Ecco come hanno fatto queste aziende a passare dalla vendita di carta igienica a cellulari o dalla produzione di telai per la tessitura a quella di automobili.
Tutti conosciamo nomi come Nokia, Toyota o Nintendo per quello che rappresentano oggi: giganti della tecnologia, dell’automotive e del mondo videoludico. Ma pochi immaginano da dove siano realmente partite. Alcune producevano carta igienica, altre costruivano trattori, telai o vendevano semplici candele.
Eppure, proprio partendo da attività lontanissime dal loro business attuale, queste aziende sono riuscite a reinventarsi, spesso per necessità più che per scelta. E il successo, in molti casi, è nato da svolte inattese.
Ecco 10 storie che lo dimostrano.
1) Nokia, dalla carta igienica al cellulare
Oggi pensare a Nokia fa pensare ai mitici telefoni indistruttibili e a Snake. Ma agli inizi, nel 1865, l’azienda finlandese era tutt’altro: una cartiera, nata lungo il fiume Nokianvirta. Produceva di tutto, anche carta igienica. Con il tempo, Nokia ha diversificato più volte il suo business, prima gomma, poi cavi elettrici, infine elettronica. La svolta arrivò nel 1981 quando puntò sulla telefonia mobile, acquisendo Mobira. Da lì in poi, Nokia ha fatto la storia, fino all’arrivo dell’iPhone. Oggi è tornata alle origini tecnologiche, occupandosi di infrastrutture di rete. L’azienda è quotata al New York Stock Exchange, con il simbolo NOK.
2) LG, dalle creme alle TV
Oggi LG è un colosso dell’elettronica di consumo, che produce e vende schermi ultra-HD, smartphone e frigoriferi intelligenti. Ma nel 1947, l’azienda coreana fondata da Koo In-Hwoi produceva creme viso e dentifrici. Dopo la guerra, in un Paese in piena rinascita, la Lak-Hui Chemical Industrial Corp virò sull’elettronica. Così LG (Lucky e Goldstar) iniziò a produrre radio, ventilatori e TV, fino a diventare uno dei principali attori dell’hi-tech globale. LG è quotata al Korea Exchange.
3) Nintendo, dalle carte da gioco al Game Boy
Nintendo oggi è sinonimo di videogiochi. Tutti conoscono Super Mario, Zelda, il Game Boy, la Switch. Ma quando nacque a Kyoto nel 1889, per mano di Fusajiro Yamauchi, realizzava a mano carte da gioco tradizionali, le “Hanafuda”, usate spesso per il gioco d’azzardo. Per decenni Nintendo restò ancorata al gioco “analogico”, esplorando anche settori curiosi: taxi, hotel a ore, riso istantaneo. Poi, negli anni ’70, l’approdo ai giochi elettronici segnò l’inizio di una nuova era. Da lì, il successo non si è più fermato. Nintento è quotata al Tokyo Stock Exchange.
4) Colgate
Colgate oggi è sinonimo di igiene orale, ma le sue origini sono ben diverse. Tutto cominciò nel 1806, quando William Colgate aprì una piccola bottega a New York vendendo sapone, candele e altri beni di uso quotidiano. La prima pasta dentifricia arrivò nel 1873, ma fu l’introduzione del tubetto, nel 1896, a cambiare tutto. Da quel momento, l’azienda è cresciuta costantemente fino a diventare uno dei marchi più presenti al mondo, con prodotti venduti in oltre 200 Paesi. È presente a Wall Street con il simbolo CL (NYSE).
5) Tiffany & Co., dalle penne ai diamanti
Tiffany è il noto brand del lusso, spesso tappa obbligata per ogni proposta di matrimonio che si rispetti. Ma all’inizio vendeva tutt’altro. Quando Charles Lewis Tiffany aprì il suo negozio a New York nel 1837, sugli scaffali c’erano articoli da scrivania e oggetti regalo. Il successo arrivò quando l’azienda iniziò a vendere argenteria e, in seguito, gioielli di pregio. Nel 1848, Tiffany acquistò diamanti europei a basso costo, rivendendoli con grande successo negli Stati Uniti. Da quel momento il cofanetto azzurro è diventato un simbolo delle occasioni speciali. TIF è quotata al New York Stock Exchange.
