Questa obbligazione sovrana presenta due punti di forza e due di debolezza che possono dare e togliere tanto a un investimento
Massimizzare il rendimento è l’espressione che accomuna gli investitori ma presenta, un piccolo, enorme particolare: la discrezionalità dell’interpretazione. Tradotto, in quanto tempo e/o rischio assunto e/o capitale impiegato e/o per quale ritorno effettivo?
Sono tanti i parametri in gioco per definire soddisfacente o meno un investimento, incluse le preferenze del singolo risparmiatore.
Analizziamo un bond sovrano che presenta indubbi punti di forza ma anche rischi di notevole spessore, ossia il “Romania Tf 5,25% Nv27 Usd”. Anticipiamo solo che prezza 100,35 il titolo di Stato rumeno con cedola 5,25% e scadenza novembre ’27.
La scheda tecnica dell’obbligazione sovrana rumena
L’obbligazione ha codice ISIN XS2485248806 ed è emessa dalla Repubblica di Romania il 25/05/’22, quasi nel pieno del rialzo generalizzato degli yield. Il prezzo di emissione è stato a 99,764 mentre il valore di rimborso finale in data 15 novembre 2027 sarà a 100, alla pari.
La cedola annua lorda è del 5,25%, il 4,594% scarso al netto della ritenuta fiscale, mentre lo stacco è semestrale.
Il titolo è negoziato sull’EuroMOT di Borsa Italiana con taglio minimo di 2mila dollari statunitensi. Si tratta quindi di un prodotto emesso da uno Stato membro dell’UE dal 2007 ma non dell’Eurozona (la monete legale è il Leu e non l’euro) e denominato in una valuta terza. Al cambio attuale di 1,1690 vuol dire che servono circa 1.711 € più commissioni per sottoscrivere 1 titolo, ossia 2mila $ USA nominali.
Sul mercato secondario il titolo non è molto scambiato in termini di contratti e di controvalore, tanto su base giornaliera che mensile. Venerdì scorso il bond ha chiuso le contrattazioni al prezzo di 100,35, per un effettivo a scadenza del 5,19% lordo (dati: Borsa Italiana). Sempre in tema di corsi, i valori min-max annui sono stati a 97,41 e a 100,81, mentre quelli storici a 89 circa a ottobre 2023 e a 102,4 poco dopo l’emissione. La duration modificata del bond, infine, è del 2,13.
I due punti di forza del titolo rumeno in dollari americani
Come per ogni strumento di investimento, anche il Romania Tf 5,25% Nv27 Usd presenta punti di forza e di debolezza. Partiamo dai pro, dove la durata e il mix cedola-rendimento spiccano sicuramente in positivo nell’analisi del titolo.
Oggi cedola e rendimento quasi coincidono, e non è detto che il secondo non si possa migliorare a discapito del primo. A metà giugno il bond lo si acquistava anche a 99,8 per cui l’effettivo sfiorava il 5,3% lordo a scadenza. Ai prezzi attuali l’effettivo lordo complessivo in 28 mesi sarebbe del 12,1% circa, non male se si pensa a quelli di altri bond concorrenti su queste durate totali.
Volendo si potrebbe aggiungere anche un altro punto di forza, la contenuta duration modificata. Quest’ultimo pro, tuttavia, dipende più dalla corta durata residua del titolo che non dalla “stabilità intrinseca” del titolo, che non manca di elementi di incertezza.
Prezza 100,35 il titolo di Stato rumeno con cedola 5,25% e scadenza novembre ‘27
Quest’ultimi rimandano sicuramente ai “fattori contro”, ossia il rating emittente e la valuta di denominazione del titolo. L’essere denominato in $ USA non è un contro di per sé, ma lo è per l’investitore nazionale chiamato alla doppia conversione €/$ in acquisto e $/€ al tempo del disinvestimento.
Secondo l’Agenzia di Previsione Economica il cross €/$ tra 28 mesi dovrebbe essere racchiuso nel range 1,231-1,270. Se le cose dovessero andare effettivamente così, il biglietto verde sarebbe destinato a svalutarsi di un altro 5,5-8% da qui ad allora. In soldoni, buona parte del ritorno su visto sarebbe mangiato dal cambio e dal mix tasse/spese, rendendo quasi “neutro” l’investimento in termini di profittabilità.
Tuttavia, le cose potrebbero non andare così e:
- andare peggio, ossia portarsi ben oltre quota 1,27 rendendo negativo l’effettivo a scadenza;
- restare quasi invariate, e quindi non “intaccando” il ritorno o comunque non più di tanto;
- assistere a un recupero del $, di tanto o poco a seconda dei mercati, donando un extra rendimento da cambio a scadenza o all’atto della rivendita.
L’altro rischio è quello sovrano, dove il rating emittente è oggi di una spanna sopra l’investment grade mentre l’outlook è diviso tra positivo e negativo a seconda delle agenzie.
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