A tanti è sconosciuto, eppure questo metallo può raggiungere delle quotazioni record ed è molto richiesto nel mondo industriale.
No, l’oro non è il metallo più prezioso al mondo. Al primo posto c’è il rodio, la cui quotazione può arrivare fino a 28.000 dollari l’oncia, ovvero circa 15 volte più dell’oro. Questo metallo rarissimo e di colore bianco-argenteo è sconosciuto ai più, eppure ricopre un ruolo centrale in diversi settori industriali e tecnologici.
Il rodio appartiene al gruppo del platino ed è estremamente raro. La sua scarsità e l’elevata domanda industriale ne fanno schizzare in alto il valore sui mercati di riferimento. Si stima che la sua concentrazione nella crosta terrestre sia di appena 0,000037 parti per milione. Ciò significa che bisognerebbe esaminare circa 5 miliardi di grammi di crosta terrestre per trovarne uno solo di rodio. Per questa ragione non viene mai estratto come prodotto principale, ma soltanto come sottoprodotto dell’estrazione di platino, palladio e nichel. I principali produttori mondiali sono il Sudafrica, che da solo copre l’85% della produzione, e la Russia, al secondo posto, seguiti a distanza da altri Paesi come Canada e Zimbabwe.
Perché il rodio costa così tanto
A determinare un valore di mercato così elevato è soprattutto lo squilibrio tra domanda e offerta. Negli ultimi anni la richiesta da parte delle industrie è aumentata enormemente. È in particolare l’industria automobilistica a rappresentare la fetta più consistente, con una domanda in crescita costante in Europa, Stati Uniti, India, Cina e Giappone. Allo stesso tempo, la produzione resta limitata dalle condizioni geologiche e dai rischi geopolitici delle principali aree estrattive. Inoltre, il rodio è scambiato in un mercato molto più ristretto rispetto a quello dell’oro o del petrolio: di conseguenza, anche piccole variazioni nella domanda o nell’offerta possono provocare oscillazioni molto brusche dei prezzi, influenzando investitori e produttori.
Come detto, circa l’80-90% della richiesta industriale proviene dal settore automotive. Il rodio è fondamentale soprattutto nelle marmitte catalitiche: è infatti estremamente efficace nel filtrare gli ossidi di azoto dai gas di scarico, convertendoli in composti innocui che riducono l’inquinamento atmosferico.
Fino al 1976 si usavano platino e palladio, ma gli ingegneri della Volvo scoprirono che il rodio rappresentava un’alternativa più efficiente e iniziarono a introdurlo nei catalizzatori. In un’epoca in cui l’attenzione verso l’ambiente e il cambiamento climatico è cresciuta enormemente, la domanda di questo metallo nel settore automobilistico continua a salire e sembra destinata a restare elevata.
Ma l’impiego del rodio non si limita alle auto. Nel campo dell’energia nucleare viene utilizzato per monitorare i flussi di neutroni nei reattori, una funzione essenziale per garantirne la sicurezza. Sebbene solo una piccola parte della produzione mondiale sia destinata a questo utilizzo, la centralità delle centrali nucleari contribuisce a mantenere alta la domanda. L’industria chimica, invece, lo sfrutta come catalizzatore nella produzione di acido nitrico e acetico, apprezzandone la resistenza a temperature estreme, qualità che lo rende prezioso anche nella ricerca scientifica per misurazioni ad altissima precisione. In gioielleria, infine, il rodio viene impiegato come rivestimento protettivo, in grado di aumentare la brillantezza dei metalli e prolungarne la durata: resiste all’ossidazione, impedisce l’annerimento dell’argento e, grazie alla sua durezza, rende i gioielli molto più resistenti ai graffi e all’usura quotidiana.
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