Questa società italiana vuole acquistare il portale internet di Yahoo per $1,4 miliardi

Giorgia Paccione

3 Ottobre 2025 - 10:22

Bending Spoons, l’unicorno tech milanese, è in trattative avanzate per rilevare AOL da Yahoo in un’operazione che segnerebbe un nuovo capitolo per l’icona degli anni Novanta del web.

Questa società italiana vuole acquistare il portale internet di Yahoo per $1,4 miliardi

L’unicorno italiano Bending Spoons non si ferma più. Dopo aver annunciato meno di un mese fa l’acquisizione di Vimeo per 1,38 miliardi di dollari, la società milanese sarebbe ora in trattative avanzate con Yahoo per acquistare AOL, uno dei nomi più riconoscibili della prima era di internet.

L’operazione, secondo quanto riportato da Reuters, avrebbe un valore di circa 1,4 miliardi di dollari.

Le discussioni sarebbero in fase avanzata, ma le fonti avvertono che non è ancora stato firmato alcun accordo definitivo. Sia Bending Spoons che Apollo Global Management, il fondo di private equity proprietario di Yahoo, hanno declinato ogni commento.

Se l’operazione andasse in porto, rappresenterebbe l’ennesimo colpo di un’azienda italiana che sta ridisegnando il panorama tecnologico europeo, dimostrando una capacità di esecuzione e una forza finanziaria raramente vista nel nostro Paese. Yahoo, che acquisì AOL come parte dell’acquisto da Verizon nel 2021 per 5 miliardi di dollari (Apollo detiene una quota del 90%), si troverebbe così a cedere uno dei nomi più iconici della storia del web.

La rilevanza storica e strategica di AOL

AOL, originariamente nota come “America Online”, è stata una delle primissime società a portare internet nelle case degli americani durante gli anni Novanta. Il suo celebre messaggio “You’ve got mail” è entrato nell’immaginario collettivo di un’intera generazione.

Il momento di massimo splendore arrivò nel 2000, quando AOL si fuse con Time Warner in quella che all’epoca fu la più grande fusione della storia: un’operazione da 165 miliardi di dollari che avrebbe dovuto dar vita a un gigante multimediale globale. Tuttavia, il sogno si trasformò rapidamente in un incubo. Lo scoppio della bolla delle dot-com pochi mesi dopo la fusione, l’incapacità di AOL di raggiungere gli obiettivi di fatturato promessi e la rapida diffusione della banda larga che rese obsoleti molti dei suoi servizi, trasformarono quella che doveva essere l’operazione del secolo in uno dei più grandi fallimenti aziendali della storia moderna.

La parabola discendente portò alla separazione da Time Warner nel 2009, quando AOL tornò ad essere una società indipendente. Nel 2015 Verizon la acquistò per 4,4 miliardi di dollari, seguita l’anno successivo dall’acquisizione di Yahoo per 4,8 miliardi. Le due entità furono fuse in Oath, poi ribattezzata Verizon Media, prima di passare nel 2021 ad Apollo Global Management, che restituì al gruppo il nome Yahoo.

Oggi AOL genera ricavi principalmente attraverso la pubblicità e servizi in abbonamento come LifeLock per la protezione contro il furto d’identità, LastPass per la gestione delle password e McAfee Multi Access per la protezione da malware. Secondo una fonte citata da Reuters, il traffico sul sito web di AOL è cresciuto del 20% anno su anno nella fascia d’età tra i 25 e i 54 anni, superando la crescita registrata tra gli utenti over 55, tradizionalmente il suo pubblico principale.

Le acquisizioni e i numeri di Bending Spoons

La possibile acquisizione di AOL si inserisce perfettamente nella strategia che ha reso Bending Spoons uno dei casi di successo più interessanti del panorama tecnologico europeo. Fondata a Milano nel 2013, l’azienda ha costruito il suo impero seguendo un modello ben preciso: acquisire società tecnologiche in difficoltà e rilanciarle attraverso ottimizzazioni operative e nuove strategie.

Il portafoglio di acquisizioni di Bending Spoons è infatti notevole. L’azienda ha rilevato Evernote, l’app per prendere appunti che aveva perso smalto negli ultimi anni, Hopin insieme alle sue controllate StreamYard, Streamable e Superwave, la piattaforma di pubblicazione digitale Issuu e, lo scorso anno, il servizio di condivisione file WeTransfer. Quest’ultima acquisizione ha fatto particolare rumore anche per i massicci licenziamenti che l’hanno seguita, che hanno portato a una riduzione del personale del 75%.

Nel 2024 l’azienda ha chiuso con un fatturato di 622 milioni di euro, in crescita del 72,5% rispetto all’anno precedente. Ancora più impressionante è il margine EBITDA al 50,6%. Con l’ultimo round di finanziamento del febbraio 2024, Bending Spoons ha raggiunto una valutazione di 2,55 miliardi di dollari, confermandosi come uno dei rarissimi unicorni italiani nel settore tecnologico.

Le applicazioni sviluppate o acquisite da Bending Spoons contano complessivamente 300 milioni di utenti mensili attivi. L’azienda è diventata nota anche al grande pubblico italiano quando ha sviluppato gratuitamente per il governo l’app Immuni, utilizzata durante la pandemia per tracciare i contagi da Covid-19.

Gli analisti finanziari vedono in Bending Spoons un potenziale candidato per una quotazione in borsa negli Stati Uniti. Il CEO Luca Ferrari, che ha co-fondato l’azienda nel 2013, ha dichiarato in passato a Reuters che non ci sono piani fermi per un’IPO, ma che l’azienda sta lavorando per essere pronta quando arriverà il momento giusto.

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