Quali sono i laghi più inquinati d’Italia? Entriamo nei dettagli per scoprire di quali si tratta e dove si trovano con la classifica completa e aggiornata.
L’inquinamento dei laghi italiani rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi e spesso trascurata. Nonostante gli impatti diretti sulla biodiversità, sulla qualità dell’acqua e sulle attività economiche e turistiche delle aree circostanti, questa problematica riceve ancora troppa poca attenzione.
Questi bacini d’acqua dolce, è bene ricordare, subiscono purtroppo crescenti pressioni a causa delle attività umane. Scarichi fognari non depurati, l’uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti in agricoltura, così come i sversamenti industriali e la diffusione di microplastiche, contribuiscono a compromettere l’equilibrio naturale dei laghi, con conseguenze anche sulla salute delle comunità che ne fanno uso.
Basti pensare che secondo il rapporto Goletta dei Laghi 2025 di Legambiente, su 125 campioni prelevati in 44 laghi monitorati, circa il 30% ha superato i limiti di legge, con situazioni particolarmente critiche nelle aree di confluenza di fiumi e canali, dove oltre la metà dei punti analizzati risulta contaminata.
I laghi più inquinati d’Italia e l’impatto ambientale
L’impatto di questi fenomeni non si limita all’ambiente naturale. La qualità dell’acqua influisce direttamente sulla salute delle persone, soprattutto per chi utilizza le acque dei laghi a scopo domestico, ricreativo o per la pesca. Anche il turismo, una delle principali risorse economiche delle località lacustri italiane, subisce conseguenze negative. Acque torbide, odori sgradevoli e fioriture algali, infatti, riducono l’attrattività dei bacini e scoraggiano i visitatori. La biodiversità, già fragile in molti laghi, rischia di impoverirsi ulteriormente, con specie acquatiche sensibili che faticano a sopravvivere in un ambiente sempre più inquinato.
Affrontare l’inquinamento dei laghi italiani richiede strategie integrate e interventi concreti. Migliorare i sistemi di depurazione, ridurre l’uso di sostanze chimiche in agricoltura, monitorare costantemente le acque e promuovere comportamenti sostenibili tra cittadini e turisti sono tutte azioni necessarie per tutelare questi ecosistemi. Solo con un approccio coordinato, che unisca istituzioni, associazioni ambientaliste e comunità locali, sarà possibile invertire la tendenza e garantire laghi più sani, sicuri e vivibili per le generazioni future. Ma quali sono i laghi più inquinati del nostro Paese? Di seguito ne elencheremo alcuni.
leggi anche
I fiumi più inquinati in Italia e nel mondo

Lago di Garda (Lombardia)
Il Lago di Garda, il più grande d’Italia, risente di un forte impatto ambientale lungo le sue sponde lombarde. Su sei punti monitorati, la maggior parte ha evidenziato valori elevati di contaminazione batterica e nutrienti. Gli scarichi fognari non completamente depurati e l’apporto di sostanze provenienti dall’agricoltura intensiva favoriscono fenomeni di eutrofizzazione, con proliferazione di alghe che riducono l’ossigeno disponibile in acqua. Questi problemi compromettono la fauna ittica e rendono alcune aree meno adatte alla balneazione, con conseguenze negative sul turismo e sulle attività ricreative locali.
Lago Sebino (Lago d’Iseo, Lombardia)
Il Lago d’Iseo, tra le province di Brescia e Bergamo, mostra 4 punti su 5 oltre i limiti di legge. La principale causa è da rinvenire nell’insufficienza degli impianti di depurazione, unita a pressioni turistiche intense e ad attività agricole poco sostenibili. In alcune zone le concentrazioni di Escherichia coli hanno superato più volte i valori consentiti, mettendo a rischio sia la balneazione che le attività di pesca.
