Quali parenti vanno mantenuti se sono senza soldi?

Simone Micocci

20 Agosto 2025 - 16:35

In alcuni casi i parenti senza soldi devono essere mantenuti o almeno aiutati secondo la legge. Ecco quando e in che misura.

Quali parenti vanno mantenuti se sono senza soldi?

In famiglia ci sono dei doveri reciproci che non sono soltanto morali, ma anche giuridici.

Questi obblighi derivano dalla naturale solidarietà familiare, ma sono anche funzionali perché permettono di assistere chi ne ha necessità in modo diretto e limitare l’intervento dello Stato a quando indispensabile. Ecco perché se i parenti sono senza soldi può diventare un problema condiviso. In alcuni casi, infatti, si è obbligati a mantenere i parenti senza soldi, almeno entro le proprie possibilità.

Spesso si pensa di avere dei doveri economici soltanto nei confronti dei figli e al più del coniuge, ma il Codice civile riconosce una particolare tutela anche ad altre persone. Si tratta di istituti diversi, nulla a che vedere con il mantenimento dei figli, ma comunque vincolanti.

Quali parenti vanno mantenuti se sono senza soldi

Il dovere di mantenere o quanto meno aiutare i familiari in difficoltà economiche deriva dall’obbligo alimentare, che è molto differente da quello di mantenimento. A tal proposito, l’articolo 433 del Codice civile individua un preciso elenco, con ordine di priorità, dei soggetti chiamati a versare gli alimenti:

  • il coniuge;
  • i figli e in loro mancanza i discendenti prossimi, quindi i nipoti;
  • i genitori e in loro mancanza gli ascendenti prossimi, come i nonni;
  • i generi e le nuore;
  • i suoceri;
  • fratelli e sorelle unilaterali;
  • fratelli e sorelle germani, ossia con un solo genitore in comune.

Di conseguenza, ognuno potrebbe essere chiamato a pagare gli alimenti nei confronti dei seguenti parenti:

  • il marito, la moglie, l’unito/a civilmente;
  • i genitori, i nonni, i bisnonni e così via;
  • i suoceri;
  • i generi e le nuore;
  • fratelli e sorelle.

L’obbligo alimentare, tuttavia, sorge soltanto in presenza di determinate condizioni.

Quando bisogna mantenere i parenti

Come abbiamo avuto modo di approfondire, quindi, la legge consente alle persone che si trovano in situazioni di forte disagio economico di ottenere un sostegno dai familiari più vicini, nell’ordine di priorità previsto dal Codice civile. Affinché ciò sia possibile, però, il beneficiario deve trovarsi in stato di bisogno.

Ciò significa che non può provvedere alle proprie esigenze primarie e vitali con le proprie forze. La mancanza di autonomia, inoltre, deve essere incolpevole.

Non ha diritto agli alimenti chi non vuole lavorare, per esempio, ma chi per circostanze di cui non è responsabile non ha un reddito adeguato. Può essere il caso di una persona con problemi di salute che rendano difficile trovare un lavoro idoneo, per esempio. In ogni caso, la richiesta di alimenti deve essere presentata a un tribunale seguendo l’ordine di vicinanza dei familiari.

Il primo soggetto obbligato è il coniuge, soltanto quando quest’ultimo non può occuparsi degli alimenti ci si può rivolgere ai figli e così a seguire. Oltre alle ipotesi di decesso, gli alimenti non sono dovuti se il parente obbligato non ha una condizione economica adeguata.

Non serve che versi anch’egli in stato di bisogno, ma semplicemente che non possa permettersi un obbligo ulteriore senza patirne conseguenze. Possono sottrarsi dall’obbligo alimentare anche coloro che nonostante il vincolo di parentela sono estranei affettivamente ed economicamente, provando questa circostanza. Altrimenti, sarà dovuto l’assegno determinato dal giudice (sempre revisionabile) fino alla cessazione dello stato di bisogno.

A quanto ammontano gli alimenti per i parenti

L’assegno alimentare è vincolato dalla sua finalità anche riguardo all’importo, che dovrebbe riguardare esclusivamente le spese di prima necessità del beneficiario e comunque entro le disponibilità dell’obbligato.

Quest’ultimo non è quindi chiamato a farsi carico integralmente delle spese se non può permetterselo e di fatto potrebbe contribuire solo in minima parte. L’obbligo alimentare, inoltre, può essere assolto anche in maniera diretta, per esempio, ospitando il parente in difficoltà. Queste modalità sono più che valide, ma non possono essere imposte, quindi devono essere concordate tra le parti.

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