Questo piccolo Paese è tra i più ricchi dell’Occidente, ma pochi lo conoscono

Alessandro Nuzzo

9 Settembre 2025 - 20:42

Da piccola colonia a uno dei Paesi che produce più petrolio al mondo con 1,7 miliardi di barili all’anno. Ecco di quale nazione si tratta.

Questo piccolo Paese è tra i più ricchi dell’Occidente, ma pochi lo conoscono

C’è una piccola nazione in Sudamerica che, da ex colonia controllata da potenze straniere, oggi, dopo la scoperta di un ricco giacimento di petrolio, ha visto la sua economia crescere vertiginosamente. Stiamo parlando della Guyana, situata a Nord-Est del continente al confine con Venezuela e Suriname. La Guyana presenta un territorio molto complesso: l’80% è ricoperto da foreste, dispone di una sola strada che attraversa il Paese, non ha porti e i fiumi risultano difficilmente navigabili a causa della forte pendenza.

Nel XVIII secolo, l’Europa, ghiotta di zucchero, individuò in questo territorio l’ambiente ideale per sviluppare coltivazioni. Le condizioni naturali favorirono la nascita di numerose piantagioni e per oltre 300 anni l’economia locale si basò quasi esclusivamente sull’esportazione di zucchero. Negli anni ’60 dell’Ottocento, tale prodotto rappresentava il 95% delle esportazioni nazionali.

Essendo una colonia, la Guyana passò sotto il controllo di Gran Bretagna, Paesi Bassi, Francia, Spagna e Portogallo. Poiché la popolazione era soggetta a malattie, i colonizzatori importarono numerosi schiavi dall’Africa per lavorare nei campi. Tuttavia, dopo l’abolizione della schiavitù, i coloni dovettero affrontare una grave carenza di manodopera e ricorsero a lavoratori provenienti dall’India. Oggi gli indiani costituiscono il gruppo etnico più numeroso del Paese, con oltre il 40% della popolazione totale.

Gradualmente, l’economia locale iniziò a diversificarsi con la produzione di riso e bauxite. Dopo l’indipendenza esplose un duro conflitto politico tra indo-guyanesi e afro-guyanesi, che portò a violenti scontri e all’intervento di Gran Bretagna, Cuba e Stati Uniti. Alla fine gli afro-guyanesi vinsero le elezioni e il loro leader governò per 20 anni, imponendo divieti alle importazioni e trascinando la popolazione nella povertà. Nel 1992 salì al potere il gruppo indo-guyanese, che governa tuttora con l’attuale presidente Irfaan Ali, primo capo di Stato musulmano di un Paese occidentale.

Dal 2015 la svolta economica con la scoperta del petrolio

La svolta economica è avvenuta nel 2015, quando, dopo anni di esplorazioni, la compagnia statunitense Exxon Mobil ha scoperto un grande giacimento petrolifero, che oggi produce una media di 1,7 miliardi di barili l’anno. I ricavi della Guyana derivanti dal petrolio sono saliti a 2,57 miliardi di dollari, con 348 milioni di royalties corrisposti dal gruppo Exxon Mobil.

Grazie al petrolio, nel 2024 la Guyana ha superato ogni previsione di crescita economica raggiungendo il 43,6%. Per il 2025 le stime sono ancora più ottimistiche, con l’obiettivo di arrivare a 900.000 barili al giorno. Secondo gli esperti, entro il 2027 la Guyana supererà Arabia Saudita e Kuwait nella produzione di petrolio pro capite, che, secondo i dati della Banca Mondiale, riguarda poco più di 831.000 abitanti.

Lo scorso anno il settore petrolifero è cresciuto del 57%, mentre gli altri settori del 13%. Nonostante i progressi, la Guyana resta al 108° posto per indice di sviluppo umano e al 154° per aspettativa di vita. Ancora oggi il 41% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con un alto livello di criminalità e tensioni con i Paesi vicini che rivendicano territori a Ovest ed Est.

Si spera che i proventi del petrolio possano migliorare la condizione interna. Ad esempio, il governo sta investendo nella costruzione del primo porto d’altura nazionale, che dovrebbe dare un forte impulso all’economia.

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