Il patrimonio di Elly Schlein, ecco quanto guadagna la leader del PD

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2 Dicembre 2025 - 16:03

La biografia, il patrimonio e le dichiarazioni dei redditi di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico e antagonista politica della premier Meloni

Il patrimonio di Elly Schlein, ecco quanto guadagna la leader del PD

Quanto guadagna Elly Schlein? Da quando ha conquistato la guida del Partito Democratico, diventando la prima donna eletta segretaria dai circoli e dagli elettori delle primarie, l’attenzione su di lei non riguarda solo la dimensione politica, ma anche quella personale ed economica.

Nel corso del 2024 e nei primi mesi del 2025, la leader dem ha dovuto gestire un partito in ripresa dopo anni difficili, segnando risultati solidi sia alle europee sia alle amministrative e consolidando il suo ruolo di figura centrale dell’opposizione alla premier Giorgia Meloni. In un’Italia politicamente polarizzata, Schlein rappresenta per molti l’idea di una sinistra progressista, femminista ed ecologista. È in questo contesto che interrogativi su reddito, origini familiari e patrimonio tornano alla ribalta, spesso confusi con narrazioni semplificate, e altre volte usati come strumenti di contrapposizione politica.

Ciò che è certo è che la sua storia personale, professionale e politica è ricca di passaggi cruciali e di svolte significative, dalle esperienze internazionali alla scelta di rientrare in Italia per costruire una carriera istituzionale. E per comprenderla davvero è utile ripercorrere questa traiettoria, analizzandone le tappe principali e arrivando poi ai dati concreti sulle sue dichiarazioni dei redditi, disponibili pubblicamente attraverso i portali istituzionali come la Camera dei Deputati e l’Anagrafe patrimoniale del Parlamento.

Vediamo allora la biografia di Elly Schlein, dando uno sguardo anche allo stipendio percepito in quanto deputata, ai suoi guadagni precedenti e alla sua ultima dichiarazione dei redditi.

Biografia e carriera di Elly Schlein

Elly Schlein nasce a Lugano nel 1985, al confine tra due culture e due identità che hanno inciso profondamente sul suo percorso. La madre, Maria Paola Viviani, è una stimata professoressa ordinaria di Diritto pubblico all’Università di Insubria, un punto di riferimento nel suo settore e parte di una tradizione familiare di forte impegno civile. Il padre, Melvin Schlein, politologo statunitense, ha insegnato a lungo all’Università della Svizzera Italiana, contribuendo con la sua visione internazionale alla formazione culturale dei figli. Nel suo albero genealogico compare una figura particolarmente significativa: l’avvocato Agostino Viviani, antifascista, membro del CLN, senatore del Partito Socialista Italiano e presidente della Commissione Giustizia del Senato. Una presenza che racconta molto della sensibilità politica con cui Elly è cresciuta.

Dopo la maturità decide di trasferirsi a Bologna, città che segnerà una svolta decisiva. Qui si iscrive a Giurisprudenza e comincia a impegnarsi attivamente nella rappresentanza studentesca, entrando progressivamente nei movimenti che, in quegli anni, animavano il dibattito pubblico. Nel 2008 vive un’esperienza destinata a diventare identitaria: vola negli Stati Uniti per unirsi come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama, una palestra politica dove apprende metodi, linguaggi e un modello di partecipazione che influenzerà profondamente il suo stile comunicativo.

Al rientro in Italia, dopo una breve parentesi come giornalista, entra ufficialmente nel Partito Democratico nel 2013, diventando uno dei volti più riconoscibili di OccupyPD, il movimento interno composto da giovani militanti critici verso alcune scelte del partito. La sua popolarità cresce rapidamente, tanto da portarla alla candidatura alle elezioni europee del 2014, dove conquista oltre 53.000 preferenze - un risultato all’epoca sorprendente per una giovane di 29 anni praticamente sconosciuta al grande pubblico.

A Bruxelles si dedica con determinazione ai temi che diventeranno il suo marchio politico: diritti, immigrazione, giustizia fiscale, conversione ecologica, lotta alla corruzione e alle mafie. Nonostante il successo ottenuto, nel 2015 lascia il PD in polemica con la linea politica di Matteo Renzi, inaugurando una fase nuova della sua attività pubblica.

Il riavvicinamento arriverà solo nel 2020, quando si candida alle regionali in Emilia-Romagna accanto a Stefano Bonaccini. Ottiene 22.098 preferenze, diventa vicepresidente della Regione con delega al Welfare e si fa conoscere per uno stile amministrativo pragmatico e diretto. Rimane in carica fino al 2022, quando viene eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati, aprendo la strada alla sua fase più nota: la candidatura alle primarie del 26 febbraio 2023. Una sfida che la vede opposta proprio a Bonaccini, ma che vince ribaltando tutti i pronostici e conquistando il 53,8% dei voti degli iscritti e degli elettori.