6) Lamborghini
Ferruccio Lamborghini non aveva in mente di costruire supercar futuristiche, almeno all’inizio. Dopo la Seconda guerra mondiale fondò un’azienda di trattori, utilizzando parti di mezzi militari dismessi. La svolta arriva quasi per caso, dopo una discussione accesa con Enzo Ferrari. Lamborghini, cliente Ferrari, si lamentò di alcuni problemi tecnici sulla sua auto e ricevette in cambio una risposta sprezzante: “Tu pensa ai trattori”. Con l’orgoglio ferito, Lamborghini decise di mettersi in proprio e costruire un’auto sportiva che potesse battere le Ferrari. Nel 1963 nacque la prima Lamborghini GT. Il resto è leggenda su quattro ruote. Sebbene l’azienda non sia quotata direttamente, fa parte del gruppo Audi-Volswagen.
7) Piaggio
Quando si parla di Piaggio, si pensa subito alla Vespa, icona di stile su due ruote. Ma prima di diventare un simbolo del Made in Italy, la storia dell’azienda è passata per secoli di trasformazioni. Nata nel 1882 a Genova come falegnameria, Piaggio produceva arredamenti e lavorazioni artigianali di pregio. Durante la Prima guerra mondiale, passò a produrre motoscafi e idrovolanti, poi si espanse nel settore ferroviario e infine, durante la Seconda guerra mondiale, diventò un punto di riferimento nella costruzione di aerei militari. Alla fine del conflitto, in un’Italia devastata, Piaggio si ritrovò con stabilimenti bombardati, magazzini pieni di rottami e centinaia di ingegneri senza progetti. Ma è proprio in quel caos che nacque la Vespa, un mezzo semplice, economico e adatto a un Paese povero ma pieno di voglia di ricominciare. Piaggio è quotata su Borsa Italiana.
8) Samsung
Samsung nasce nel 1938 in Corea del Sud come piccolo negozio di alimentari. Qui Lee Byung-chul vendeva riso, pesce secco, noodles e frutta. Poi seguendo i grandi cambiamenti sociali ed economici del Paese, Samsung iniziò a diversificare. Prima nel tessile, poi nella produzione di zucchero e fertilizzanti, infine nelle assicurazioni e nell’edilizia. È solo negli anni ’60 e ’70 che l’azienda entra nell’elettronica e fonda Samsung Electronics. Da quel momento è una scalata inarrestabile, che la porta a essere uno dei protagonisti della rivoluzione digitale del XXI secolo. Samsung è quotata al Korea Exchange.
9) Sony
Il primo prodotto della futura Sony fu un vero fallimento. Si trattava di un cuociriso elettrico che funzionava a malapena e spesso bruciava il riso invece di cuocerlo. Era il 1946, il Giappone usciva da una guerra devastante e, in quel contesto difficile, Masaru Ibuka e Akio Morita fondarono la Tokyo Tsushin Kogyo, un piccolo laboratorio di riparazioni radio e sperimentazione elettronica. Dopo il flop del primo esperimento, arrivò un primo successo con la creazione della prima radio a transistor giapponese. Nel 1958 l’azienda cambiò nome in “Sony”, che unisce la parola latina sonus (suono) e sonny, che in slang americano significa “ragazzo”. Un nome facile da ricordare e che accompagna il successo internazionale del leggendario Walkman e della PlayStation. Sony è quotata al TSE (Tokyo Stock Exchange).
10) Toyota
Toyota è oggi tra i più grandi costruttori di automobili al mondo, ma non tutti sanno che le sue radici affondano nel tessile. Era il 1926 quando Sakichi Toyoda, un inventore appassionato, fondò un’industria per la produzione di telai tessili automatici. Fu però il figlio Kiichiro a convincere il padre a finanziare una divisione automobilistica. Nonostante la crisi economica globale, Toyota inizia a costruire le prime auto e camion. Durante la guerra si specializzò nella produzione militare, ma il boom arrivò nel dopoguerra, grazie al sistema di produzione “lean”, diventato poi un modello per tutto il mondo. Toyota è quotata al TSE (Tokyo Stock Exchange).
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