Prezzo del petrolio in rialzo. In attesa dell’OPEC, cresce la tensione con gli USA

Violetta Silvestri

4 Novembre 2021 - 13:41

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Il prezzo del petrolio torna a salire prima del vertice OPEC e dopo una pausa all’apertura dei mercati asiatici. Il greggio corre con guadagni oltre il 2%, mentre sale la tensione tra cartello e USA.

Prezzo del petrolio in rialzo. In attesa dell’OPEC, cresce la tensione con gli USA

In attesa della riunione OPEC di oggi, 4 novembre, il petrolio torna a salire, con le quotazioni in aumento oltre il 2%.

Si intensificano le indiscrezioni sulla decisione invariata da parte dei Paesi produttori: molto probabilmente Arabia Saudita e colleghi non asseconderanno le richieste pressanti di Biden di aumentare di più la produzione per calmare i prezzi in salita.

Stando alle previsioni, la parola d’ordine dell’OPEC sull’offerta di greggio sarà ancora cautela: cosa aspettarsi dalla riunione dei Paesi produttori di petrolio?

Riunione OPEC: cosa aspettarsi? Il petrolio torna a correre

Scambiano al rialzo le quotazioni Brent e WTI nella mattinata di oggi. Nello specifico, la prima è in aumento del 2,15% a 83,87 dollari al barile e la seconda viaggia sugli 82,58 dollari al barile con un rialzo del 2,13% alle ore 12.54 circa.

Il petrolio avanza in attesa di sapere cosa ha deciso l’OPEC sulla produzione di greggio. Le previsioni sul meeting di oggi, 4 novembre, sono abbastanza condivise: il cartello non modificherà quanto già stabilito, ovvero l’aumento di 400.000 barili al giorno (bpd) erogati.

Il focus è sui costi energetici saliti alle stelle e che non accennano a smorzarsi spinti da un balzo della domanda e da risorse insufficienti.

I prezzi del petrolio hanno raggiunto i livelli più alti dal 2014 e i Paesi importatori di greggio stanno soffrendo. Ma nonostante le pressioni diplomatiche, è improbabile che l’OPEC e i suoi alleati decidano di aprire di più i rubinetti.

Ciò probabilmente significa che i prezzi dell’energia continueranno a essere elevati fino alla fine di quest’anno e potenzialmente fino al 2022, affermano gli analisti.

La linea intrapresa dall’OPEC è di prudenza, considerando che la ripresa economica resta legata a incertezze e il ritorno dei contagi sta rinnovando i timori su chiusure e rallentamenti.

USA-OPEC: tensione in corso sui prezzi del greggio

La riunione OPEC arriva in un clima piuttosto teso.

Il presidente Joe Biden ha accusato la riluttanza dei Paesi produttori a pompare più petrolio dopo il forte aumento dei prezzi dell’energia negli Stati Uniti e nel mondo.

“L’idea che Russia, Arabia Saudita e altri importanti produttori non producano più petrolio in modo che le persone possano avere benzina per andare e tornare dal lavoro, ad esempio, non è giusta”, ha tuonato Biden alla riunione del G-20 a Roma.

Anche Giappone e India si sono uniti al coro, nel tentativo di fare pressione sull’OPEC per aumentare i suoi limiti di offerta e contribuire a ridurre i prezzi dell’energia.

Finora, tuttavia, la politica del gruppo di incrementare gradualmente la produzione di petrolio di 400.000 barili al giorno ogni mese soddisfa i membri dell’OPEC e i suoi alleati, tra cui la Russia. “Il programma sta funzionando e non c’è bisogno di deviare da esso”, ha detto domenica il ministro del petrolio angolano Diamantino Pedro Azevedo.

Il Kuwait, l’Iraq e la Nigeria hanno espresso opinioni simili, ricordando che i mercati petroliferi erano “ben equilibrati”.

Secondo Edward Bell, direttore senior dell’economia di mercato presso la banca Emirates NBD di Dubai, gli Stati Uniti potrebbero utilizzare il greggio dalle riserve strategiche di petrolio nel tentativo di abbassare i prezzi.

Tuttavia, secondo l’esperto, questa è una mossa per casi di emergenza come disastri naturali o guerre, e la richiesta degli Stati Uniti ai Paesi dell’OPEC di pompare più petrolio contraddice anche il presunto obiettivo di guidare la politica globale sul cambiamento climatico.

“Come risultato di tutto ciò rimaniamo dell’idea che i prezzi del petrolio rimarranno alti fino alla fine del 2021”, ha scritto Bell.

La riunione OPEC del 4 novembre dovrebbe quindi cambiare poco nello scenario di breve periodo per il petrolio.

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