Quanto costa versare i contributi al dipendente?

Paolo Ballanti

18/05/2022

25/10/2022 - 12:00

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Facciamo chiarezza su come si calcolano e a quanto ammontano i contributi da versare per i dipendenti e se esistono bonus e sgravi che abbattono i costi per il datore di lavoro

Quanto costa versare i contributi al dipendente?

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) si preoccupa di erogare ai lavoratori dipendenti una serie di prestazioni economiche, a fronte di eventi che gli impediscono di prestare l’attività e, di conseguenza, non sono retribuiti dall’azienda.

Si pensi, ad esempio, all’indennità di malattia, erogata dall’Inps nei casi in cui il lavoratore, per un evento morboso, non è in grado di lavorare e pertanto di ricevere la retribuzione. Senza dimenticare la maternità o l’esigenza di assentarsi per prestare assistenza al familiare disabile (è il caso dei permessi previsti dalla Legge numero 104/1992).

Per finanziare le prestazioni dell’Istituto, i datori di lavoro e i dipendenti sono tenuti a versare appositi contributi, calcolati applicando un’aliquota percentuale a un determinato importo (cosiddetta «retribuzione imponibile Inps»), rappresentato dal totale dei compensi riconosciuti nei singoli periodi di paga.

Analizziamo in dettaglio quanto costa versare i contributi al dipendente e come calcolarne l’importo.

Chi si fa carico dei contributi previdenziali?

I contributi Inps sono in parte a carico dell’azienda e, in misura inferiore, in capo al dipendente. Con la differenza che:

  • il datore di lavoro calcola i contributi e li versa con modello F24;
  • i contributi a carico del lavoratore gli vengono trattenuti direttamente in busta paga, salvo poi essere pagati all’Inps dall’azienda insieme a quelli conto ditta.

Pertanto, gli importi a titolo di contributi Inps in F24 saranno la somma di: contributi carico azienda + contributi carico dipendente (già trattenuti in busta paga).

A quanto ammontano i contributi?

Il calcolo dei contributi previdenziali prevede l’applicazione di un’aliquota percentuale sulla cosiddetta «retribuzione imponibile Inps».

L’aliquota è differente in base al settore di appartenenza, alle dimensioni dell’azienda e alla qualifica del dipendente / tipo di contratto (operaio, impiegato, dirigente o apprendista).

Sotto il primo aspetto le aziende, nei loro rapporti con l’Inps, vengono distinte, secondo l’attività svolta, in sei settori:

  • Industria;
  • Artigianato;
  • Terziario;
  • Agricoltura;
  • Credito, assicurazioni e tributi;
  • Attività varie.

Così una realtà appartenente al settore industria con un numero di dipendenti superiore a 50, applicherà sulla retribuzione imponibile di un operaio, un’aliquota complessiva pari al 41,07%, di cui:

  • 9,49% a carico del lavoratore;
  • 31,58% a carico azienda.

Al contrario, per un impiegato della stessa realtà l’aliquota corrisponderà al 38,85% di cui:

  • 9,49% carico dipendente;
  • 29,36% carico azienda.

Come si calcola la retribuzione imponibile Inps?

La retribuzione imponibile Inps rappresenta l’importo su cui si calcolano i contributi, tanto per la parte a carico dipendente quanto per quella in capo all’azienda.

Per determinare la retribuzione si considerano tutte le somme e i valori a qualunque titolo percepiti nel periodo di riferimento (di norma, il mese), anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro e al lordo delle ritenute.

Eccezion fatta per gli importi totalmente o parzialmente esclusi, la retribuzione imponibile è pari ai compensi lordi riconosciuti nel singolo mese di paga ed è, in ogni caso, indicata all’interno del cedolino con una voce ad hoc.

Di norma, il valore imponibile ai fini Inps è ospitato nella parte «bassa» del cedolino paga, insieme ai calcoli sulla tassazione Irpef, sul Tfr maturato e su ferie e permessi residui.

Come si calcolano i contributi?

Una volta individuata l’aliquota percentuale e la retribuzione imponibile, non resta che applicare la prima sulla seconda, per ottenere così quanti contributi deve pagare l’azienda all’Inps.

Ipotizzando che:

  • La retribuzione imponibile corrisponda a 1.820,00 euro;
  • L’aliquota percentuale per un operaio di un’azienda settore industria tra i 15 e i 50 dipendenti, sia pari al 38,55% di cui 9,49% a carico del lavoratore;

i contributi saranno:

1.820,00 * 29,06% = 528,89 euro (contributi conto azienda);
1.820,00 * 9,49% = 172,72 euro (contributi carico dipendente).

Pertanto, l’importo da versare con F24 sarà di 701,61 euro anche se la parte che rappresenta effettivamente un costo per il datore di lavoro saranno i 528,89 euro, mentre i 172,72 euro sono stati trattenuti al dipendente in busta paga.

Come risparmiare sui contributi da versare?

Con il preciso scopo di ridurre i costi dei lavoratori dipendenti e incentivare così le imprese ad assumere, nell’ordinamento italiano sono state previste numerose agevolazioni contributive.

Queste hanno la funzione di abbattere al 100%, o ridurre, i contributi Inps a carico del datore di lavoro che assume (o trasforma a tempo indeterminato) determinate categorie di lavoratori, come:

  • Sostituti di dipendenti in maternità (riduzione contributi Inps carico ditta al 50%);
  • Under 36 (100% dei contributi Inps carico ditta, nel limite massimo di 6 mila euro annui per lavoratore);
  • Lavoratori precari con figli minori (5 mila euro di sgravio per ogni assunzione, nel limite di 5 assunzioni per singola impresa);
  • Studenti (riduzione dei contributi nel limite massimo di 3 mila euro annui per lavoratore);
  • Lavoratori con almeno 50 anni di età e disoccupati da oltre 12 mesi (50% dei contributi a carico del datore di lavoro);
  • Donne di qualsiasi età in condizioni di difficoltà occupazionale (esonero totale dal versamento dei contributi carico azienda sino al limite di 6 mila euro annui);
  • Beneficiari dell’indennità di disoccupazione NASpI (contributo pari al 20% dell’indennità mensile residua che sarebbe spettata al lavoratore);
  • Beneficiari del Reddito di Cittadinanza (sgravio corrispondente alla quota mensile di Reddito percepita dal lavoratore all’atto dell’assunzione, nel rispetto di un tetto massimo di 390 o 780 euro mensili);
  • Lavoratori in Cassa integrazione guadagni straordinaria (riduzione dei contributi Inps carico azienda, variabile in base alla condizione soggettiva del neo assunto).

Esistono altri costi per versare i contributi?

Oltre ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, questi deve farsi carico anche del costo del professionista (ad esempio consulente del lavoro o commercialista) incaricato di occuparsi dell’elaborazione delle paghe, tra cui la predisposizione del modello F24.

Fanno eccezione le ipotesi in cui queste attività sono affidate ai dipendenti dell’azienda stessa, di norma l’ufficio risorse umane. In tal caso ai contributi Inps si aggiunge il costo del personale incaricato dell’elaborazione presenze e cedolini.

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