Alla fine degli anni ’90 Apple era sull’orlo del fallimento, ma l’accordo con Bill Gates e Microsoft segnò l’inizio di una storica rinascita guidata da Steve Jobs. Ecco cosa accadde.
Nell’estate del 1997, la perdite di Apple superavano il miliardo di dollari e la storica azienda di Cupertino era vicinissima alla bancarotta. Fu allora che Steve Jobs, co-fondatore e anima visionaria della società decise di rivolgersi al suo storico rivale Bill Gates, fondatore di Microsoft. Una mossa che all’epoca apparve quasi sacrilega agli occhi dei fedelissimi della Mela, ma che si rivelò fondamentale per la sua sopravvivenza.
Gates accettò di investire 150 milioni di dollari in azioni Apple senza diritto di voto e di garantire il supporto di Microsoft Office per Mac per almeno cinque anni. L’annuncio, dato dallo stesso Jobs durante il MacWorld Expo di Boston, fu accompagnato dalla storica apparizione di Gates in collegamento satellitare, accolta da una platea divisa tra stupore e fischi. Ma cosa accadde veramente? Ecco i retroscena e i risvolti dell’accordo.
Cosa prevedeva l’accordo tra Bill Gates e Steve Jobs per salvare Apple?
Per comprendere la portata dell’accordo, bisogna tornare agli anni Novanta quando, dopo l’uscita di Jobs nel 1985, Apple aveva perso slancio e identità, mentre Microsoft continuava ad affermare la propria posizione di dominio nel mercato dei sistemi operativi e delle applicazioni per ufficio.
In quel periodo, la gestione di Apple passò di mano in mano, senza riuscire però a invertire la rotta. La concorrenza dei PC unita alla mancanza di una chiara strategia e al fallimento di diversi prodotti portarono l’azienda a un passo dal tracollo. Il ritorno di Jobs impose tagli drastici, ridusse il numero di progetti e cercò alleanze strategiche. Ma la vera svolta arrivò quando decise di seppellire l’ascia di guerra con Microsoft e accettare l’aiuto di Bill Gates.
L’accordo prevedeva non solo l’investimento finanziario, ma anche la fine delle dispute legali tra le due aziende, uno scambio di licenze sui brevetti per cinque anni e l’adozione temporanea di Internet Explorer come browser predefinito sui Mac. In cambio, Microsoft ottenne la possibilità di continuare a sviluppare Office per Mac, mantenendo così una posizione di forza anche nell’ecosistema Apple.
Il 6 agosto 1997, durante il MacWorld Expo di Boston, Steve Jobs annunciò pubblicamente l’accordo con Microsoft. Sul grande schermo, Bill Gates apparve in collegamento video, in una scena che sarebbe diventata iconica. La sala reagì con sorpresa, tra fischi e applausi, ma Jobs lanciò un messaggio forte: “Per Apple vincere non significa che Microsoft debba perdere”.
La rinascita di Apple e il rapporto tra Jobs e Gates
L’accordo tra Apple e Microsoft segnò la fine di una stagione di scontri e l’inizio di una collaborazione pragmatica. Nei mesi successivi, Jobs guidò la trasformazione dell’azienda. Furono lanciati nuovi prodotti come l’iMac, vennero rivoluzionati design e marketing, e Apple tornò rapidamente in utile. Nel giro di pochi anni, la società sarebbe diventata uno dei colossi più innovativi e profittevoli al mondo.
Anche il rapporto personale tra Jobs e Gates cambiò profondamente. Da rivali implacabili, i due imprenditori svilupparono un rispetto reciproco che si sarebbe consolidato negli anni. In occasione della conferenza D5 del 2007, Jobs dichiarò: “Apple era molto debole e così ho chiamato Bill e abbiamo cercato di sistemare le cose”. Gates, dal canto suo, ricordò con emozione la visita a Jobs poco prima della sua morte, sottolineando come entrambi fossero cresciuti insieme, “ingenui e ottimisti”, costruendo aziende che avrebbero cambiato il mondo.
La vicenda del salvataggio di Apple da parte di Bill Gates resta infatti ancora oggi uno degli episodi più emblematici della storia dell’innovazione, oltre che una delle più grandi rinascite industriali della storia moderna.
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