Questi 3 temi dominano i mercati oggi

Violetta Silvestri

16/04/2024

16/04/2024 - 08:42

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Mercati e investitori restano nell’incertezza e i motivi sono almeno 3: Fed, Cina e tensioni tra Israele e Iran. Cosa sta per accadere?

Questi 3 temi dominano i mercati oggi

Mercati oggi dominati da un sentiment incerto e preoccupante, che si può riassumere in 3 temi chiave.

Le azioni e le valute asiatiche sono scese mentre i segnali non del tutto soddisfacenti dell’economia cinese si sono aggiunti ai timori per elevati tassi di interesse statunitensi ancora per un po’ di tempo e alle tensioni in Medio Oriente. Sono proprio questi 3 fattori - Fed, Cina e guerra Iran-Israele - a impensierire gli investitori.

L’indice MSCI Asia Pacific è scivolato al massimo livello da agosto, con tutti i principali mercati dell’area in perdita. I contratti future per le azioni statunitensi ed europee sono scesi nelle negoziazioni asiatiche dopo che l’S&P 500 ha perso oltre l’1% in una sessione volatile durante la notte a Wall Street.

L’indicatore del dollaro è salito intanto al livello più alto da novembre. La crescente forza della valuta, spinta dalla domanda di beni rifugio in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, ha provocato il caos valutario in tutta l’Asia.

I riflettori sono accesi su 3 temi “caldi” che possono ancora sconvolgere le Borse mondiali.

1. Fed

Le vendite al dettaglio statunitensi più forti del previsto per il mese di marzo hanno ulteriormente rafforzato le aspettative che la Federal Reserve difficilmente avrà fretta di intervenire per tagliare i tassi di interesse quest’anno. Finché un mercato del lavoro robusto sostiene la domanda delle famiglie, c’è il rischio infatti che l’inflazione si consolidi.

Lunedì, in seguito alla lettura del dato, i titoli azionari statunitensi hanno chiuso in netto ribasso, poiché il balzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro ha pesato sul sentiment.

Gli operatori ora prevedono tagli di 45 punti base quest’anno, in calo rispetto agli oltre 160 punti base previsti all’inizio dell’anno. Secondo il FedWatch Tool del CME, i mercati stanno ora scontando settembre, anziché giugno, come punto di partenza per allentare la politica monetaria.

“Non c’è alcuna urgenza di tagliare i tassi di interesse statunitensi”, ha detto lunedì Mary Daly, presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, con l’economia e il mercato del lavoro forti e l’inflazione ancora al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2%.

Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni era al 4,612% nelle ore asiatiche, dopo essere salito al massimo di cinque mesi del 4,663% lunedì. I rendimenti elevati hanno rafforzato il dollaro e mantenuto lo yen vicino ai minimi di 34 anni su cui era rimasto radicato negli ultimi giorni.

L’indice del dollaro, che misura la valuta statunitense rispetto a sei rivali, ha toccato il massimo di cinque mesi e mezzo di 106,39 all’inizio della sessione e viaggia sui 106,18 mentre si scrive.

2. Cina

Una serie di indicatori economici cinesi hanno mostrato che la ripresa economica della nazione rimane irregolare. Sebbene i dati sul Pil siano stati un segnale positivo per i politici, altri risultati tra cui investimenti immobiliari, vendite al dettaglio e produzione industriale, hanno mostrato che la domanda rimane debole, pesando sul sentiment degli investitori.

“I dati cinesi sembrano essere forti in prima pagina, ma i dettagli sono deboli”, ha affermato Charu Chanana, responsabile della strategia valutaria presso Saxo Markets a Singapore. “Ciò suggerirebbe che l’economia ha bisogno di maggiore sostegno e che i mercati continueranno a posizionarsi per uno yuan debole”.

Nel dettaglio, il prodotto interno lordo nel periodo gennaio-marzo è cresciuto del 5,3% rispetto a un anno fa, più velocemente dell’espansione del 5,2% nel quarto trimestre del 2023 e della crescita del 4,6% prevista dagli economisti intervistati da Reuters. Tuttavia, la produzione industriale di marzo è salita del 4,5% su base annua, deludendo le aspettative del 6%. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,1% su base annua, inferiore alle aspettative del 4,6%.

Il settore immobiliare cinese in difficoltà ha continuato a mostrare debolezza, con gli investimenti immobiliari in calo del 9,5% su base annua nel primo trimestre.

3. Guerra Israele-Iran

Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno tenuto sotto controllo la propensione al rischio, facendo salire i prezzi dell’oro e del petrolio.

Lunedì Netanyahu ha convocato il suo gabinetto di guerra per la seconda volta in meno di 24 ore per valutare una risposta all’attacco missilistico e di droni iraniano del fine settimana, ha detto una fonte governativa. Il capo di stato maggiore militare Herzi Halevi ha detto che Israele risponderà. Non ha fornito dettagli, stando a quanto si legge su Reuters.

La prospettiva di una ritorsione israeliana ha allarmato molti iraniani che già stavano sopportando difficoltà economiche e controlli sociali e politici più severi dopo le proteste del 2022-23. L’Iran ha lanciato l’attacco per rispondere all’offensiva aerea israeliano del 1° aprile sul complesso della sua ambasciata a Damasco, e ha segnalato che non cercherà un’ulteriore escalation.

“Non vogliamo vedere una guerra con l’Iran. Non vogliamo vedere un conflitto regionale”, ha detto il portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Kirby in un briefing, aggiungendo che spetta a Israele decidere se e come rispondere. I toni delle potenze mondiali sono comunque molto prudenti.

Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, in un incontro lunedì con le controparti in Medio Oriente ed Europa, ha affermato che “mentre gli Stati Uniti non cercheranno un’escalation, continueremo a difendere Israele e il personale americano”, ha affermato il Pentagono.

La Russia si è astenuta dal criticare pubblicamente il suo alleato Iran, ma ha anche invitato alla moderazione. “Un’ulteriore escalation non è nell’interesse di nessuno”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

La Cina ha affermato di ritenere che l’Iran potrebbe “gestire bene la situazione e risparmiare alla regione ulteriori disordini” salvaguardando al contempo la sua sovranità e dignità.

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