Dove rifugiarsi in caso di guerra nucleare? Ecco i cinque Paesi europei considerati più sicuri, secondo esperti e simulazioni internazionali.
Quali sono i Paesi più vulnerabili e più sicuri in caso di una guerra nucleare? Dopo l’attacco di Israele all’Iran, si torna a parlare di nucleare e di una possibile guerra su scala internazionale, la stessa paventata da Putin nella guerra contro l’Ucraina.
Seppur improbabile, la guerra nucleare è tornata al centro del dibattito globale. Le tensioni tra le potenze nucleari, acuite dai recenti sviluppi in Medio Oriente e dal conflitto in Ucraina, alimentano preoccupazioni concrete sulle conseguenze di un’escalation. In Europa, la possibilità che un attacco nucleare coinvolga il territorio continentale spinge molti a chiedersi quali Paesi sarebbero i più colpiti — e quali, invece, offrirebbero un rifugio relativamente sicuro.
Gli effetti di un conflitto nucleare sono noti: onde d’urto, incendi, radiazioni e, soprattutto, ricadute radioattive in grado di contaminare aria, acqua e suolo per centinaia di chilometri. La geografia, la densità abitativa, la posizione rispetto agli obiettivi militari e le correnti atmosferiche diventano quindi fattori determinanti nel valutare la vulnerabilità di ogni nazione europea.
Scopriamo quali sono i Paesi più esposti ai rischi e quali no, secondo gli esperti: ecco tutto quello che c’è da sapere.
Guerra nucleare, quali sono i Paesi più vulnerabili?
Un conflitto nucleare in Europa causerebbe devastazione su larga scala, soprattutto nelle aree densamente popolate e in prossimità di obiettivi strategici. Le testate nucleari moderne generano onde d’urto distruttive entro un raggio di 1-2 chilometri, seguite da incendi, radiazioni iniziali e, soprattutto, dalle pericolosissime ricadute radioattive. Queste ultime, trasportate dai venti, possono contaminare territori molto lontani dai siti di impatto.
I Paesi più vulnerabili sono quelli che ospitano basi militari NATO, come l’Italia, oppure Paesi industriali che si trovano lungo direttrici considerate strategiche per eventuali attaccanti. Secondo gli esperti, quindi, i Paesi europei considerati più vulnerabili in caso di guerra nucleare sono:
- Germania: cuore geografico dell’Europa e sede di basi NATO (Ramstein, Büchel), con grandi città vicine che sarebbero colpite direttamente o contaminate dai venti.
- Polonia: in prima linea nel conflitto con la Russia, ospita truppe NATO e confina con Bielorussia e Ucraina, aumentando il rischio di essere bersaglio.
- Italia: in particolare il Nord, con le basi di Aviano e Ghedi, e grandi centri abitati esposti in caso di venti favorevoli alla dispersione delle ricadute.
- Paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania): la vicinanza alla Russia e la loro posizione lungo le correnti orientali li rendono estremamente esposti.
- Francia: pur essendo una potenza nucleare, ospita obiettivi strategici e ha una densità abitativa elevata, che ne aumenta la vulnerabilità in caso di attacco.
In caso di emergenza nucleare, quindi, le autorità consigliano di rifugiarsi in ambienti chiusi o sotterranei, sigillare porte e finestre, assumere ioduro di potassio per proteggere la tiroide, e seguire comunicazioni ufficiali. Inoltre la decontaminazione personale, ossia il lavaggio di pelle e abiti, è fondamentale nelle prime ore dall’esposizione.
Guerra nucleare, quali sono i Paesi europei più sicuri?
Così come esistono Paesi più esposti, ne esistono altri meno vulnerabili. Ciò non vuol dire che esiste un Paese (o più) che sia completamente immune e al sicuro dagli effetti di un conflitto nucleare, alcuni Stati offrirebbero maggiori possibilità di sicurezza relativa. Fattori come la distanza dagli obiettivi militari, la posizione geografica periferica, la bassa densità di popolazione e una neutralità storica contribuiscono a ridurre i rischi diretti e indiretti. Secondo gli esperti di sicurezza, i cinque Paesi europei considerati “più sicuri” in caso di guerra nucleare:
- Irlanda: Paese neutrale geograficamente isolato, che spende solo lo 0,2% in difesa, e privo di installazioni militari strategiche. Le correnti atlantiche tendono a proteggerlo dalle ricadute radioattive provenienti dal continente.
- Portogallo: situato all’estremità occidentale dell’Europa, lontano da potenziali obiettivi. Anche qui, i venti prevalenti da ovest a est lo rendono meno vulnerabile.
- Spagna: simile al Portogallo, con limitata presenza militare strategica e una posizione geografica decentrata rispetto alle zone di conflitto.
- Norvegia: nonostante la sua adesione alla NATO, ha una bassa densità abitativa e si trova a nord delle principali rotte nucleari, con alcune aree isolate potenzialmente sicure.
- Svezia: anch’essa nel nord Europa, con uno status geopolitico meno aggressivo e vaste aree disabitate che offrirebbero rifugio in caso di emergenza.
Va sottolineato che anche in questi Paesi potrebbero verificarsi contaminazioni indirette attraverso le piogge o la circolazione atmosferica, ma in modo molto meno intenso rispetto al cuore dell’Europa.
In ogni caso, la prevenzione resta la strategia più efficace: disincentivare una guerra nucleare con un potenziamento della diplomazia, investire in infrastrutture di emergenza, mantenere un’informazione trasparente può fare la differenza. Anche perché, come tutti i pacifisti ricordano: una guerra nucleare non conoscerebbe veri vincitori, ma solo gravi perdite per l’umanità intera.
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