Quanto chiedere di stipendio a un colloquio di lavoro?

Simone Micocci

5 Giugno 2025 - 11:00

Ecco come capire quanto chiedere di stipendio a un colloquio di lavoro per una retribuzione giusta secondo la legge.

Quanto chiedere di stipendio a un colloquio di lavoro?

Il colloquio di lavoro non serve soltanto all’azienda per valutare i candidati, ma anche agli aspiranti lavoratori per comprendere se la posizione faccia al caso loro.

Le parti sono chiamate a determinare il valore della prestazione lavorativa, ovviamente affidandosi alle linee guida fissate dalla legge, in un compito molto delicato e da prospettive opposte. Naturalmente l’interesse del lavoratore punta alla cifra più alta possibile - e viceversa per il datore - ma ci sono ben altri parametri da prendere in considerazione.

Il lavoratore, in particolare, deve negoziare con capacità e sicurezza per ottenere un risultato soddisfacente e realistico, compatibile con il suo apporto professionale.

Capire su che cifre orientarsi, però, non è affatto semplice. Una richiesta troppo bassa è penalizzante, anche per una questione di immagine, come d’altronde una proposta sproporzionata. È necessario prepararsi adeguatamente e affrontare l’argomento consapevoli dei propri diritti.

Ecco come capire quanto chiedere di stipendio a un colloquio di lavoro.

Il minimo sotto a cui non si può scendere

La base di partenza per affrontare la discussione dello stipendio a un colloquio di lavoro è il minimo importo sotto cui non si può scendere.

Per molte categorie professionali questo elemento si può facilmente trarre dal Ccnl di riferimento, che prevede appunto la paga del personale sotto alla quale il datore di lavoro non può scendere, pur potendo concordare una retribuzione maggiore.

A tal proposito, si ricorda che il datore di lavoro può applicare il Ccnl che ritiene più adatto (purché corrispondente per settore e mansioni) tra quelli presenti, ma se è iscritto a un’associazione di categoria sarà vincolato all’applicazione del contratto sottoscritto dalla stessa. L’azienda deve inoltre rispettare correttamente le previsioni della contrattazione collettiva sull’inquadramento del dipendente, che non è discrezionale ma dipende dalla sua esperienza e dalle competenze.

In assenza di disposizioni dalla contrattazione collettiva non c’è un parametro altrettanto sicuro su cui fare affidamento, ma bisogna comunque ricordare che la Costituzione impone una paga dignitosa, proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro. Immaginando un impegno a tempo pieno, quindi, l’occupazione dovrebbe garantire il sostentamento del lavoratore.

Tenendo a mente questo concetto è possibile farsi un’idea piuttosto chiara della retribuzione minima da pretendere per un rapporto di lavoro, considerando che lo stesso principio viene utilizzato dai giudici. Nelle cause di lavoro, ovviamente, il tribunale ha strumenti ampi e differenti dal comune cittadino, che infatti non può imporre la propria richiesta al datore, ma può comprendere come e fino a che punto negoziare.

Quanto chiedere di stipendio

Appurato, anche fosse solo in linea generale, qual è il livello minimo di stipendio è possibile cominciare a interrogarsi sulle proprie esigenze. Lo stipendio richiesto non può corrispondere a una retribuzione ideale, bensì dovrebbe attenersi al concreto valore che si ritiene di apportare con la propria prestazione lavorativa.

Si può quindi cominciare facendo un’analisi della retribuzione media prevista per quell’impiego (principalmente in Italia) e selezionare gli elementi che potrebbero rappresentare un valore aggiunto. L’esperienza nel settore e i titoli professionali, oltre a quanto specificamente richiesto per la posizione, possono aiutare, ma anche conoscenze in campi affini potrebbero risultare interessanti.

Ovviamente non si deve attingere a tutto il repertorio professionale e formativo se riguarda aspetti non inerenti con la posizione lavorativa in questione, dovendo piuttosto scegliere quanto inerente e potenzialmente utile. La conoscenza di lingue straniere, come anche le competenze informatiche, sono di norma sempre appetibili, soprattutto se si tratta di una lingua poco comune o di programmi e software specifici che possano avere un interesse rispetto alle mansioni. In una certa misura anche le cosiddette soft skills, competenze personali e attitudinali, contribuiscono alla valutazione di un candidato. Naturalmente se ci sono richieste molto particolari, con pochi candidati in possesso dei requisiti, si può già considerare uno stipendio più alto rispetto alla media, senza doversi troppo concentrare su elementi ulteriori che aumentino la propria competitività.

Considerando questi elementi, lo stipendio medio e la condizione generale del personale che occupa posizioni analoghe si comprende meglio la possibilità di aumentare la propria richiesta.

Non bisogna inoltre trascurare l’aspetto della crescita stipendiale, come pure i trattamenti aggiuntivi rispetto alla retribuzione previsti dal welfare aziendale, che possono contribuire significativamente alla soddisfazione del lavoratore.

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