Un bar padovano sta promuovendo un’iniziativa sostenibile per ridurre i costi di gestione: se porti la tazzina da casa, paghi il caffè solo 50 centesimi.
Una tazzina per un caffè. O quasi. A Padova, nel quartiere Crocifisso, un bar ha ideato un’idea singolare: se ti porti la tazzina da casa, il caffè costa solo 50 centesimi. L’iniziativa, che in poco tempo ha fatto il giro del web, è stata promossa da Lina Oldrati, proprietaria del bar “da Giulia” in via del Commissario 32.
Tuttavia, dietro questa scelta si cela l’ombra del costo - sempre più alto - del prezzo del caffè all’ingrosso. L’idea punta a combattere l’aumento dei prezzi in modo simpatico e creativo, con un occhio di riguardo verso le tasche dei clienti del bar.
“Caffè a 50 cent se porti la tazzina da casa”: la singolare idea di un bar di Padova
Davanti al bar “da Giulia”, c’è una lavagnetta che recita: “Caffè a 50 cent se porti la tazzina da casa”. L’idea è venuta in mente a Lina Oldrati - la titolare è la figlia Giulia, attualmente a casa in maternità - che ha deciso di promuovere un’iniziativa che strizza l’occhio al “caffè sospeso”, una tradizione di solidarietà napoletana che consiste nel pagare un caffè al bar per un cliente successivo che non può permetterselo.
L’offerta vale solamente per l’espresso, mentre caffè corretti, macchiati e ginseng vengono pagati normalmente. Inoltre, la tazza non deve essere di carta o plastica. “Questo perché la igienizzo prima di preparare il caffè, con vapore e acqua bollente”, ha spiegato Lina al Mattino di Padova.
L’idea è piaciuta così tanto che, secondo la proprietaria, il locale non è mai stato così pieno. Nel corso degli anni, l’incremento dei prezzi del caffè ha allontanato tanti clienti. A rimetterci è stato il bar, un’istituzione tutta italiana, considerata da sempre come un luogo di scambio sociale, fatto per intrattenersi in chiacchiere e gustarsi una bevanda nei momenti di pausa della giornata.
Per questo, Lina ha deciso di promuovere l’iniziativa per mantenere viva la tradizione di uno spazio destinato alla comunità: “Qui si scambia una chiacchiera, si riceve un sorriso. Non voglio che qualcuno sia costretto a rinunciarci. A maggior ragione se per questioni economiche”.
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Un’iniziativa economica ed ecologica
Oltre alla questione sociale, le ragioni dietro questa iniziativa sono principalmente ecologiche ed economiche. Secondo la proprietaria, chi si porta la tazzina da casa permette al bar di caricare meno lavastoviglie e ridurre i costi di gestione.
Ma a risparmiare è anche il cliente, ormai in balia dei rincari stellari sui prezzi del caffè. Nel giro di due anni, un chilo di caffè è passato da costare 17 euro a 35, mentre il decaffeinato è salito al prezzo record di 45 euro. I bar non hanno potuto fare altro che alzare i prezzi, scoraggiando una fetta di clienti che hanno smesso di consumare caffè per limitare i costi. Al momento, il prezzo di un caffè orbita tra 1,20 e 1,40 euro ma, secondo Lina Oldrati, molto presto “dovremo alzare a 1,50”.
Per contrastare queste problematiche, la proprietaria ha lanciato un appello a tutti i titolari dei bar del Belpaese:
Per chi lavora nella ristorazione, quello del caro caffè ormai è un argomento all’ordine del giorno. Vorrei che altri facessero lo stesso per dare un messaggio alla comunità. Chi ha scelto questo mestiere ha, o dovrebbe avere, un’attitudine all’accoglienza, alla convivialità. Se queste rischiano di essere compromesse, è giusto cercare di salvaguardarle.
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