energetiche, sospettato di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato europeo. L’inchiesta arriva dopo delle ispezioni effettuate nel 2023 e dopo una denuncia della rivale Monster Energy, che ha accusato il gruppo di concorrenza sleale nei confronti degli altri competitor del settore.

Secondo Bruxelles, Red Bull potrebbe aver messo in campo una strategia coordinata per ostacolare la vendita di bevande energetiche in formati superiori ai 250 ml all’interno di supermercati, ipermercati e punti vendita autostradali.

Il focus sul formato superiore ai 250 ml non è casuale. Red Bull è leader con la sua classica lattina da 250 ml, mentre diversi concorrenti puntano su formati più grandi per differenziarsi. Per l’UE, limitare l’ingresso e la visibilità di questi prodotti significherebbe limitare lo sviluppo competitivo della categoria.

Le accuse della Commissione Europea a Red Bull

Secondo la Commissione, Red Bull potrebbe aver condizionato i distributori attraverso due meccanismi principali. Il primo riguarda l’erogazione di incentivi economici e commerciali a favore di supermercati e stazioni di servizio, spingendoli a ridurre o eliminare del tutto la vendita di prodotti dei concorrenti in formato superiore a 250 ml.

Il secondo riguarda l’utilizzo del ruolo di “category manager”, una posizione che consente a un fornitore di gestire la merce per conto della società produttrice. Grazie a questo ruolo, Red Bull avrebbe avuto la possibilità di organizzare lo scaffale, influenzando l’assortimento, la visibilità e le promozioni di tutta la categoria degli energy drink, compresi i prodotti rivali.

La Commissione ha inoltre spiegato che alcuni dei comportamenti sospetti risulterebbero particolarmente evidenti nei Paesi Bassi, dove Red Bull detiene una quota di mercato molto elevata nel settore delle bevande energetiche.

Se queste condotte venissero confermate, si tratterebbe di un caso di abuso di posizione dominante ai sensi dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

Implicazioni economiche e rischio di sanzioni

L’indagine avviata dalla Commissione Europea arriva in una fase di forte espansione del mercato degli energy drink, caratterizzato dall’ingresso di nuovi marchi e da una concorrenza sempre più aggressiva, tanto sul fronte dei prezzi quanto su quello dei formati.

L’eventuale conferma delle violazioni comporterebbe conseguenze pesanti per Red Bull. In base alla normativa UE, le sanzioni possono arrivare fino al 10% del fatturato mondiale dell’azienda, una soglia che, per un gruppo delle sue dimensioni, potrebbe tradursi in miliardi di euro.

Ma il danno non sarebbe solo finanziario. Una decisione della Commissione potrebbe imporre al gruppo modifiche ai contratti con i rivenditori, interventi correttivi sulla gestione e restrizioni su future attività promozionali.

Per i consumatori, invece, l’esito dell’indagine potrebbe tradursi in un ampliamento dell’offerta, con prezzi più competitivi e una maggiore trasparenza nelle politiche commerciali della grande distribuzione.

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