Da allora, Schlein ha consolidato la sua leadership, guidando il partito a un significativo 24% alle elezioni europee e portando il PD a successi locali nelle amministrative e nelle regionali, riaffermandone il ruolo di perno del centrosinistra. In vista delle prossime politiche, il suo compito più complesso resta definire la coalizione alternativa alla maggioranza guidata da Giorgia Meloni, confermando un ruolo centrale nelle dinamiche della politica italiana contemporanea.

Elly Schlein è milionaria? Le origini e la famiglia della leader del PD

L’idea che Elly Schlein provenga da una famiglia “ricca” o addirittura “milionaria” è uno degli argomenti che più spesso rimbalza nel dibattito pubblico, complici le origini internazionali, la carriera accademica dei genitori e la figura di spicco del nonno Agostino Viviani. Tuttavia, come spesso accade, tra percezione e realtà esiste una distanza significativa.

La famiglia Schlein-Viviani appartiene a un ambiente culturale e professionale di alto profilo, in cui istruzione, ricerca e impegno civile hanno sempre avuto un ruolo centrale. Il padre è un accademico americano, la madre una docente universitaria italiana: professioni solide, certamente riconosciute, ma non assimilabili ai patrimoni milionari che circolano talvolta nelle narrazioni più semplificate. L’eredità più forte trasmessa a Elly non è economica ma semmai valoriale, alimentata dal percorso civile del nonno antifascista e dal contesto cosmopolita in cui è cresciuta.

Il fatto che sia nata a Lugano, città svizzera nota per il suo benessere, contribuisce a consolidare l’equivoco. Ma la realtà è che la sua infanzia si è svolta in un ambiente familiare borghese, non elitario.

L’immagine di Schlein come “milionaria di nascita” sembra quindi più un riflesso delle dinamiche della comunicazione politica che una realtà documentata. L’ambiente familiare è certamente colto, stabile e privilegiato sotto il profilo culturale, ma non riconducibile alla categoria dei grandi patrimoni da cui talvolta si pensa anche Schlein possa provenire.

Patrimonio e reddito di Elly Schlein: ecco quanto guadagna

Per comprendere quanto guadagni realmente la segretaria del Partito Democratico è sufficiente consultare le sue dichiarazioni ufficiali disponibili sui portali della Camera dei Deputati. Qui sono riportati reddito annuo, incarichi e le condizioni patrimoniali aggiornate, permettendo di ricostruire con precisione le cifre degli ultimi anni.

In qualità di deputata, Elly Schlein percepisce un’indennità netta di circa 5.000 euro al mese, cui si aggiunge la diaria pari a 3.503,11 euro destinata alle spese di soggiorno e un rimborso per le attività legate al mandato di 3.690 euro mensili. A queste voci si sommano 1.200 euro annui per i rimborsi telefonici e una quota trimestrale destinata ai trasporti che varia tra 3.323,70 e 3.995,10 euro.

Senza considerare le indennità di funzione, la cifra mensile complessiva si attesta intorno ai 13.971,35 euro, come previsto dalle norme in vigore per tutti i deputati.

Durante il periodo da europarlamentare, la retribuzione era più elevata: tra i 16.000 e i 19.000 euro al mese, a seconda della partecipazione alle sedute, in linea con quanto stabilito dal Parlamento Europeo. Si tratta di importi standard, identici per tutti gli eurodeputati e regolati da disposizioni precise.

Per quanto riguarda invece le dichiarazioni dei redditi, i dati mostrano una crescita costante legata ai diversi incarichi istituzionali. Nella dichiarazione 2022, relativa all’anno d’imposta 2021, quando ricopriva il ruolo di vicepresidente dell’Emilia-Romagna, il reddito complessivo era pari a 88.000 euro. La dichiarazione 2023, riferita al 2022, indica un reddito salito a 94.725 euro, mentre nella dichiarazione 2024 - relativa al 2023, anno del suo insediamento alla guida del PD - la cifra raggiunge 98.471 euro.

Il reddito dichiarato nel 2025 (relativo all’anno di imposta 2024) è lo stesso della scorsa annata: 98.471 euro totali. Una cifra che non la posizionano nemmeno tra i primi 30 politici del nostro Paese.

Nessuno di questi dati suggerisce patrimoni ingenti, ma semplicemente stipendi che riflettono le funzioni pubbliche esercitate. Inoltre, come ogni parlamentare, Schlein avrà diritto all’assegno di fine mandato, pari all’80% dell’indennità mensile lorda moltiplicato per gli anni effettivi di servizio, un trattamento identico per tutti i deputati e senatori della Repubblica.

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