Lago di Ceresio (Lombardia)
Nel Lago di Ceresio, che si estende tra la Lombardia e il Canton Ticino, è stato rilevato un punto fortemente inquinato in corrispondenza della foce del Rio Bolletta. Il problema principale è legato a scarichi urbani non adeguatamente trattati e alla mancanza di controlli sui reflui industriali. Questi fattori hanno generato accumuli di batteri fecali e nutrienti, con impatti sulla fauna e sulla qualità dell’acqua.
Lago Verbano (Maggiore, Lombardia)
Il Lago Maggiore, uno dei bacini più importanti del Nord Italia, è tra quelli sotto osservazione. Il punto critico principale si trova alla foce del Rio Boesio, dove le analisi hanno confermato valori di contaminazione batterica oltre i limiti. Oltre agli scarichi civili, anche il dilavamento agricolo contribuisce alla presenza di nutrienti che favoriscono la crescita di alghe. Se non si interviene, si rischiano danni alla pesca, alla biodiversità e al turismo.
Lago di Lesina (Puglia)
Situato sul Gargano, il Lago di Lesina è uno dei bacini più colpiti del Sud Italia. I campionamenti del 2025 hanno rilevato batteri fecali oltre i limiti di legge in vari punti. Le cause principali sono gli scarichi abusivi e l’uso eccessivo di fertilizzanti in agricoltura. L’inquinamento mette a rischio le attività di pesca, la biodiversità e il turismo, compromettendo un ecosistema già fragile.
Lago di Varano (Puglia)
A pochi chilometri da Lesina, il Lago di Varano affronta problematiche analoghe. Il punto più critico, in corrispondenza di una foce, ha registrato livelli elevati di Escherichia coli. La pressione delle attività agricole, la mancanza di depuratori adeguati e le scarse risorse destinate alla gestione del bacino stanno accelerando il processo di degrado.
Lago di Como (Lario, Lombardia)
La qualità delle acque del Lago di Como registra dei segnali di miglioramento. Nonostante ciò, permangono comunque delle criticità. Di 11 punti monitorati nel 2025, 6 sono entro i limiti di legge, mentre 5 presentano concentrazioni di batteri e nutrienti fuori norma, tra cui le foci dei torrenti Cosia, Inganna e Meria. Queste situazioni richiedono interventi mirati per tutelare la fauna ittica, garantire la balneabilità e preservare l’attrattività turistica del lago.
Lago d’Orta (Piemonte)
Nel 2025 il Lago d’Orta è stato monitorato nell’ambito della campagna Goletta dei Laghi, con il supporto di ARPA Piemonte ed ENEA. I rilievi hanno evidenziato la presenza di microplastiche nelle acque, con concentrazioni variabili e diversi tipi di polimeri, tra cui polietilene, polipropilene e poliammide. Questi risultati confermano come l’ecosistema lacustre sia ancora soggetto a pressioni ambientali, sottolineando la necessità di interventi mirati per la tutela della qualità dell’acqua e della biodiversità.
Lago di Viverone (Piemonte)
Anche il Lago di Viverone è stato monitorato nell’ambito della campagna Goletta dei Laghi di Legambiente. I controlli hanno evidenziato criticità in alcuni punti, con concentrazioni di batteri fecali superiori ai limiti di legge, soprattutto in corrispondenza di scarichi fognari e aree agricole. Queste condizioni pongono rischi per la balneabilità e per la salute degli ecosistemi acquatici, sottolineando l’importanza di interventi mirati per tutelare la qualità dell’acqua e la biodiversità del lago.
Lago di Fondi (Lazio)
Il Lago di Fondi continua a mostrare problematiche ambientali significative, confermando criticità già osservate negli anni precedenti. Come sottolineato dalla campagna di Legambiente, Goletta dei laghi:
«Sul lago di Fondi 2 punti campionati: 1 (il canale San Vito a Monte San Biagio) è risultato fortemente inquinato, confermando i risultati dello scorso anno e 1 (il canale San Magno a Fondi), è risultato entro i limiti di legge, mentre lo scorso anno era inquinato».
Questi risultati mettono in luce l’urgenza di interventi mirati, volti a migliorare la depurazione delle acque e a contenere l’impatto delle attività agricole e urbane sul bacino lacustre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA