Quanti giorni dura l’elezione del presidente della Repubblica: tutti i precedenti

Stefano Rizzuti

25/01/2022

20/07/2022 - 15:12

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Dal 24 gennaio sono iniziate le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. Ma quanto tempo è servito in passato? Quanti scrutini e quanti giorni sono durate le precedenti elezioni?

Quanti giorni dura l’elezione del presidente della Repubblica: tutti i precedenti

L’elezione del nuovo presidente della Repubblica è iniziata tra trattative ancora all’inizio e schede bianche. Da lunedì 24 gennaio il Parlamento in seduta comune, con l’aggiunta dei delegati regionali, ha dato il via alla votazione per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale.

Il mandato di Mattarella terminerà il 3 febbraio 2022 e l’obiettivo del Parlamento è quello di avere un nuovo capo dello Stato entro quella data. Ma quanto tempo ci vuole per eleggere il nuovo inquilino del Colle? Le tempistiche possono variare in maniera sostanziale, come dimostrano i precedenti.

Per capire quanti giorni possa durare l’elezione del presidente della Repubblica proviamo ad andare a guardare tutti i precedenti dal 1946 a oggi: si va da un minimo di poche ore a un massimo di 15 giorni. Ricordiamo che le votazioni non avvengono necessariamente in giorni consecutivi ma è possibile prevedere qualche pausa. Nonostante questo è possibile farsi un’idea della durata delle elezioni del capo dello Stato.

Come funziona l’elezione del capo dello Stato nel 2022

Per capire quanto tempo ci potrebbe volere per raggiungere l’elezione del capo dello Stato quest’anno bisogna innanzitutto considerare alcuni elementi. A partire dal quorum: nelle prime tre votazioni bisogna raggiungere la maggioranza dei due terzi, ovvero 673 voti su 1009 elettori totali (i presidenti delle due Camere non partecipano alla votazione).

A partire dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta: 505 voti. Considerando le norme anti-Covid che si dovranno applicare quest’anno si prevede una durata di ogni votazione intorno alle 5 ore/5 ore e mezza e in teoria in ogni giornata si dovrebbe svolgere una sola votazione (ma in alcuni casi è prevista la possibilità di due votazioni nella stessa giornata).

Le elezioni dei presidenti della Repubblica: quante votazioni sono servite

Partendo da questi presupposti possiamo vedere quante votazioni sono state necessarie in passato per eleggere il capo dello Stato, anche per provare a capire quali potrebbero essere le tempistiche. Vediamo tutte le singole elezioni:

  • 1946: Enrico De Nicola viene eletto capo provvisorio dello Stato dall’Assemblea costituente il 28 giugno al primo scrutino con il 79% dei voti.
  • 1948: Luigi Einaudi viene eletto al quarto scrutinio con il 58% dei voti con due votazioni al giorno.
  • 1955: Giovanni Gronchi diventa presidente della Repubblica con il 78% dei voti al quarto scrutinio grazie ai voti decisivi della destra Dc che aveva affossato la candidatura di Cesare Merzagora.
  • 1962: Antonio Segni viene eletto capo dello Stato dopo nove scrutini ottenendo il 52% dei voti. Si vota tre volte al giorno e alla fine Segni ottiene l’appoggio dei partiti di destra in seguito alla divisione interna alla Dc. Si dimetterà nel 1964.
  • 1964: Giuseppe Saragat, segretario del Partito Socialdemocratico, diventa presidente della repubblica al 21esimo scrutinio e con il 67% dei voti. In quest’occasione si vota anche nel giorno di Natale.
  • 1971: Giovanni Leone diventa capo dello Stato dopo un numero record di votazioni. Sono serviti 23 scrutini e 15 giorni, mai così tanti. Leone ottiene il 51% dei voti, la percentuale più bassa di sempre, con uno scarto di soli 13 voti.
  • 1978: Sandro Pertini viene eletto al 16esimo scrutinio con l’82% delle preferenze (record della storia repubblicana). È il primo capo dello Stato proveniente dal Partito Socialista italiano.
  • 1985: Francesco Cossiga vince al primo scrutinio con il 74% dei voti. Dc e Pci si sono messe d’accordo sul nome di quello che - dopo sole tre ore di votazione - diventa il più giovane capo dello Stato della storia a 57 anni.
  • 1992: Oscar Luigi Scalfaro viene eletto alla 16esima votazione. Il favorito inizialmente era Giulio Andreotti, ma senza un accordo si arriva a un’accelerazione in seguito alla strage di Capaci (in cui perde la vita Giovanni Falcone) e Scalfaro viene eletto con il 66% dei voti.
  • 1999: Carlo Azeglio Ciampi è il presidente eletto nel minor tempo, solo 2 ore e 40 minuti. Al primo scrutinio raccoglie il 70% dei voti dopo l’accordo raggiunto tra Veltroni, Fini e Berlusconi.
  • 2006: Giorgio Napolitano viene eletto al quarto scrutinio con il 54% dei voti provenienti dal centrosinistra (con l’astensione del centrodestra). È il primo ex Comunista a salire al Colle.
  • 2013: Giorgio Napolitano fa il bis con l’unico caso di rielezione nella storia repubblicana. La sua elezione avviene al sesto scrutinio con il 73% dei voti dopo l’affossamento delle candidature di Franco Marini e di Romano Prodi (con i famosi 101 franchi tiratori).
  • 2015: Sergio Mattarella diventa presidente della Repubblica alla quarta votazione con il 66% dei voti.

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